IGNORANTECONSAPEVOLE

Forever.


Per sempre.In Italia più che altrove, le cose devono essere per sempre.Non si può decidere cosa accadrà, alla fine, e alla fine non basterà mettersi d'accordo, ci vorrà un terzo, la legge, l'avvocato, il giudice.Questo vale per il matrimonio: non è possibile nemmeno stabilire anticipatamente, quando ancora le cose vanno bene, come ci comporteremo quando finirà: è vietato.Non è possibile fare le cose in fretta, nemmeno se siamo soli, senza figli e ciascuno con mezzi propri. No, ci vogliono anni, un avvocato, un giudice. Per la legge il matrimonio è rimasto un qualcosa di sacro, deve durare per sempre, e in caso contrario pagherai con mille inghippi e pastoie, anche se siete tutti d'accordo, perché siete stati empi.Lo stesso vale per il lavoro: deve durare la vita, non è immaginabile che non sia così.Per questo esiste un articolo di legge che prevede che un licenziato venga quasi sempre reintegrato nel posto di lavoro. Ed è una norma così ferrea che intorno a questa da venti anni si scatenano le ire politico sindacali, come se si trattasse di una legge divina.Ora io non voglio esprimere giudizi su nessuna di queste norme che del resto non mi riguardano, ma solo sul fatto che entrambi, matrimonio e articolo diciotto, sono fatte per rendere la vita il più possibile uniforme dopo un iniziale periodo di crescita.Si arriva al matrimonio (e al lavoro stabile) dopo un periodo di prova (o fidanzamento) in cui ci si impegna molto per convincere la controparte al grande passo. Prima di questo c'è stato un lungo lasso di tempo di studio (scolastico e sentimentale) fatto sulla base dell'esperienza e delle competenze altrui (in genere già datate) e sulla propria pelle.Quando finalmente si raggiunge l'assunzione definitiva (il matrimonio), vi è un lento e progressivo calo di rendimento e un blocco del trattamento economico (affettivo).Ecco, questa situazione è per il legislatore e l'italiano medio il massimo.Sapere che la donna o l'uomo che hai vicino non possono facilmente liberarsi di te porterà a un livellamento verso il basso del proprio rapporto: una donna sposata da un paio di anni ha addosso qualche chilo di ciccia e qualche etto di stoffa in più, come un uomo ha spesso qualche chilo di pancia e qualche migliaiio di capelli bianchi in più.Nel lavoro è più o meno la stessa cosa: diminuisce il rendimento, la voglia di fare, il tempo dedicato a migliorarsi, allo studio, all'acquisizione di nuove competenze: ormai non servono più.Tutto questo non serve né a se stessi né alla nostra società, poteva andare bene anni fa, quando c'era poca concorrenza e si viveva ciascuno nel proprio orticello. Ma ora mi sembra fuori dal tempo.Con questo vorrei comunque precisare che la riforma dell'articolo 18 come si sente dire non mi sembra  granché.