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« Le alghe: tutto ciò che ...Juwel Vision 260 »

II parte: alghe

Post n°5 pubblicato il 27 Marzo 2008 da AndreaTrionfera

Segue la seconda parte del precedente articolo, troppo lungo per essere inserito in un unico post.

Andiamo quindi a definire i vari tipi di alghe escludendo dapprima la classe dei cianobatteri che è estranea a questa classificazione. Passiamo poi a descrivere le diatomee ed in seguito distinguiamo le alghe brune dalle verdi. In realtà la classificazione scientifica è molto più complessa e si basa sulla complessità cellulare e i 15 differenti tipi di pigmenti sfruttati dalle alghe, per semplicità illustreremo quelle più comunemente ospitate nei nostri acquari.

Cyanophita (Cianobatteri)
I cianobatteri comprendono organismi procarioti (batteri) fotosintetici con clorofilla. Queste alghe in realtà sono dei batteri fotosintetici e sono in grado di adattarsi molto bene a qualsiasi ambiente. Il loro nome significa alghe blu e verdi, ma in realtà si possono presentare anche con colori diversi quali il blu-verde, il nero e il rosso; hanno la consistenza del fango o poco più dense e a volte emanano un cattivo odore. La maggior parte dei cianobatteri sono unicellulari, ma sono in grado di riunirsi in colonie oppure in filamenti. Come cellula sono formati da un nucleo e da una doppia membrana, se si riuniscono in colonia si collegano attraverso le pareti cellulari oppure attraverso le guaine gelatinose. Anche se vivono in colonia ogni cellula continua a condurre vita propria. Per crescere non hanno solo bisogno di nitrati e ammoniaca, sono però conosciuti nella forma di acqua dolce per assorbire le sostanze azotate. In venti minuti sono in grado di raddoppiare la loro popolazione, infatti tutte le cellule, escluso gli eterocisti sono in grado di riprodursi, questo fa capire quali possono essere i danni che questi possono provocare in un acquario.

Cause: in genere la causa principale della presenza di queste alghe è l’inquinamento dell’acqua, quindi abbondanza di cibo disciolto nell’acqua, avanzi di quest’ultimo, oppure troppi escrementi: abbondanza di nitrati e fosfati. La causa potrebbe anche essere troppo materiale in decomposizione sia animale che vegetale; a volte può capitare che la morte di un nostro ospite non ci crei troppi problemi e non si cerca neanche di togliere il cadavere dalla vasca o perché non si vede o perché è incastrato chissà dove, ma attenzione questo può creare variazioni repentini nei valori dell’acqua che possono dare problemi.

Soluzioni: alle prime apparizioni bisogna agire tempestivamente e controllare i parametri dell’acqua e intervenire se necessario con dei cambi parziali di acqua. I valori dell’acqua da controllare sono: fosfati, nitrati, nitriti, ammoniaca. Aumentare l’ossigenazione non basta, usare antibiotici è sconsigliabile, almeno come prima risorsa, in quanto oltre ad uccidere i cianobatteri potrebbe uccidere i batteri del filtro e questo non è un nostro obbiettivo. Per ridurre ancora di più i fattori inquinanti sarebbe meglio far rispettare ai pesci e ad altri eventuali ospiti della vasca un periodo di digiuno. Se si tratta di un acquario tropicale sarebbe utile abbassare la temperatura fino a 23°-24°C; questo può essere una soluzione che funziona abbastanza bene per controllare la prolificazione del batterio. Attenzione che il batterio non può vivere assolutamente in acqua acide quindi sapendo quali sono i vostri ospiti nell’acquario comportatevi di conseguenza. Un sistema efficace può essere il seguente: fare un cambio del 30 % con acqua osmotica e cercare di aspirare più cianobatteri che si può. Dopo di che, recuperare più alghe possibili con un retino a maglia fine, cercando di lasciarne il meno possibile. Una volta fatto questo, mettere una pietra porosa che sputi più aria possibile e dimezzare, o la potenza delle luci se si può, oppure le ore di illuminazione. Si può anche usare un alghicida se la situazione è disperata. Tutto questo per tre giorni. Passata una settimana dal cambio, si fa nuovamente lo stesso trattamento. Come ultima spiaggia si può ricorrere agli antibiotici. Questi vanno utilizzati come se si dovesse curare una batteriosi dei pesci. Attenendosi al dosaggio più basso possibile. Dopo il trattamento cambiare il 50% dell’acqua, filtrare per 72 ore con carbone attivo.

