dal baule del nulla

The four horsemen


A Serenella-Cherrysl. Sono stati, forse, il gruppo più importante degli anni '80 in ambito heavy metal.Compendio equilibrato dell'essenza dell'heavy metal più classico, e, allo stesso tempo, dell'energia rozza; sono stati i primi  a saper forgiare da idee altrui una musica totalmente nuova ed originale.La band americana ha conservato nettamente in quegli anni, e nei primissimi anni '90, il suo ruolo di band guida della musica heavy, conquistato con maestria e forza, sudore e capacità e condito da un modo di fare 'normale' che li ha fatti apparire agli occhi dei fans come 'quattro dei loro', ossia come gente comune, senza grilli per la testa, impegnati a tenere alto il nome della musica 'pesante'.Un genere musicale che i Metallica hanno attraversato in lungo e in largo, ammorbidendo negli anni il proprio 'assalto', ma mantenendo sempre intatta la carica ad altissimo potenziale, capace di infervorare il pubblico e gli ascoltatori di tutto il mondo, riscattando, in un certo senso anche la stessa musica heavy in tutto il suo potenziale anche agli occhi dei tantissimi calunniatori, i potenti, i manipolatori, i controllori dei mass media che avevano relegato il genere (di scarso interesse 'economico'...) ad un ruolo di musica 'fantasma', inesistente, nonostante che un numero sempre maggiore di persone fosse oramai coinvolta ed affascinata dalle componenti emotive che si vengono a creare partecipando ad un concerto od ascoltando un album di una metal band (sia essa di qualsiasi falange dell'heavy metal).Valutare bene l'importanza storica della band di S. Francisco: quello che hanno fatto loro nel campo musicale non lo aveva fatto mai nessuno!La loro evoluzione, la loro intelligenza, le mosse effettuate nel corso degli anni '80 senza mai rinunciare a nulla, senza mai piegarsi a nessuna esigenza...Forse sono stati proprio loro ad incarnare più di chiunque altro lo spirito della 'resistenza', del vivere senza mai dover scendere a compromessi, superando bands storiche che certamente avevano avuto il vantaggio ed il merito di essere venute 'prima' nel tempo e di aver innegabilmente aperto la strada che, però, mai nessuno si era permesso di percorrere come hanno fatto i Metallica, alla loro maniera!E per questo non posso fare a meno di ammirare Ulrich, Hetfield, Hammett, Burton (R.I.P.) e Newsted...A seguire, cerco di analizzare brevemente i loro lavori. "Kill'em all" (1983) è certamente un album irripetibile: un concentrato di energia scatenatasi al di fuori di qualunque schema.Alcuni, sulla loro scia, avranno forse saputo fare  qualcosa di più veloce, di più estremista, ma certo senza l'originalità e la personalità di Hetfield, Hammett, Burton e Ulrich."The four horsemen" , "Motorbreath" "Jump in fire", "Seek and destroy", "Metal militia", "Whiplash" e "Phantom lord"  sono dei pezzi passati alla storia.La lezione impartita fu unanimamente riconosciuta e tutti i gruppi che vennero dopo di loro suonavano... "alla Metallica".L'uscita del secondo album suscitò sconcerto e meraviglia.Se "Kill'em all" era stata l'apoteosi dell'heavy metal, segnando la nascita di un nuovo sound, " Ride the lightning" (1984) fu un enorme passo in avanti da parte del quartetto.Mentre i facili seguaci di una rivoluzione sonora  si arrabattavano a cercare di ricostruire  note e situazioni mediate da "Kill'em all", per i Metallica quel disco e quel suono rappresentavano già acqua passata e con un coraggio raro da riscontrare in bands emergenti, pur senza sterzare nettamente dal solco appena tracciato, dilatano le proprie composizioni, danno loro aria, le rendono epicamente più importanti, non si limitano a ripetere la prova di velocità data col disco d'esordio, ma ampliano le proprie possibilità espressive con naturalezza; la tecnica è in ascesa e le composizioni sono lì a