IGNORANTECONSAPEVOLE

Questa NON è roba mia!


Ripeto: questa che segue non è roba mia. Di rado riporto sul blog scritti altrui, ma ogni tanto ci sta. Del resto io darei l'anima per poter immaginare di scrivere così bene, e sarebbe ancora poco.Si tratta di un piccolo brano tratto da un bellissimo racconto di Italo Calvino, "Il Cavaliere Inesistente", e come tale ogni onore e merito va a costui.Non ho mai capito perché in Italia a scuola si debba leggere quella ultra-pallosa storia dei Promessi sposi invece che qualcosa di Calvino, o Manganelli, o Gadda. Gente che solo a leggerne due pagine si impara a scrivere come facendo un corso universitario."Io che racconto questa storia sono Suor Teodora, religiosa dell’ordine di San Colombano. Scrivo in convento, desumendo da vecchie carte, da chiacchiere sentite in parlatorio e da qualche rara testimonianza di gente che c’era. Noi monache, occasioni per conversare coi soldati, se ne ha poche: quel che non so cerco d’immaginarmelo, dunque; se no come farei? E non tutto della storia mi è chiaro. Dovete compatire: si è ragazze di campagna, ancorché nobili, vissute sempre ritirate, in sperduti castelli e poi in conventi; fuor che funzioni religiose, tridui, novene, lavori dei campi, trebbiature, vendemmie, fustigazioni di servi, incesti, incendi, impiccagioni, invasioni d’eserciti, saccheggi, stupri, pestilenze, noi non si è visto niente. Cosa può sapere del mondo una povera suora? Dunque, proseguo faticosamente questa storia che ho intrapreso a narrare per mia penitenza. Ora Dio sa come farò a raccontarvi la battaglia, io che dalle guerre, Dio ne scampi, sono stata sempre lontana, e tranne quei quattro o cinque scontri campali che si son svolti nella piana sotto il nostro castello e che bambine seguivamo di tra i merli, in mezzo ai calderoni di pece bollente (quanti morti insepolti restavano a marcire poi nei prati e li si ritrovava giocando, l’estate dopo, sotto una nuvola di calabroni!), di battaglie, dicevo, io non so niente."Sublime, leggero e ironico, proprio un esempio di come vorrei saper scrivere (e vorrei poter leggere).Sarà per la prossima vita.