IGNOTA VERITAS

Il labirinto


Il labirinto del Duomo di LuccaAccanto al labirinto si legge la scritta:HIC QVEM CRETICVS EDITDEDALVS EST LABERINTHVSDE QVO NVLLVS VADEREQVIVIT QVI FVIT INTVSNI THESEVS GRATIS ARIADNAE STAMINE JVTVS Traduzione:Questo è il labirinto che il cretese Dedalo costruì e dal quale nessuno,  entratovi, poté uscire all’infuori di Teseo aiutato,  per amore, dal filo di Arianna . Molti studiosi affermano che il labirinto rappresenta il viaggio iniziatico che l'uomo compie per ritrovare la divinità interiore, la ricerca della scintilla capace di rischiarare le tenebre. Il lbirinto è un luogo particolarmente ostile dove è possibbile incontrare tranelli e inganni di vario genere. La mente umana con la sua complessità è quindi facilmente identificabile con il labirinto. Nella mitologia greca incontriamo il labirinto nel mito di  Arianna e Teseo. Arianna è un' importante figura della mitologia greca, figlia del re di Creta Minosse e di Pasifae. Il mito di Arianna è raccontato in varie versioni. In una si racconta che Arianna si innamorò di Teseo, quando egli arrivò a Creta per uccidere il Minotauro del labirinto. Arianna decise così di aiutarlo e diede a Teseo un gomitolo di lana per poter segnare il percorso all'interno del labirinto e quindi riucire ad uscirne. Arianna fuggì con lui e gli altri ateniesi verso Atene ma Teseo la fece addormentare per poi abbandonarla sull'isola di Nasso. Dal loro amore nacquero dei figli, Demofonte e Stafilo. Da questo mito in cui una donna mostra all'uomo la via per districarsi nelle tenebre del labirinto, si afferma come la donna si artefice  del successo dell'uomo e sua  complice. Il labirinto  rappresenta il percorso iniziatico che bisogna fare per giungere alla conoscenza. L'iniziato deve intrapendere la ricerca del   Sè interiore,  la parte oscura della suo essere, per vincere le tenebre con la  luce divina. Il labirinto può essere  infatti visto, come un cervello umano, sia nella forma, che per il simbolo che esso rappresenta,  cioè, la ricerca interiore, il cammino di morte e rinascita.
Un altro mito, dei tanti in cui la donna rappresenta un viatico per l'uomo è il mito cristiano della cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva, in cui la donna porge ad Adamo il frutto della conoscenza, offertogli dal serpente tentatore, Dio si accorge del fatto e adiratosi caccia Adamo e la sua compagna Eva dal paradiso, facendoli precipitare sulla Terra. La Chiesa cristiana interpreta questo passo come la descrizione del peccato originale. Ma come può un mito rappresentare un peccato, un errore per cui l'umanità dovrebbe espiare? E perchè la conoscenza è peccato?  
Un  riscontro ulteriore della ricerca umana  della scintilla divina e nella rappresentazione  di Dio  all'interno  di un cervello umano,  a cui l'uomo (Adamo) protende. Questa'opera  meravigliosa la possiamo vedere nella Cappella Sistina ai Musei Vaticani, negli affreschi di Michelangelo. Il primo a svelare la similitudine  tra l'affresco di Michelangelo e il cervello umano è stato un neurologo, Franck Lynn Meshberger, del St. John’s Medical Center di Anderson, Indiana (USA), che pubblicò a questo riguardo un  articolo sulla rivista della Associazione Americana Di Medicina, JAMA. Dal suo articolo si evincono corrispondenze inquietanti che suggeriscono una somiglianza sorprendente, tra l’anatomia del cervello umano e l’affresco del Michelangelo. L’anatomia del cervello, è riprodotta in modo fedele sono infatti riconoscibili nell’affresco, il contorno della volta del cervello, e della base; l’arco del braccio sinistro di Dio delinea la struttura del giro del cingolo, il panneggiamento verde alla base descrive il corso dell’arteria vertebrale; la schiena dell’angelo che sorregge Dio corrisponde al ponte di Varolio, mentre le sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale.  Risulta evidente anche il dettaglio dei due lobi dell’ipofisi, la ghiandola che regola buona parte il nostro sistema endocrino, è rappresentato nel piede di un angelo che l’artista ha  raffigurato non a caso bifido, differentemente dai  piedi di Dio e degli altri angeli, rappresentati con piedi normali, mentre la coscia dello stesso angelo raffigura il chiasma ottico. Teologi, artisti, storici, filosofi,  possono interpretare in modo diverso gli affreschi di Michelangelo che costituiscono la volta della Cappella Sistina, resta comunque il fatto che è sempre desta nell'uomo la volontà di ritrovare quelle conoscenze perdute e poter così riaffermare se stesso, uomo e donna (la vera immagine di Dio).