Tracce dall'Universo

 


Propulsione a curvatura    Ciao a tutti. Visto che per il momento la Santa Maria sembra navigare in acque tranquille, anche grazie all'aiuto dei Sindamani, e che a bordo non vi sono grandi problemi da risolvere per il capitano, oggi avevo intenzione di darvi qualche informazione tecnica riguardo a quello che state leggendo sul mio blog. Pensavo dunque di cominciare fornendovi qualche nozione di base sul concetto di curvatura, il sistema a me più noto, tra quelli ipotizzati, che consentirebbe di superare la velocità della luce e con essa la teoria della relatività di Einstein, secondo la quale tale limite non può essere valicato.    Premetto al riguardo che l'invenzione della propulsione a curvatura non è mia ma del creatore della saga di Star Trek, solo che a me sembra la più accattivante e realizzabile, forse per la maggiore familiarità che ho con essa. Le informazioni, poi, non le ho ricavate semplicemente in base alla visione del film, ma le ho cercate e studiate su Wikipedia, a cui rimando per eventuali approfondimenti sull'argomento.    Bene, come vi accennavo prima la propulsione a curvatura (warp drive) è il tipo di propulsione che permette alle astronavi dell'Universo fantascientifico di Star Trek di viaggiare ad una velocità superiore a quella della luce. L'energia necessaria a raggiungere una simile velocità è fornita da un reattore materia/antimateria, che fa reagire la materia e l'antimateria in maniera controllata per mezzo di cristalli di dilitio. L'energia creata da questi motori consente di creare una distorsione spazio-temporale attorno all'astronave, la quale genera delle forze contrapposte che piegano (cioè curvano) lo spazio-tempo fino a consentire il salto nell'iperspazio ed il raggiungimento della destinazione in un tempo minore.    Chiarisco con un esempio, lo stesso trovato su Wikipedia, che si rifà agli scritti del creatore di Star Trek. Immaginate di prendere un fazzoletto e di tracciare una linea lungo la diagonale: quello è lo spazio-tempo che ci mettereste viaggiando alla velocità della luce per giungere da un capo all'altro. Se però piegate il fazzoletto avvicinando questi due capi ridurrete il salto necessario a giungere da uno all'altro. Quello che fanno appunto questi motori quando entrano in azione.    Questa possibilità che vi ho brevemente illustrato è comunque supportata scientificamente dagli studi di un fisico messicano, Miguel Alcubierre, il quale ha teorizzato la possibilità di viaggiare nello Spazio utilizzando una "bolla di curvatura" in cui lo spazio anteriore ad essa viene contratto mentre quello posteriore viene espanso. In questo modo si potrebbe viaggiare più velocemente di un raggio di luce che viaggia all'esterno della bolla pur non infrangendo i limiti della relatività di Einstein.    Come potete vedere, questo assomiglia molto al sistema di propulsione che vi ho mostrato sopra. La prossima volta, invece, vi parlerò del funzionamento del motore a curvatura.    Prima, però, torniamo al nostro capitano...