IGNORANTECONSAPEVOLE

Catastrofi.


Ieri pomeriggio mi sono sorbito quattro ore di corso - obbligatorio, ovviamente - sulla sicurezza presso un nostro cliente. Piuttosto inutile, visto che si è parlato di come scappare, intervenire, mettere in sicurezza le persone all'interno della struttura, mentre la mia attività è sempre e solo all'esterno.Comunque c'era come relatore una persona - strano davvero - competente, ed è stato anche interessante. La morale che si ricava da queste quattro ore è che la differenza fra un bello spavento e una tragedia è minima.Allora sono tornato a rivangare il passato, e a ricordare il terribile rogo del cinema Statuto di Torino, dove morirono intossicate sessantaquattro persone solo trent'anni fa, bloccate da uscite di sicurezza sprangate per evitare che qualcuno entrasse senza pagare il biglietto e uccise in pochi minuti da una miscela letale di gas prodotti dalla combustione in scarsità di ossigeno di tende, poltrone e arredi.In pratica il cinema si trasformò in un gigantesco reattore chimico per la produzione di ossido di carbonio, clorati e cianuri.Questa tragedia cambio radicalmente le norme di sicurezza nei locali pubblici, come era accaduto dieci anni prima in mezza Europa in seguito a un altro terrificante incidente: il rogo del Club 5-7, a Saint-Laurent-du-Pont, un paese vicino a Grenoble.In seguito a questa sciagura praticamente fu annientata un'intera generazione della zona, visto che morirono carbonizzati 146 ragazzi fra i 15 e i 25 anni.Le proporzioni del rogo furono tali che i pompieri, essendo evidente che nessuna persona poteva essere ancora viva nel locale, attesero il giorno seguente per spegnere le fiamme.In entrambi i casi il bilancio fu così pesante soprattutto per un ingrediente speciale, la stupidità umana. A Saint-Laurent per esempio le uscite di sicurezza del locale, solo due, erano in pratica invisibili, e i cantanti che si esibivano quella sera morirono senza rendersi conto che dietro il tendone del palco, a due metri, c'era una porta. Ma soprattutto le persone rimasero bloccate dai tornelli metallici, che ancora oggi sono visibili vicino al memoriale delle vittime, vero monumento all'idiozia.