IGNOTA VERITAS

I Miracoli 2° parte


Gesù accompagna spesso le Sue parole con veri e propri prodigi e guarigioni inspiegabili che attestano che Gesù fosse il Messia tanto atteso. Gesù, quindi agiva, cioè si presentava alla gente come un guaritore, uno che praticava esorcismi  I miracoli compiuti sollecitano a credere in Lui, ma nonostante la grande evidenza dei fatti,   Gesù fu rifiutato ed accusato di agire per mezzo di demoni.[1] Nell’umanità di Gesù, tutto, miracoli, sofferenza, morte deve essere attribuito alla sua persona.[2] Le opere di Gesù per la maggior parte riguardano guarigioni ed esorcismi.«Ed ecco un lebbroso gli si avvicino e disse: Maestro Gesù, facendo la strada insieme con i lebbrosi e mangiando con loro in una locanda [sono diventato lebbroso] anch’io. Ma se tu vuoi, io sarò purificato. E il Signore [gli disse] Lo voglio: sii purificato! E in quell’istante se ne andò via da lui la lebbra. E il Signore gli disse: Và e mostrati ai sacerdoti.[3] Mostrarsi a sacerdoti, per un individuo che in passato era considerato impuro equivaleva ad attestare la sua nuova condizione e quindi farsi accettare dalla società che lo aveva emarginato. Nella Bibbia sono raccontate numerose  guarigioni come quella del lebbroso Naaman, capo dell'esercito assiro, avvenuta secoli prima della nascita di Gesù per opera del profeta Eliseo. (2Re 5,14-17),  Il Vangelo, di Luca descrive la guarigione di dieci lebbrosi, operata da Gesù (Lc 17,11-19). Tutti questi episodi, secondo la fede cristiana devono essere riportati alla potenza e al volere di Dio che ha operato per mezzo dei profeti  e  successivamente da Gesù. I miracoli di Gesù raccontati dai Vangeli sono di facile comprensione e le modalità con cui vengono compiuti risultano adeguate al periodo storico. Nel solo Vangelo di Marco è presente un episodio in cui Gesù guarisce un uomo affetto da sordità. Gesù tocca gli orecchi dell’uomo e con la saliva la lingua e poi pronuncia “Effata” in aramaico, apriti. (Mc 7, 31-37) Sempre nel Vangelo di Marco Gesù guarisce un cieco dalla nascita Batsaida mettendogli sugli occhi, della terra su cui aveva preventivamente sputato. Prendiamo adesso il miracolo della guarigione di una donna affetta da emorragia continua, raccontato nei tre Vangeli sinottici; Gesù guarisce quella donna appena lei gli tocca il mantello, quindi la guarigione avviene senza contatto di pelle e senza l’uso della parola.(Mt 9, 20-22) La differenza con altri miracoli compiuti da Gesù è quindi evidente, questo evento prodigioso sembra comunque attestarsi all’interno della legge ebraica. La legge ebraica, difatti vietava di toccare le donne con emorragie perché considerate impure.  ·                “La donna che al ricorso mensile ha il suo flusso di sangue, sarà segregata per sette    giorni” ·                “La donna che fuori dal ricorso mensile abbia per più giorni perdite di sangue, o alla quale il sangue non cessi dopo il detto ricorso, sarà impura per la durata di tale incomodo, come durante il flusso mensile”(estratto dal Levitico)Questo spiegherebbe che la donna affetta da emorragia dovette sforzarsi per toccare Gesù, riuscendo  appena a sfiorare un lembo del Suo mantello. L’interpretazione teologica tradizionale desume che Gesù per proporre i Suoi insegnamenti doveva compiere pubblicamente dei miracoli per dimostrare di possedere i poteri considerati caratteristici della divinità e confermare le antiche  visioni profetiche che annunciavano la venuta del Messia. I miracoli possono essere compiuti da Cristo, dai Santi, e dai discepoli di Gesù.[4] Una teoria per affermare la veridicità di un fatto (ad esempio un miracolo presente nel NT) è il criterio della molteplice attestazione cioè che il fatto in questione è attestato in diverse fonti indipendenti fra loro.[5] Il miracolo per chi ha fede può servire a rafforzarla e a coltivare la speranza di salvezza propria del messaggio cristiano «credi nel Signore Gesù e sarai salvo tu e la tua famiglia», credere in Gesù è anche credere nei suoi miracoli, (At 16,31) invece per chi non ha fede probabilmente il miracolo potrebbe allontanare maggiormente dalla religione perché esso rappresenta  il soprannaturale e quindi l’inspiegabile, che per una mente razionale risulta inaccettabile. [1]Catechismo della Chiesa Cattolica 547 548 - 1997[2] Catechismo della Chiesa Cattolica 89 -  2005[3] Vangeli della predicazione Papiro Egerton Jo V 45 (apocrifo)[4] Catechismo della Chiesa Cattolica 156  434 - 2005[5] G. Barbaglio G. Bof S. Dianch Dizionario di Teologia  voce Gesù Cristo  ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2002 pag. 677