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CULTURA E SOCIETA'


Filosofia e "nazionalità", oggiDalla fine del Settecento all'inizio del Novecento in Italia si è sviluppato un ampio dibattito sul concetto di "nazionalità" in filosofia, dal quale, richiamandosi a una tradizione speculativa tardo-umanistica e rinascimentale, è emersa l'idea della presenza di una "peculiarità" della filosofia italiana, decisiva per comprendere l'identità culturale, etica e politica della Nazione. Negli ultimi decenni il nostro dibattito filosofico ha recuperato questa stagione di pensiero, come attesta, tra l'altro, la nascita, promossa da Piero Di Giovanni, che ne è il direttore, di una "Collana di Filosofia Italiana", edita da Franco Angeli, e immessa nel circuito librario da poche settimane.Se è vero che, come diceva Bertrando Spaventa, «la filosofia non è mai qualcosa d'astratto e d'indifferente verso le altre forme reali della vita, ma nasce sempre, o almeno viene determinata, da una data posizione storica della vita stessa», allora il potenziamento della sua vocazione nazionale non pregiudica il suo potenziale di comunicazione "universale", rivolto a tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro cultura, nazionalità o fede religiosa. Rivendicare un tracciato nazionale alla filosofia significa, infatti, attribuirle un profilo, individuarne il "luogo di nascita", che ne costituisce il segreto e la verità; un luogo che, tuttavia, non è una mera indicazione geografica, ma che rappresenta, utilizzando un'espressione di Edmund Husserl, «una nascita spirituale avvenuta in una nazione».Le due pubblicazioni sinora apparse – i volumi di Caterina Genna, "Guido De Ruggiero e La Nuova Europa", e di Mariantonella Portale, "Giovanni Marchesini e la Rivista di Filosofia e Scienze Affini" – caratterizzano la collana in maniera ancora più significativa: intendono, cioè, riannodare le fila del dibattito filosofico dell'Italia tra Otto e Novecento a partire dalla forte azione esercitata da alcune tra le più importanti riviste del tempo, veicolo di una discussione teorica slegata dalla ponderosità delle monografie o delle pubblicazioni specialistiche in senso stretto, e fonte della articolazione di un dibattito molto più ricco e vario.