saltomortale

filosofia e scienze umane,


Esplode la moda di episodi e frasi celebri: dal divertimento alla filosofia. Socrate è vivo grazie alla cicuta. Ci vuole un aneddoto per passare alla StoriaÈ scoppiata una nuova moda dell' aneddoto. Si sta scoprendo il suo valore intrinseco, addirittura se ne distilla una filosofia. Empiricamente: a partire da due libri che raccontano aneddoti noti e meno noti sui filosofi. L' aneddoto non è semplice evasione, benchè spesso diverta o comunque faccia sorridere. Neppure informazione: nella maggior parte dei casi l' aneddoto non corrisponde a verità. Molto spesso è in buona misura inventato. Si instaura poi nella leggenda di quel personaggio, e a furia di venire tramandato acquisisce la verità all' inizio mancante. È però verosimile. Ed ecco il punto che dà all' oggetto dignità filosofica. Bisogna risalire alla distinzione aristotelica tra verità e verosimiglianza. La prima compete allo storico, il cui dovere è di raccontare come i fatti si sono svolti senza aggiungere niente di suo dato che la storia in quanto disciplina esiste per docere, insegnare. La verosimiglianza invece compete al poeta, il quale ha il diritto di raccontare i fatti non esattamente come sono avvenuti bensì come sarebbero potuti accadere. Ovverosia condendo con l' inventiva personale al fine di dare anche piacevolezza. Il poeta (da considerare in larga accezione, non solo colui che scrive poesie ma chiunque racconti delle storie invece che la Storia) ha cioè il compito di delectare oltre che quello, in minor misura, di docere. E questo perchè in tal modo quel po’ di insegnamento resta assai meglio. Ricordate Orazio e il celeberrimo esempio della medicina offerta al bimbo in un bicchiere con l' orlo zuccherato? Uscendo adesso dalla pura speculazione: senza l' aneddoto della cicuta, Socrate che non ha lasciato testi scritti sarebbe forse stato ricordato solo come comparsa nei dialoghi di Platone. La tramandatissima storiella invece, che nessuno può provare corrisponda a verità, per la sua dose di innegabile verosimiglianza si fa in qualche modo “vettore” di una parte del personaggio. Lo accompagna, lo serve, nella memoria collettiva. Dispiace un pò per Santippe e per tutte le mogli in generale dei grandi filosofi. Sarà colpa della misoginia di Aristotele? È certo che le signore mogli aneddotisticamente parlando sono molto maltrattate. Per lo più furono megere, passarono la loro vita a voler castrare o soffocare i poveri mariti filosofi, che gli aneddoti del resto rivelano essere stati, in genere, tutt' altro che santi. Comunque, quello che conta è solo l' abilità dell' aneddotista. È come un alchimista, che dosi ad arte tutti gli elementi. Gli ci vuole un po ' di mestiere e un po’ di genio.