Chromophita (alghe dorate)
Si contano all’incirca 500 specie di cui prevalentemente vivono in acqua dolce e costituiscono la maggior parte del nanoplancton e vengono usate per far crescere larve e molluschi. Sono organismi unicellulari flagellati che si riuniscono in colonie o in filamenti, le loro pareti sono di cellulosa o peptina con degli scheletri silicei che assumono forme molto particolari e belle da vedersi. Il loro colore principale è bruno o dorato, ma a volte possono anche essere trasparenti. Hanno bisogno di luce per sopravvivere poiché nella loro struttura sono dotati di clorofilla a e c. La presenza di acqua inquinata rende quest’alga un predatore.

Cause: come prima il troppo inquinamento può essere una causa, l’altro può essere la troppa illuminazione.

Soluzioni: come detto prima, e questo vale quasi per tutte le alghe, subito un controllo dell’acqua e se ci sono anomalie porre rimedio cambiando l’acqua parzialmente. Anche in questo caso potrebbe essere il troppo cibo somministrato allora bisognerebbe provvedere a un periodo di dieta dei pesci. L’inquinamento dell’acqua non è l’unica causa, può succedere che una errata illuminazione sia una delle cause, in questo caso è la scarsa illuminazione a dare problemi. Infatti, se l'alga è già presente nell’acquario sotto forma innocua, se manca la luce può subire una trasformazione: atrofizza e diventa un predatore, quindi controllare le luci e il loro corretto funzionamento. Se non riuscite a debellarle provate ad aumentare la corrente nell’acquario: non riescono a sopravvivere in acqua con forti correnti.

Xantopyceae (alghe gialle verdi)
Questa classe di Chromophyta è costituita da circa 550 specie e per nostra fortuna il loro ruolo in acquario è scarso. In genere si presentano di colore verde. Sono alghe molto piccole e a volte è capitato che alcune alghe sono state osservate una volta e poi mai più.
Contengono clorofilla c e formano colonie; il legame che unisce tra di loro due alghe è più forte di quello che tiene insieme le pareti dell’alga quindi se la catena si spezza si rompe l’alga e la catena termina con la tipica forma ad H; questo però è uno dei modi con cui la si può riconoscere facilmente al microscopio. In genere si presenta come dei lunghi filamenti, si procura il cibo attraverso la clorofilla: ha quindi bisogno di molta luce per poter crescere.

Soluzioni: una scarsa movimentazione dell’acqua può essere una causa quindi aumentate la portata della pompa almeno momentaneamente.

Bacillariophyceae (alghe silicee o diatomee)
Devono il loro nome alla membrana silicea composta da due parti chiuse come una scatola, all’interno, attraverso i motivi geometrici e affascinanti delle due tasche della membrana, si distinguono il nucleo e cromoplasti. questa classe di Chromophyta è costituita da circa 5600 specie, sono prevalentemente alghe unicellulari. Nella catena alimentare hanno un ruolo fondamentale in quanto costituiscono la parte principale del fitoplancton. Queste alghe una volta morte vengono usate per filtrare l’acqua dalle sostanze più piccole. Le pareti sono costituite da diossido di silicio quindi sono molto dure e resistenti. Queste alghe sono unicellulari e possono vivere in vari modi: formare le colonie, vivere sul fondo oppure in sospensione nell’acqua o come epifiti sulle piante. Colonizzano di frequente anche gli strati intermedi del fondo insieme ai cianobatteri in comunità fittissime che creano le tipiche stratificazioni scure nelle sezioni di fondo osservate dai vetri. Per vivere o hanno bisogno di luce oppure vivono in simbiosi con altri protozoi marini fornendo loro carbonio organico. Una volta morte la loro membrana di silicio rimane come uno scheletro vuoto che all’occhio umano appare come una sabbia finissima, è possibile utilizzare questa polvere di diatomee per caricare degli appositi filtri meccanici in grado di trattenere anche le particelle più minuscole.


