Il bene tolto

da Il bene tolto


Sembrava quasi che qualcuno avesse udito i suoi pensieri. ‘Una donna che non desidera un figlio non può essere una buona madre.’ Sfogliando distrattamente una rivista, la donna bionda rimuginava ancora e ancora su quel teorema che s’era creata e sentiva riecheggiare dentro. La madre rinuncia a sé per il figlio. La madre è pronta a soffrire, a vegliare, a privarsi, a lottare, a mentire, ad odiare per il figlio. Una donna che non desidera un figlio non può essere una buona madre. L’attesa vaga dietro la porta dell’ambulatorio si sciolse al cigolio pigro della maniglia lucida e un uomo corpulento e sorridente l’accolse col suo camice candido e perfetto. L’ennesima visita, l’ennesimo controllo, dopo mesi di tentativi sterili. Aldo si alzò e fece per entrare, ma lei lo pregò con lo sguardo di restare fuori. Nello studio medico l’aria era alleggerita dalla finestra accostata, che lasciava entrare la frescura del tardo pomeriggio. Cominciò a spogliarsi lentamente, appesantita da una pena lontana e sconosciuta che le inzuppava abiti e pelle. Evitando lo sguardo del medico si sdraiò sul lettino, e appese le gambe alle forcelle mortificanti e fredde, sopportando un disagio che il medico pacato e distinto non avrebbe mai indovinato. Presto si sentì vuota, come una borsa scippata, frugata a lungo e dopo abbandonata. Le parole dell’uomo volevano essere calme e rassicuranti, ma non le arrivavano, tarpate da un muro di pensieri cupi e ridondanti. - È tutto a posto, signora. ‘Adesso finisce. Adesso mi alzo e mi rivesto.’ - Il suo corpo sembra fatto per concepire bambini. ‘Una donna che non desidera un figlio non può essere una buona madre.’ - Deve solo stare serena e vedrà che la natura farà il suo corso. ‘Una donna che non desidera un figlio non può essere una buona madre.’ - Ho letto attentamente le sue analisi e quelle di suo marito. Le assicuro che è tutto assolutamente a posto. Dovete stare tranquilli e provare con serenità. E vedrà che presto… Le diede una lieve pacca sulla pancia e la invitò a rivestirsi. Il fruscio delle calze le sembrò insopportabile in quel nuovo silenzio pesante. Si rivestì in fretta, strinse la mano al medico che l’accompagnò alla porta. Aldo attendeva in piedi, vicino all’uscita e vedendola si affrettò a raggiungerla. Si avviarono alla macchina senza parlare. Lei si lasciò rapire dalla strada verso casa, trattenendo le lacrime per quella pena sorda che pulsava con ferocia fra le pareti del cuore e nella gola. - Allora? Com’è andata? - È tutto a posto. Anche le tue analisi. Aldo sorrise e le prese la mano, continuando a guidare con l’altra. Lei avvertì il tocco, ma non il calore e desiderò essere altrove.