dimostrarlo."For whom the bells toll", "Creepin' death", "The call of ktulu", "Fade to black" e "Fight fire with fire" sono episodi che è difficile non ricordare."Master of puppets" (1986) è un ulteriore ed enorme passo avanti, ancora più articolato e massiccio rispetto ai precedenti, vario e ricco di potenza, aggressività e velocità, l'album imprenscindibile dell'heavy metal, realizzato con attenzione e cura estrema di ogni dettaglio.Le tracce leggendarie sono tantissime... praticamente tutte, unico l'assolo che s'incastra nella title track  e si apprezza l'abilità di Lars alla batteria che brilla, il macigno ossessivo di "The thing that should not be", il capolavoro strumentale "Orion" del bassista Cliff Burton, "Damage inc" un pezzo lungo ed articolato, violentissimo, "Welcome home (Sanitarium)" un macigno lento e potente... il 'popolo del Metallo' viene letteralmente rapito dai suoi Cavalieri......e durante il loro tour conseguenziale al disco, nei paesi Scandinavi, l'autobus su cui viaggiavano ebbe un incidente, fatto sta che, a seguito di questo evento perse la vita Cliff Burton, il bassista.Clifford Lee Burton (così all'anagrafe) morì a 24 anni. L'album definitivo! La parabola ascendente dei Metallica tocca il suo apice."... And justice for all" (1988) è un lavoro di non semplicissima assimilazione che necessita di più di un ascolto  per essere apprezzato in ogni sua sfumatura.L'interesse verso questo lavoro, che segue  di più di due anni il mitico "Master of puppets"  era anche legato alla presenza del nuovo bassista  Jason Newsted giunto finalmente alla prova compositiva con Hetfield & soci, dopo essersi egregiamente districato  con la serie di covers  in occasione dell'EP "Garage days re-revisited".Può lasciare inizialmente interdetti la scelta di alcuni suoni , specialmente per quanto riguarda la batteria, ma poi ci si accorge di come il risultato finale ne esca vincentemente positivo.Come dicevo, non si tratta di un prodotto immediato e subitaneamente trascinante, ma caratterizzato da una ricercatezza tecnica e da una cura per gli arrangiamenti alla quale i Metallica avevano da tempo abituato.Tra i pezzi segnalo "One", dal quale ne scaturisce, per la cronaca, anche il primo video, "Blackened", "Dyers eye" e "To live is to die" in ricordo di Cliff Burton.Se "...And justice..." aveva rappresentato la maturazione totale, l'album "Metallica" (1991) ne suggella il trionfo commerciale, i Metallica raggiungono il successo planetario con melodie più leggere, forte di ritornelli facili e pezzi lineari tutt'altro che intricati.Sta di fatto che l'album omonimo ribattezzato "Black album" per via della copertina nera è quello che ha venduto maggior numero di copie, abbandonando sonorità cruente a favore di un heavy metal più, diciamo, elementare; appare anche la prima canzone d'amore, "Nothing else matters", oltre a "Enter sandman" "Sad but true" "The unforgiven" e "Wherever I may roam".Grazie all'album nero i Metallica entrarono definitivamente nell'olimpo della musica rock, quindi soldi a palate e spostamenti per i concerti in aereo e non più in autobus.I successivi album partoriti negli anni a venire sino ad oggi sono decisamente sottotono: "Load" "Re-load" "St.Anger" "Lulu" (con Lou Reed) e, parzialmente, "Death magnetic" non sono dei migliori, lontani dai primi cinque album, ma questi signori dal vivo, anche col passare degli anni, non mostrano un calo di tensione: l'autentico spirito di una musica ribelle per eccellenza, trasgressiva e di rottura sopravvive grazie a gente come questi quattro americani, veri portabandiera di un concetto musicale, trasposto pure ad un preciso stile di vita, che va negli anni perdendo di credibilità e forza, via via smaliziandosi e perdendo quell'alone quasi soprannaturale che ne ha sempre fatto la fortuna.E poi, d'altronde, le leggende non muoiono mai.