Cause: come detto nella loro struttura contengono silicio quindi un'alta concentrazione di questo causa un forte aumento della loro crescita. Solitamente compaiono negli acquari appena allestiti.
Sono di colore giallognolo e vengono via molto facilmente se proviamo a toglierle con le mani. La crescita di cianobatteri può essere una causa dell’aumento di queste alghe in quanto fanno aumentare la concentrazione di silicio nell’acqua: i mali non vengono mai da soli. Quindi vedere anche i metodi per diminuire i cianobatteri che ci sono nell’acqua. Attenzione all’allestimento che si è fatto perché la sabbia di fiume contiene silicio e quindi se ne contiene troppo può essere un problema. Al più, se si scopre che la sabbia è veramente troppo ricca di silicio, è meglio provvedere a un riallestimento del fondo.

Soluzioni: si deve provvedere subito alla diminuzione di concentrazione del silicio che se può essere misurato deve essere sotto 1 mg/l. Si può provvedere usando uno scambiatore di ioni oppure usando acqua demineralizzata in questo modo le diatomee scompariranno presto. Un altro modo efficace è l’introduzione di pesci quali Otocinclus affinis, plecostomus e ancistrus. Esemplari giovani di queste specie sono ghiotti di queste alghe.

Phaephyceae
Questa classe di Chromophyta è costituita da circa 1500 specie, per la loro complessità si avvicinano di più ai protisti pluricellulari piuttosto che ai protisti unicellulari. Sono in realtà delle vere e proprie piante che possono raggiungere in mare dimensioni notevoli: 60 metri di lunghezza, cresce 60 cm al giorno. Un pigmento, la fucoxantina, che è di colore bruno, conferisce loro il tipico colore marrone. Questa è forse la maggior differenza con le piante di terra che non sono dotate di questo pigmento. Usata dagli uomini per produrre algina: uno stabilizzatore ed emulsionatore per alimenti, l’acido alginico è contenuto insieme alla cellulosanelle pareti cellulari. La fotosintesi è quella che permette loro di vivere infatti ricavano con essa grassi, mannite, lamminarina, polissaccardi e carboidrati.

Cause: in genere non è una specie che si forma negli acquari di acqua dolce perché si hanno illuminazioni troppo forti e temperature troppo alte quindi non è esatto ne parlare di cause ne di rimedi.

Soluzioni: Vale il discorso fatto per le cause.

Dinophyceae (dinoflagellati)
Questa è un’altra classe di Chromophyta che comprende circa 2500 specie, sono ancora dei protisti unicellulari. Si pensi che in natura sono veramente un numero impressionante: un litro di acqua ne può contenere 200000 unità; sono quindi una componente fondamentale del plancton. In un acquario se contenuti nella giusta misura non si vedono neanche e sono anche utili. Dato che possono essere dotate di pigmenti molto diversi tra loro hanno una varietà di colore molto ricca si va dal giallo al marrone scuro, blu ,verde, ma a volte possono essere incolore. Le loro dimensioni possono andare da 0.01 a 2.0 mm. Compaiono come uno strato melmoso che ricopre qualsiasi cosa, attenzione che possono essere tossiche per i pesci e se avete le lumachine anche per loro.

Cause: esse non crescono mai da sole, ma in compagnia delle diatomee, cianobatteri, alghe verdi e di quelle forme di alghe melmose.

Soluzioni: cambiare parzialmente l’acqua non basta, si può provare con la sterilizzazione ultravioletti, ma per l’acquario dolce la soluzione migliore è la riduzione del fotoperiodo: lasciare spente per un giorno intero le luci nell’acquario e in seguito un fotoperiodo di 4 ore al giorno fino alla totale sparizione delle alghe, ciò sembra portare a livelli ragionevoli la loro presenza. Anche elevando il pH si può avere un effetto positivo si può portare il pH a 8.4-8.5 durante il giorno e a 8.2 durante la notte, nella speranza che siano valori compatibili con gli ospiti del vostro acquario

