IGNOTA VERITAS

Il mistero di Rennes-le-Château.


Il 01 giugno del 1855,  il giovane prete Bèrenger Saunière, (foto a sinistra) fu nominato curato di Rennes-le- Chateau, un paesino arroccato tra le bellissime cime della Linguadoca. Quando l’abate Saunière arrivò in quel villaggio si rese subito conto della povertà in cui versavano gli abitanti e dello stato a dir poco disastroso in cui versavano le  loro abitazioni e la Chiesa dedicata a Maria Maddalena, che era il luogo dove lui avrebbe dovuto dire messa. Si racconta, stando alle memorie degli anziani , in  proposito alla storia dell’abate Saunière, che mentre cercava di  sistemare il pavimento della Chiesa, trovò una tomba e una grossa pentola piena di denaro, probabilmente nascosta dal suo predecessore durante l’ultima guerra. Saunière morì nel 1917 e portò  con se il segreto del tesoro che gli consentì la ristrutturazione dell’antica chiesa, la ricostruzione di gran parte delle case fatiscenti del paese, la tubazione necessaria per l’acqua diretta di cui le case del paese erano sprovviste, la costruzione della sua splendida Villa Betania e la costruzione della inquietante torre Magdala, dedicata a Maria Maddalena e  dove era contenuta  la biblioteca.  Nel gennaio 1956 sul giornale locale “La Dèpêche du Midi”, furono pubblicati vari articoli firmati da Albert Salomon, correlati da  alcune immagini fotografiche, con il titolo, “La favolosa scoperta del curato milionario” i quali destarono non poca curiosità intorno a quel piccolo paese. Riporto il testo del primo articolo di Salomon per consentire una ricostruzione più precisa dei fatti accaduti.  1° art. 12 gennaio 1956: Con un colpo di piccone ben assestato contro la colonnina dell’altare, il curato Saunière portava alla luce il tesoro di Bianca di Castiglia. Le tenebre avanzavano veloci sulla campagna dell’Aude, mentre la mia cara e sgangherata automobile mi stava portando, con il singhiozzare del suo motore quasi asfittico, lungo i crinali delle colline che conducono a Rennes-le-Château. Appena arrivati sulla sommità, l’auto ed io siamo inghiottiti dai secoli passati, fra le mura e le case di una cittadella regale. Poi tutto a un tratto, è comparsa la torre, come scaturita da uno scenario di Edgar Allan Poe: un ombra scura che si stagliava contro il cielo ormai nereggiante. Quale l’obbiettivo di questa singolare gita notturna? Rispondere all’invito del Signor Noël Corbu, fondatore e proprietario dell’ Hotel della Torre a  Rennes-le-Château. Un invito doppiamente gradito. Da una parte la gioia di una lunga discussione filosofica, dall’altra, nella mia veste di cronista, il piacere di poter incontrare il fratello di Pierre Corbu, il pilota collaudatore, morto nel 1927  sul Bluebird mentre tentava per la terza volta di superare l’Atlantico, appena qualche tempo dopo la tragica impresa di Nungesser e Coli…...  Il 1 giugno 1855 il prete Berènger Saunière, nativo di Montazales (vicino a Couiza), uno dei tanti figli di una modesta famiglia, viene nominato curato di Rennes-le-Château. Per sette anni, fino al 1892,questo prete conduce la vita anonima del giovane prete di campagna, dividendo il proprio tempo tra la lettura del libro di preghiere, le visite dei suoi parrocchiani, ed i servizi della chiesa. Sebbene completamente votato ai suoi compiti di pastore, così come testimoniato da i suoi parrocchiani, il giovane prete aveva l’animo del costruttore, e accortosi che l’altare principale della chiesa era molto malridotto, si era preso la responsabilità di rimetterlo lui stesso in sesto, attingendo a fondi racimolati da fonti diverse. E così un giorno la vecchia colonnina che sosteneva l’antico altare, sotto i colpi del suo piccone aveva rivelato una cavità all’interno della quale il prete aveva rinvenuto delle teche di legno destinate a preservare delle pergamene scritte in latino. Superfluo sottolineare come nessuno a Rennes-le-Château conoscesse il latino, (neppure il sindaco della scuola che viveva nel vicino villaggio di Couiza). Nessuno fatta ovviamente eccezione per il curato Saunière. Da qui nasce e comincia il mistero. I lavori di restauro vengono immediatamente sospesi per essere ripresi qualche tempo dopo dal prete in persona. Questi non si limita più soltanto a restaurare il vecchio altare, ma rimette in sesto l’intera chiesa, i vetri cattedrali, le statue, i bassorilievi e tutto il resto. Lo sorregge un entusiasmo straordinario. Niente lo può fermare. Dopo la chiesa ricostruisce il presbiterio, il giardino della chiesa, il muro del cimitero annesso, il piccolo calvario. Ma il momento culminante dell’impresa arriva circa tre anni dopo la scoperta delle pergamene. A fianco del modesto edificio del presbiterio, Saunière innalza una splendida costruzione, Villa Betania, corredata da un passaggio coperto; la torre Magdala, un belvedere, un giardino ben curato e tant’altro. Per farla breve nello spazio di pochissimi anni il prete impegna qualcosa come un milione di franchi francesi d’oro….. Nel 1908, Monsignor de Beausèjour, vescovo di Carcassonne, quasi provocato dalle stramberie di quel prete di campagna, gli chiede ragione di quelle spese folli e lo interroga sull’origine di quel denaro. Questo è solo l’atto conclusivo della diatriba, perché già molte altre volte l’ autorità ecclesiastica lo aveva invitato a spiegare con chiarezza ciò che stava succedendo a Rennes-le-Château. Sounière però fa orecchio da mercante, non ne vuole sapere. Esasperato ed irritato dall’insubordinazione del prete, il vescovo lo accusa di loschi intrighi e, durante una sua temporanea assenza dal paese, lo interdice dalla celebrazione del sacro rito, sospendendolo da tutti i suoi incarichi di curato. Saunière non si ferma. Respinge le accuse e presenta un reclamo direttamente alla corte papale a Roma. Dopo circa due anni, il responso della corte ammette che la maggior parte delle accuse mosse contro di lui non sono dimostrate…. Ciò nonostante le pressioni sul Saunière continuano: la Chiesa vuole sapere, vuole conoscere, anche sotto l’impegno del giuramento, da dove egli abbia tratto tutto quel denaro. Tutto è vano. Non servono preghiere, suppliche e minacce. Non c’è nulla che scardini la bocca del curato, che si ostina a tacere e a mantenere il suo segreto. Il 3 luglio 1915 su “Le Samaine Religieuse” compare così la seconda proibizione, questa volta definitiva: «Profondo è il rammarico della amministrazione diocesana di Carcassonne nell’annunciare ai suoi fedeli che l’abate Saunière, già curato di Rennes-le-Château, ed ivi attualmente residente, con giudizio ufficiale dato il 5 dicembre 1911, è stato destituito dai suoi poteri sacerdotali. A seguito di questa sofferta decisione, egli non potrà più celebrare la messa e da questo momento in avanti non sarà più autorizzato neppure a ricevere le elemosine che i parrocchiani volessero affidare nelle sue mani». Scritto da Albert Salomon per  “La Dèpêche du Midi", 12 gennaio 1956. Nei prossimi post pubblicherò gli altri articoli riguardanti questa enigmatica vicenda .