Tracce dall'Universo

Post N° 3


- Vostra eccellenza, il responsabile della Guardia Imperiale ha chiesto di parlarvi. Dice che deve darvi una comunicazione molto importante. -- Me lo passi pure, Sastakùr. -    Dalla scrivania di Visìndamon, il Condottiero dei Sindamani, apparentemente vuota, si sollevò un quadrato luminoso. Sullo schermo, verde in volto e con le orecchie a punta rivolte aerodinamicamente all'indietro, pelato, le sopracciglia sottili ed un finissimo pizzetto nero a punta che pareva essere posticcio, apparve Mistidùr, il responsabile della Guardia Imperiale. Come tutti i Sindamani, egli sorrideva ed aveva una luce particolare in fondo agli occhi, molto serena.- Salute a te, Mistidùr, a cosa devo questa tua chiamata? -- Volevo comunicarti che l'astronave terrestre ha varcato i confini del loro sistema planetario e si sta dirigendo verso la Terra Madre. Procedono ancora molto lentamente, ma nel giro di qualche giorno dovrebbero raggiungere la velocità di curvatura. Come dobbiamo procedere? -- Seguiteli e controllate che non subiscano attacchi di alcun tipo. Mi raccomando, solo, non fate rilevare la vostra presenza. Non vorrei che si turbassero eccessivamente già nei primi giorni di viaggio. Lasciamo che procedano bene col rodaggio dell'astronave e acquisiscano familiarità con la navigazione al di fuori del loro sistema. Cercate di prevenire ogni attacco nei loro confronti, di modo che non si accorgano di nulla. -- Faremo del nostro meglio, Visìndamon. -- Perfetto. Io nel frattempo faccio preparare il Vascello Imperiale. Li intercetterò lungo la via. -- Salute a te, Visìndamon. Ti terrò costantemente aggiornato. -- Molto bene. Voglio un rapporto dettagliato ogni sei ore. Salute a te, Mistidùr.    Lo schermo scomparve ritirandosi nella scrivania, così come da essa era venuto, e questa rimase vuota e perfettamente liscia. Visìndamon, anch'egli con il caratteristico pizzetto nero e sottile sul mento, con la punta rivolta in avanti, fissò il vuoto per qualche istante, pensieroso. Era emozionato, sarebbe stato infatti il primo Sindamano a parlare con un terrestre dopo millenni, e la cosa lo riempiva di gioia e apprensione allo stesso tempo.    Nei loro passati viaggi sulla Terra erano sempre stati accolti come delle divinità ed adorati, motivo per cui avevano sospeso le spedizioni conoscitive e si erano limitati a svolgere opera di sorveglianza. Ora, però, che anche gli umani avevano varcato i confini del loro sistema planetario, Visìndamon credeva fortemente, e lo stesso i suoi consiglieri, nella possibilità di instaurare un dialogo proficuo e costruttivo tra le due civiltà.    Si alzò dunque dalla scrivania, superò un'invisibile porta scorrevole posta nella parete del suo studio opposta alla sedia su cui sedeva e si diresse verso la Sala Consiliare. Lì avrebbe preparato nei minimi dettagli, assieme ai suoi consiglieri, il prossimo incontro.