Rhodophyta (alghe rosse)
Le specie di queste alghe sono più di 4000 le quali si trovano soprattutto nelle acque tropicali e temperate. L’uomo le usa per fare la gelatina. le rappresentanti più famose in acquario sono le famigerate alghe a pennello del genere Rhodochorton. Sono le alghe più coriacee e difficili da debellare nelle nostre vasche, difficilmente gradite anche ai pesci ed agli invertebrati alghivori. Di colore verde oliva fino quasi al nero devono le loro sfumature alla clorofilla “a” che con i pigmenti (ficoeritrina e ficocianina) da loro il colore caratteristico; riesce ad assorbire le radiazioni verde, blu e violetta che penetrano più a fondo: infatti assorbono le radiazione che l’acqua non ha assorbito. Questo tipo di alga in acquario però vive nei substrati ben illuminati. A secondo dei pigmenti possono avere colore roseo, violetta, rosso, purpureo oppure bruno. Osservando i filamenti di queste alghe al microscopio notiamo dei rigonfiamenti bulbosi alle estremità, sono gli sporangi, maturando formano le spore che si staccano dal corpo dell’alga e vagano trasportate dalla corrente, quando la spora trova una superficie solida su cui adagiarsi inizia a produrre la cellula base. Questo tipo di riproduzione asessuata spiega la velocità di diffusione e la capacità di colonizzare tutte le superfici della vasca.

Cause e soluzioni: per la loro grande sensibilità ai valori dell’acqua può essere che compaiano e scompaiano senza preavviso alcuno.

Chlorophyta (alghe verdi)
Le specie di queste alghe sono più di 7000 e vi sono alghe acquatiche, altre vivono sulla superficie della neve, in licheni, sui tronchi e nel suolo. La maggior parte è di acqua dolce e la loro forte presenza nell’acqua dell’acquario può renderla di colore verde. Queste alghe possono essere o piccolissime oppure abbastanza grandi vi sono delle specie che possono raggiungere dimensioni di circa 25 cm di diametro e lunghezza 8 metri. Hanno clorofilla a e b e assomigliano moltissimo alle piante infatti sono dotati di parete rigida composta di polisaccaridi cellulosi. Le alghe verdi filamentose (Oedogonium e Ulothrix) appartengono a questo gruppo.
In acquario è facile rimuoverle manualmente arrotolandole su dei bastoncini, gli alghivori le divorano con gusto e una buona circolazione dell’acqua ne previene l’accumulo. Sono tipiche delle vasche appena avviate dove possono essere interpretate come indicatori di buona qualità dell’acqua. E’ facile contrastarle con una folta vegetazione che ne limita la diffusione sottraendo i nutrimenti dalla colonna d’acqua. Anche le esplosioni di alghe che si verificano in vasche avviate da poco sono causate da alghe verdi. Il pulviscolo che si osserva in sospensione è il fitoplancton composto da alghe unicellulari.

Soluzioni: è difficile da debellare, si può procedere con una eliminazione meccanica; una manola dà il controllo della concentrazione dei nitrati e dei fosfati. La riduzione del fotoperiodo ci aiuta tenere sotto controllo l’alga.

Chlorophyta (alghe verdi)
Le specie di queste alghe sono più di 7000 e vi sono alghe acquatiche, altre vivono sulla superficie della neve, in licheni, sui tronchi e nel suolo. La maggior parte è di acqua dolce e la loro forte presenza nell’acqua dell’acquario può renderla di colore verde. Queste alghe possono essere o piccolissime oppure abbastanza grandi vi sono delle specie che possono raggiungere dimensioni di circa 25 cm di diametro e lunghezza 8 metri. Hanno clorofilla a e b e assomigliano moltissimo alle piante infatti sono dotati di parete rigida composta di polisaccaridi cellulosi. Le alghe verdi filamentose (Oedogonium e Ulothrix) appartengono a questo gruppo.
In acquario è facile rimuoverle manualmente arrotolandole su dei bastoncini, gli alghivori le divorano con gusto e una buona circolazione dell’acqua ne previene l’accumulo. Sono tipiche delle vasche appena avviate dove possono essere interpretate come indicatori di buona qualità dell’acqua. E’ facile contrastarle con una folta vegetazione che ne limita la diffusione sottraendo i nutrimenti dalla colonna d’acqua. Anche le esplosioni di alghe che si verificano in vasche avviate da poco sono causate da alghe verdi. Il pulviscolo che si osserva in sospensione è il fitoplancton composto da alghe unicellulari.

Soluzioni: è difficile da debellare, si può procedere con una eliminazione meccanica; una manola dà il controllo della concentrazione dei nitrati e dei fosfati. La riduzione del fotoperiodo ci aiuta tenere sotto controllo l’alga

 
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