IGNOTA VERITAS

Galgano, Santo e cavaliere.


Nel piccolo paese di Chiusdino, vicino Siena, si svolse la vicenda umana, o meglio, la leggenda di Galgano, infatti la sua vita non ha una base storica documentata, ma soltanto indizi e testimonianze postume, oltre a quegli edifici costruiti in sua memoria che ne esaltano e ne rafforzano il mito. Galgano nacque nel 1148, unico figlio di una famiglia agiata, scelse una vita di stenti che condusse con forza e coerenza. La sua vita di asceta, eremita, esperto erborista e artefice di  singolari guarigioni, gli  regalò fama e notorietà, tanto che anche la Chiesa se ne dovette occupare. Galgano per sua scelta , abbandonò la vita dissoluta da giovane ricco e  la sua condizione di cavaliere, per vivere in solitudine e in totale comunione con la natura. La sua vita improvvisamente prese una nuova direzione, scelse Dio come sua unica guida. Galgano affrontò una profonda crisi di coscienza ma il suo spirito era forte, rifiutò la violenza e le armi e scelse una vita di meditazione e preghiera. Il magnifico gesto  che fece Galgano, fu quello di conficcare con forza la lama della sua spada in una fessura di una roccia, come a formare una croce con l’elsa della spada stessa. Non fu più possibile estrarre quella spada da quel fodero di pietra. Quel gesto  portò Galgano alla gloria e fu il suo unico miracolo, ma  fu anche il suo messaggio di pace, che ancora oggi può farci riflettere. La spada nella roccia divenne presto un luogo di venerazione. Galgano costruì intorno ad essa una capanna di legno dove pregava e dove riceveva i pellegrini a lui devoti. Grandi folle giungevano da ogni dove per incontrare Galgano e per venerarlo. Ben presto dodici discepoli si unirono a lui e la sua fama venne legata a misteriosi enigmi che presero corpo dopo la sua morte.  Oggi, sul luogo dove si trova la spada, si può vedere la costruzione di una splendida cappella circolare "la Rotonda di Montesiepi",  forse in passato fu un luogo di  riunione di valorosi cavalieri. Galgano morì giovane a 33 anni  e venne eletto Santo appena tre anni dopo la sua morte.  La popolarità di Galgano doveva essere in qualche modo servita a sviluppare il monachesimo cistercense in quella regione e quindi, giustificò la costruzione della grandiosa Abbazia. La sua storia purtroppo rimase nel dimenticatoio per moltissimi anni, quando un bel  giorno la Chiesa s’impadronì del mito del Santo eremita e guaritore, morto di stenti nelle campagne Senesi, per affermare la fede cristiana . Ancora oggi l'Abbazia di San Galgano resta un luogo meraviglioso che emana pace e intensa spiritualità. L'Abbazia  si presenta ai nostri occhi senza più il tetto, questo aspetto gli conferisce un fascino del tutto particolare e una grande ammirazione da parte dei visitatori. Da questa fantastica storia, probabilmente nacque la leggenda di re Artù, dei  cavalieri della tavola rotonda e della leggendaria spada nella roccia.