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I giorni tristi (durante il ritorno del razzismo)

Post n°153 pubblicato il 17 Gennaio 2018 da single_sound
 

In due giorni il candidato del centrodestra alla Regione Lombardia, Fontana, è riuscito a dare il peggio di se stesso.

Prima ha parlato di razza bianca, poi per metterci una pezza, con un discorso ai limiti dell'incredibile, ha sostenuto che andrebbe cambiata la Costituzione perché anche questa all'art. 3 parla di razze.

Il livello ormai è sempre più evidente e pare che non ci sia più possibilità di frenare questa discesa verso gli inferi.

Proviamo solo a fare qualche banale considerazione sulla Costituzione che parla di razze  (!) e vediamo il testo dell'art. 3:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Come si vede ci sono alcuni concetti positivi e altri negativi in questa disposizione.

Quelli negativi: l'operare distinzioni tra persone sulla base della razza, del sesso, delle opinioni per esempio.

Quelli positivi: i cittadini e la persona umana (la persona umana a prescindere dalla razza).

Nel dibattito politico di questi giorni, il problema ruota tutto attorno, pare, al problema della parola razza nell'art. 3.

Certo, l'art. 3 dice razza. Ma mica dice che esistono le razze. Se la Costituzione avesse voluto dire che esistono le razze, avrebbe potuto dire, ad esempio, che l'Italia è una Repubblica la cui società si compone di razze diverse. Non era più facile dir così?

La Costituzione dice che ciascuno può professare la sua religione e dunque prende atto che esistono fenomeni umani chiamati religioni. E la religione contempla l'esistenza di Dio. Forse ciò vuol dire che la Costituzione ammette l'esistenza di Dio?

E mica è lo Statuto Albertino!

Ecco forse questo sarebbe un discorso più evoluto. Proprio nel 1938, vigente (anche se era carta straccia) lo Statuto Albertino che riconosceva la religione cattolica come religione di Stato e quindi ammetteva l'esistenza di Dio (al contrario della nostra Costituzione), il legislatore (fascista) approvò le leggi razziali contro i cittadini ebrei.

Basterebbe ciò per spiegare il senso dell'art. 3 della Costituzione. Che al problema dell'esistenza delle razze, in fondo, è indifferente. Ciò che gli preme è proprio evitare che situazioni come quelle vissute nel 1938 abbiano a ripetersi.

Le costituzioni non servono a fondare o smentire princìpi scientifici. Le costituzioni servono a organizzare lo Stato e garantire i diritti dei cittadini. E quindi il senso dell'art. 3 è chiarissimo: il legislatore non può usare gli argomenti citati per arrivare a discriminare i cittadini.

Basta cogliere questi pochi, elementari aspetti per comprendere il senso dell'art. 3 della Costituzione.

Qualcuno, per cortesia, li spieghi a Fontana.

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