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Nichilismo


Il termine nichilismo deriva dal latino "nihil", che significa "niente". Si tratta di una tendenza di pensiero che induce alla negazione dei valori, delle tradizioni e di qualsiasi verità. E' la fine di ogni aspirazione fino all'annullamento stesso della realtà oggettiva.Potremmo anche definirlo come il rifiuto dell'uomo ad agire e pensare secondo i canoni e i valori imposti dalla cultura occidentale. Il nichilismo si dissocia dal pregresso sociale, ne svuota i contenuti e in un certo modo libera l'uomo trascinandolo ad un atteggiamento rinunciatario nei confronti del mondo e delle sue istituzioni. Non è accettabile, secondo tale filosofia, l'intromissione della società sull'individuo, rifiutando ogni verità morale, politica e religiosa ("Dio è morto" scriveva Nietzsche). Già alla fine del 1700 Jacobi definì nichilista la filosofia trascendentale di Kant. Tuttavia i padri moderni di questo concetto filosofico possono essere riassunti citando lo scrittore russo Ivan Sergeevic Turgenev, con il suo romanzo "Padri e figli" del 1862 e Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881), per il filone letterario, mentre per quello più propriamente filosofico Friedrich Nietzsche (1884-1900).In ultima analisi, Nietzsche individua un nichilismo passivo ed uno attivo. Quello passivo considera soltanto la negazione e l'annullamento dei punti di riferimento esistenti. Quello attivo fa seguire a questa fase, la volontà di ricostruire ripartendo da zero.Il nichilismo fu inoltre un Movimento politico-filosofico che si sviluppò in Russia tra il 1860 e il 1870. Fautore di un individualismo assoluto, nemico di tutti gli obblighi imposti dalla società, dalla famiglia e dalla religione, conquistò l'ala più combattiva degli studenti e intellettuali russi.