Il fallo professionale di Berlusconi
Pubblicato Lunedì 8 Dicembre 2008 in
Inghilterra
[The Guardian]
Il suo piano per raddoppiare l’IVA alle pay-TV sarà un duro
colpo per Sky Italia, di Murdoch. Ma penalizzare i suoi 4,7 milioni di
abbonati potrebbe danneggiare il premier italiano.
Quando presentò la propria piattaforma satellitare, Sky Italia,
Rupert Murdoch si rifiutò spensieratamente di credere che l’immenso
potere di Silvio Berlusconi, nella doppia veste di capo del governo e
di magnate dei media, potesse rappresentare una minaccia per la sua
azienda. In un’intervista egli affermò che Berlusconi era “un uomo
moderno di larghe vedute”. In ogni caso, aggiunse, “il business è
business”.
Sarebbe interessante sapere se il padrone di News Corp è dello
stesso avviso questa settimana dopo la sua prima grande sconfitta in
Italia e dopo aver ricevuto un avviso scottante del fatto che -
soprattutto nell’Italia di Berlusconi - il business non è mai solo
business, ma, piuttosto, un’attività strettamente legata alla politica.
La tensione fra i due, in costante crescita da anni, finalmente è
venuta allo scoperto la scorsa settimana in una disputa che ha dominato
le prime pagine e i comunicati stampa in Italia.
In un pacchetto di misure approvato dal Consiglio dei Ministri 8
giorni fa, l’aliquota Iva applicati agli abbonamenti alle pay TV
raddoppierà dal primo gennaio. E’ un provvedimento che, come ammesso
dal CEO di Sky Italia, Tom Mockridge, potrebbe rallentare la crescita
impressionante raggiunta dalla sua azienda durante gli ultimi 5 anni.
Malgrado la campagna mediatica lanciata da Sky, il governo
Berlusconi ha usato le linee guida anti-concorrenziali dell’Unione
Europea per giustificare ciò che i politici dell’opposizione hanno
definito come uno stratagemma di Berlusconi-politico per difendere gli
interessi di Berlusconi-imprenditore.
Assicurandosi i diritti televisivi della serie A, il tasso di
crescita di Sky Italia ha messo in allarme i propri principali
concorrenti della Tv terrestre -Mediaset, controllata da Berlusconi, e
la tv pubblica RAI. E’ riuscita a raddoppiare abbondantemente il numero
d’abbonati ricevuto nel 2003 raggiungendo i 4,7 milioni, e in una
giornata tipo raggiunge il 9% dello share televisivo.
Finora, gli abbonati Sky pagavano la metà dell’aliquota IVA normale
del 20%, un taglio che aveva lo scopo di promuovere un’alternativa al
“duopolio” esistente. Sky ha chiuso il bilancio in positivo per la
prima volta l’anno scorso. La maggior parte dei clienti del suo
principale rivale, Premium, appartenente a Mediaset, pagano l’aliquota
piena. Mercoledì scorso, una portavoce della Commissione Europea ha
confermato che Bruxelles ha comunicato alle autorità italiane che
potrebbe aprire un’inchiesta qualora non prendessero misure per sanare
questa discrepanza.
La portavoce, tuttavia, ha aggiunto: “Il governo doveva decidere se
l’aliquota doveva essere del 10% oppure del 20% per tutti, poiché sono
gli stati membri a decidere l’aliquota, non siamo noi.”
Premium possiede soltanto il 6% del mercato delle pay-TV, la
sussidiaria di Murdoch ne possiede invece il 92%. Secondo le stime di
un analista, la decisione del governo costerà all’azienda del premier
soltanto € 12 milioni all’anno, mentre Sky pagherà € 230 milioni.
L’aumento dell’IVA fa parte di una serie di misure mirate ad aumentare
i consumi, tuttavia, i suoi effetti saranno di segno opposto:
rappresentano una riduzione, per quanto modesta, del potere d’acquisto
di 4,7 milioni di famiglie abbonate a Sky.
“Con il paese nel mezzo di una crisi economica, Berlusconi pensa di
salvaguardare l’azienda di famiglia, penalizzando il proprio
concorrente principale” infuriava Antonio Di Pietro, leader del
movimento Italia dei Valori. “E’ una disgrazia - una misura da
Repubblica delle banane”.
Probabilmente, però, l’attacco più sferzante è venuto da un’altra
parte. Domenica scorsa, mentre milioni di tifosi italiani si mettevano
di fronte allo schermo per guardare le partite della serie A, la
principale conduttrice televisiva di Sky ha rivolto un messaggio a
loro. Ilaria D’Amico aveva un messaggio indirizzato sia ai loro cuori
sia alle loro tasche. Il governo, ha detto, ha colpito gli interessi
delle “famiglie italiane che avevano liberamente scelto d’abbonarsi a
Sky”. Il messaggio invitava i telespettatori a manifestare il proprio
disappunto scrivendo un’e-mail alla segreteria della Presidenza del
Consiglio e forniva anche l’indirizzo per farlo. Mezzo milione di
reclami sono arrivati nelle successive due ore.
Sconcertati da questa risposta, alcune persone legate al Presidente
del Consiglio hanno esitato e riflettendo ad alta voce hanno detto che
l’aumento dell’IVA può essere sempre corretto al momento della ratifica
in Parlamento. Persino lo stesso Berlusconi è apparso meno convinto ad
un certo punto la settimana scorsa di fronte a quello che sembrava
essere un contraccolpo mediatico. Tuttavia, dopo che il Ministro
dell’economia Giulio Tremonti ha sottolineato che Bruxelles aveva
chiesto al governo di intervenire, è velocemente ritornato sui propri
passi.
E’ un po’ meno chiaro, però, se Berlusconi la spunterà. Non solo la
sua manovra penalizzerà milioni di votanti; c’è anche il rischio che la
faccenda cambi la percezione che la gente ha del Presidente del
Consiglio italiano.
Berlusconi salì alla ribalta nella veste di un difensore del libero
mercato - un Richard Branson italiano che, durante gli anni ‘80,
interruppe il dominio della RAI. Egli sfrutta ancora quest’immagine di
paladino del libertà di scelta, ma negli ultimi giorni è parso
difendere eccessivamente lo status quo.
A proposito del neozelandese Mockridge, perfino “Il Foglio”, un
quotidiano appoggiato dalla moglie di Berlusconi, Veronica, ha
dichiarato - rivolgendosi direttamente ai telespettatori - che il suo
contrattacco è stato fatto nella miglior tradizione dell’egocentrico
Presidente del Consiglio italiano. “Berlusconissimamente” proclamava il
giornale.
Cronologia
1998
Dopo mesi di incontri, mirati a risolvere il conflitto d’interessi
tra Berlusconi imprenditore e politico, egli rifiuta un’offerta di tre
miliardi di euro da parte di Rupert Murdoch per una quota in Mediaset
pari al 50,6%.
2001
Murdoch ci riprova, senza successo, ad acquistare l’asset televisivo di Berlusconi.
2003
Murdoch lancia Sky Italia dopo l’avallo dell’UE all’acquisto di Tele+, azienda originariamente fondata da Berlusconi.
2005
Mediset si prende i diritti per il digitale terrestre delle partite
in casa delle prime tre squadre di calcio, mettendo così le fondamenta
per il lancio del servizio Premium a pagamento.
Sky fa ricorso contro il sussidio governativo pari a € 100 milioni
per i decoder del digitale terrestre (ma non per quelli satellitari).
L’appello è stato confermato l’anno successivo.
2009
L’aliquota IVA per le pay-Tv raddoppierà al 20%.