IGNOTA VERITAS

Chi erano i primi cristiani?


Il cristianesimo, grazie alle nuove scoperte archeologiche forse potrebbe essere interpretato e riletto sotto una nuova luce. La sconvolgente analisi delle nuove fonti come ad esempio i codici di Nag Hammâdi, hanno contribuito a far emergere importanti notizie sull' origine della religione cristiana e sulla presunta manipolazione adoperata dagli apostoli o da personaggi successivi i quali utilizzarono la figura di  Gesù  delineando così  il carattere della nuova  religione. Successivamente alla morte di Gesù, in molti cercarono di far  espandere il credo cristiano cercando di coinvolgere più gente possibile. Nacquerò così molte piccole comunità cristiane che a volte erano molto diverse tra loro. Nel 1958 Mortom Smith (studioso e poi docente di Storia antica presso la Columbia University di New York) fece un importante ritrovamento in una piccola biblioteca nella città Mar Saba vicino Gerusalemme, una copia di una lettera scritta dal patriarca del II secolo Tito Flavio Clemente conosciuto come Clemente Alessandrino, la quale era stata scritta in risposta ad un cristiano, un certo Teodoro che chiedeva di avvicinare il gruppo dei “carpocraziani”. Nella lettera si parlava di un presunto e sconosciuto “Vangelo segreto di Marco”, una versione presumibilmente esoterica del vangelo biblico, che si rivolgeva solo agli iniziati. Il gruppo eretico che deteneva il Vangelo segreto di Marco erano noti come  “carpocraziani”, i quali praticavano una sorta di antichi riti sessuali facenti riferimento a quello che risultava scritto nel vangelo in loro possesso. I “carpocraziani” era un gruppo gnostico guidato da Carpocrate di Alessandria, definito in seguito dall’esperto di gnosticismo Tobias Churton, «un protocomunista…un intellettuale anarchico che coniò il detto “la proprietà è un furto”» Contro i carpocraziani si abbattè l’ira di S. Ireneo, vescovo di Lione. «Marco creatore di idoli, osservatore di portenti. Versato nell’osservazione degli astri, e profondo conoscitore delle oscure arti magiche, che confermi, con tali artifizi, le dottrine dell’errore,   offrendo segni  a coloro che tu stesso attiri nelle insidie dell’illusione, meravigli del potere disgiunto da Dio e apostata, che Satana, tuo vero e unico padre, ti dà ancor licenza di operare, con l’aiuto di Azazel, angelo decaduto e ciò nondimeno potente, rendendoti, così precursore delle sue empie attività.» S. Ireneo dichiarò: «Marco si dedica in particolar modo alle donne, soprattutto a quelle ben educate ed elegantemente vestite e assai ricche, che con assiduità tenta di attirare a sé rivolgendo loro parole assai seducenti come …”fatti bella come una giovane promessa in attesa del tuo sposo, affinché tu possa essere ciò che io sono, e ciò che tu sei. Lascia entrare il principio della luce nella tua camera nuziale. Ricevi da me uno sposo e donati a lui”» Forse Marco realmente traeva benefici personali dal culto da lui promosso, il fondatore del culto Carpocrate aveva creato una religione nuova cristiano/pagana fondata sul culto di Iside, sui riti dell’ iniziazione, sul battesimo, (non tanto diverso da quello praticato da Giovanni Battista),  sulla antichissima triade Iside, Osiride, Horus, e si veneravano personaggi come Pitagora, Platone e Gesù, questo ultimo considerato un semi-Dio, e per i carpocraziani la sua nascita era del tutto normale e naturale.  Da alcuni studi si può affermare che i carpocraziani avessero un ritratto di Gesù. Tale ritratto era stato commissionato per ordine di Pilato, da quale trassero ispirazione per la statua di Gesù, la quale erano soliti portare in processione, furono così i primi ad adorare Gesù Cristo. La grande novità che apportarono i carpocraziani fu l’abolizione della proprietà privata, un sorta di comunismo dei primordi o del concetto che in seguito fu fatto proprio dalla Chiesa, di concentrare la proprietà non del singolo ma dell’intera comunità ecclesiastica. Infatti i carpocraziani dividevano tutti i loro averi, ed adottavano anche pratiche sessuali promiscue e di scambio di compagni, tra le loro regole era proibito procreare ma questa regola era naturalmente  spesso trasgredita. Il sesso era considerato gradito agli dèi, il seme maschile era per loro la vera forza divina, il peccato era poi considerato il mezzo per cui Dio poteva operare la salvazione e quindi si poteva e doveva commettere. Le orge praticate dai carpocraziani avvenivano dopo abbondanti pasti, consumati in comune, la stanza veniva oscurata dalla luce e tutti si abbandonavano in amplessi e orge di gruppo e nella più totale promiscuità. Scrive così il Patriarca Clemente:«Essi si univano come meglio gli aggradava e  con chiunque desiderassero». Probabilmente nell’ antico culto del cristianesimo delle origini erano realmente presenti dei rituali legati alla sfera sessuale e all’unione con la grande madre terra. Forse erano gli stessi rituali che venivano utilizzati nelle cerimonie gnostiche in cui il sesso era praticato realmente. Il seme maschile era considerato sostanza sacramentale, logos spermatikos (il verbo spermatico – il creatore divino) o scintilla creatrice, frammento dello spirito nella natura. Gli gnostici cristiani avevano fatto propria la parabola di Cristo sul contadino che semina la terra arida e sterile, dandogli la loro interpretazione in cui è appunto il seme dell’uomo la forza creatrice con la quale l’uomo si avvicina maggiormente a Dio. Tendere verso il divino è l'obiettivo che da sempre l'uomo si pone e le difficoltà a comprendere i misteri spirituali sono legate alla sfera materiale. Il mondo va per la sua strada, l'uomo è debole e pertanto guiderà l'umanita per strade tortuose e  piene di tribolazioni, dove facilmente si può cedere alle tentazioni che la vita ci mette davanti. Alla base di questa riflessione vi è un solo pensiero, la paura che tutti gli uomini provano... la paura di morire.