Mare e dintorni

Post N° 201


ODE ALLE ACQUE DEL PORTONon altro galleggia nei portise non rottami di casse,cappelli abbandonatie frutta deceduta.Dall'alto i grandi uccelli neristanno a guardare,immobili.Il Mare si è rassegnato all'immondizia,le impront digitali dell'oliosi sono stampate sull'acqua come sequalcuno avesse camminato sulle ondecon piedi oleosi,la schiuma ignora la sua origine:non più zuppa di deane sapone di Afrodite,ma la sponda in gramaglie di un'osteriacon galleggianti,oscuri cavoli sgominati.Gli altri uccelli neridalle ali sottili come pugnaliaspettano lassù,lenti,ormai senza volo,confitti in una nube,indipendenti e segreti comeliturgiche forbici,e il Mare che ha scordato la marina,lo spazio dell'acqua che disertòe divenne porto,è esaminato con solennitàda un freddo comitato di ali nereche vola senza volare,confitto nel cieloblindato,indifferente,mentre l'acqua sporca dondolail vile lascito caduto dalle navi.(Neftalì Ricardo Reyes Basoaltoin arte "Pablo Neruda")