IGNOTA VERITAS

I Miracoli 1° parte


Da sempre l’uomo è alla ricerca dell’evento straordinario capace di cambiare la sua vita e di alleviare le tante sofferenze che il genere umano deve affrontare durante l’esistenza. Nelle varie religioni i miracoli sono sempre presenti. Nell’ebraismo, nell’islamismo e nel cristianesimo i miracoli rappresentano il segno dell’onnipotenza di Dio. Ricordo un evento miracoloso che avvenne in India nel 1995, che sconvolse il mondo, le statue indù bevevano latte, era la prima volta che si verificava un fatto del genere. I fedeli erano stupefatti e offrivano latte ai loro dei. A me piace pensare che queste meraviglie inspiegabili siano opera dello stesso Dio. Un Dio di tutti e a cui tutti possano rivolgersi, un Dio né uomo e né donna ma entrambi, un Dio uguale per tutti e per il Quale tutti siano uguali. La religione cristiana reputa straordinari e miracolosi alcuni fatti riportati dai Vangeli canonici e attribuiti a Gesù, considerandoli segni della sua persona e testimonianza della Sua potenza divina. Prodigi e miracoli di Gesù sono raccontati anche nei Vangeli apocrifi,  per la maggior parte ritrovati nell’alto Egitto a Nag Hammadi nel 1945.  Originariamente il termine “apocrifo” significava nascosto, segreto, e solo successivamente con Ireneo e Tertulliano divenne un termine negativo, equivalente di “falso” o “falsificato”. Oggi questi scritti sono stati riabilitati dalla Chiesa cattolica e da molti anni gli scritti apocrifi sono oggetto di studio di numerosi esperti. Attualmente i vangeli e gli scritti apocrifi vengono considerati importanti documenti storici,  infatti offrono un panorama d’informazioni molto utili in uno studio così complesso.[1] L’attendibilità storica dei Vangeli canonici e degli scritti apocrifi rimane comunque un problema ancora aperto. Racconti di miracoli compiuti da Gesù si trovano anche nel Corano, anche se per gli islamici Gesù è considerato poco più di un profeta. Si presume che Gesù si sia proposto ai suoi apostoli e al popolo d’Israele come “figlio di Dio”, questa espressione era già conosciuta nella tradizione biblica ebraica e stava  ad indicare un particolare rapporto con Dio, (una relazione esclusiva) ma nel caso di Gesù è considerata come una reale filiazione divina. I miracoli rappresentano per i cristiani l’attestazione di Gesù come figlio di Dio e quindi i segni del suo essere divino. (Gv 2, 11-23 4,54) Un uomo che ai tempi di Gesù, dichiarava di essere l’incarnazione di Dio in terra  non era accettato dai Giudei: « Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?» «Non ti lapidiamo per un’ opera buona, ma per la bestemmia e perché tu che sei uomo, ti fai Dio»,   « “Voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio. Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre”» (Gv 10,32-38). Il fatto che Gesù si dichiarasse figlio di Dio fu uno dei motivi principali di  contrasto con i sacerdoti Giudei. In questa ottica è difficile spiegare la condanna alla crocifissione inflitta a  Gesù; infatti Giovanni nel suo Vangelo racconta che  gli argomenti utilizzati da Gesù non evidenziavano il carattere di  agitatore politico e quindi non erano sufficienti i motivi per una condanna a morte. (Gv 18, 28-29 19,6) In foto Cattedrale di Parma (particolare) [1] G. Barbaglio G. Bof S. Dianch Dizionario di Teologia  voce Gesù Cristo ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2002 pag. 671, 673