Fonti della Storia:
Opera ricca e densa, Romeo e Giulietta fonde tutti i generi, tutti gli stili, alternado la grossolanità più rozza ed il lirismo più raffinato. Ma soprattutto, è un’opera sostenuta da una poesia che oltrepassa il tempo e lo spazio. Questa tragedia, certamente la più popolare di Shakespeare, si ispira a numerose fonti. Tuttavia solo lui ha saputo elevare al rango di mito questa tragica storia d'amore e di morte.
I personaggi di Romeo e Giulietta appaiono la prima volta in una novella di Luigi da Porta (1485-1529) che riprendeva un soggetto già sviluppato da un racconto del Novellino di Masuccio Salernitano e in seguito ripreso da Matteo Bandello in una delle sue Novelle. Ma il nucleo narrativo di fondo è già rintracciabile nelle figure di Piramo e Tisbe tratteggiate da Ovidio.
La pièce ha ispirato moltissimi artisti (celebri l'opera musicale di Gounod e il balletto di Prokofiev ) e ha dato luogo ad innumerevoli adattamenti scenici e cinematografici.
La tragedia nel Rinascimento:
Questa tragedia ha per oggetto l'amore e la tragicità dell'amore. Dell'amore è certamente l'opera che, insieme a poche altre, celebra il mito in un modo tale da fare assumere alla pièce la funzione di archetipo. Da questo momento in avanti l'amore e Romeo e Giulietta faranno tutt'uno nell'immaginazione di tutti. È di scena l'amore puro, rarefatto e senza condizioni, sembrerebbe neanche sotto l'ipoteca sessuale: a questo riguardo l'amore maturo e adulto di Antonio e Cleopatra potrà costituire la verifica realistica se Romeo e Giulietta ne è la trattazione idealistica o romantica. Certamente il Romanticismo si è impadronito dell'opera e l'ha fatta propria: ma altre sono le sue radici e il suo spazio simbolico di fondo. In controluce c'è l'idea d'amore del Rinascimento con i suoi riferimenti neoplatonici.
Periodo storico - Letterario:
Si rintraccia nell'opera l'eco di un'epoca bellicosa: l'età elisabettiana porta il segno delle guerre di religione e dei conflitti cruenti che si combatterono tra stati, tra famiglie. Il personaggio del Principe richiama alla mente la figura della sovrana di ferro come anche il personaggio omonimo di Machiavelli o di un certo macchiavellismo passato in Inghilterra all'epoca , e nelle orecchie, di Shakespeare.
Atmosfere letterarie:
Ma è il neoplatonismo di radice italiana passato ai poeti della Pléiade e certamente noto a Shakespeare che edificando una concezione del sentimento amoroso su forti basi idealistiche e quasi mistiche (che non riguarda solo i sentimenti umani ma tutta la concezione del cosmo e che peraltro, in più luoghi, nella pièce, è messa in relazione con l'amore in una fusione panteistica), mette una seria ipoteca sull'opera. L'amore fra i due adolescenti si esprime anche con un vocabolario religioso e mistico cui la presenza di Fra Lorenzo dà quasi il carisma del mistero religioso. Ma come sempre i capolavori vivono sì nello spazio simbolico della propria epoca ma fanno del proprio spazio simbolico un universo a se stante. Così quest'opera reca il marchio del genio shakespeariano e l'idealismo romantico (se mai c'è stato). Gli inestinguibili odi familiari, lo sferragliare delle spade, i sussurri amorosi dei giovanetti in amore in freschi giardini italiani, l'enfasi e il lirismo sentimentale senza paragoni del loro fraseggio amoroso, il ballo intrecciato del caso e della malasorte, il sinistro operare dei veleni nel freddo della tomba (dovuto anche al maneggio di un frate un po' pasticcione quasi da opera buffa), le morti incrociate degli amanti resteranno nella memoria in fiamme dello spettatore e del lettore avvinti nel binomio di sempre (che come non mai qui celebra il suo trionfo): l'amore che eleva le anime in cielo e la morte che trascina i corpi sottoterra.