IGNOTA VERITAS

Cristianesimo, cenni storici


In passato la Chiesa cristiana conobbe personaggi illuminati dalla saggezza e dallo spirito santo, che portarono nuova linfa, prestigio e santità alla comunità religiosa. La comunità cristiana, intanto cresceva economicamente e diventava sempre più numerosa e organizzata. Voglio ricordare il primo dei padri Cappadoci: Basilio di Cesarea (330-379), che fu l’autentico ed il vero maestro del monachesimo d’Oriente. Basilio di Cesarea, aveva meditato e viaggiato molto, tra le sue mete vi fu l’Egitto, la Palestina e la Mesopotamia. Nella sua opera principale, “Le grandi e piccole Regole”, frutto delle sue conoscenze e delle riflessioni sulle  molteplici sfaccettature dell’animo umano e di  una profonda consapevolezza delle debolezze dell’uomo, tanto da farne un ottimo trattato di psicologia. Nell’opera di Basilio  tra le virtù cristiane trova grande spazio, la carità, quella carità che intende aiutare il prossimo, creando ospedali, rifugi per i pellegrini, ricoveri per i lebbrosi, e che promuove l’istruzione per i laici, l'amore per il lavoro, inoltre possiamo  trovare comprensione per il dolore e la sofferenza umana. Sono tutti ottimi propositi, idealizzati e portati avanti da quella sana voglia di migliorare la qualità della vita della comunità cristiana, che dovrebbe caratterizzare la Chiesa. La Chiesa e chi la serve si dovrebbe quindi porre, sia come  aiuto materiale per i bisognosi e  sia come guida spirituale per i credenti. Basilio disponeva, come riportato dallo storico Paolo La Manna, che i ragazzi cristiani, soprattutto gli orfani, siano accolti nel convento per infondere loro l’amore per il lavoro. Basilio era  convinto che la preghiera arrivasse a Dio tramite le occupazioni materiali e spirituali. Se riflettiamo, troviamo nelle regole di Basilio l’origine dell’ ora et labora Benedettino. Alla base del monachesimo vi è senza dubbio una matrice, la “regula ad servos Dei” di san Basilio nella quale prevale la ricerca costante di Dio, realizzandola nella piena comunione dei beni e nella povertà individuale. I padri del cristianesimo primitivo  non contribuirono soltanto ad ammantare la Chiesa di santità e ascetismo, ma anche di renderla un punto di riferimento per le masse di poveri, ignoranti e di tutti gli uomini privi di una guida e di un’identità. Questo modo di condurre la religione cristiana, si tradusse con il tempo in un forte senso di  appartenenza verso la Chiesa. La porta che la nuova Chiesa lasciava sempre aperta (cioè la possibilità di diventare cristiano a prescindere dei peccati commessi e del proprio torbito passato), fu la chiave di volta per una fortissima crescita in termini numerici. Il cristianesimo era sempre più in espansione e sempre più influente sulla vita degli uomini. Le ingiustizie di cui il cristianesimo primitivo volle farsi carico erano molteplici e di grave entità.  Le sacche di povertà erano in larga parte formate da gente ormai sfiduciata e ridotta ad una vita misera.  Il credo cristiano poteva quindi fare breccia nei loro cuori e ridare una nuova speranza di salvezza per cercare di colmare il bisogno di quella  povera gente. Ma andò sempre così? E adesso? Spero in un dialogo costruttivo e ricco di opinioni, anche divergenti.