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Post n°620 pubblicato il 07 Aprile 2022 da zoppeangelo
Nell'area della sinistra radicale, i 'rossobruni' che invece difendono le ragioni della Russia esistono davvero? O sono una invenzione, o montatura, giornalistica? "Il rossobrunismo è una realtà internazionale, che è esistito in Russia attorno all'esperienza di Limonov, esiste in Ucraina ai vertici delle repubbliche popolari soprattutto del Donbass, con Donetsk che mette fuorilegge cinque organizzazioni di sinistra, e anche di Lugansk. In Italia abbiamo il Partito Comunista di Marco Rizzo, o ad esempio Patria Socialista".
"È un prodotto ibrido di tante cose diverse: l'arretramento generale del mondo operaio, ma pure un effetto di rimbalzo dell'avversione al capitalismo e all'imperialismo".
"In termini organici è limitato, però la fascinazione culturale ha un bacino più esteso, ha una influenza indiretta che si esprime anche attraverso una sottovalutazione o una simpatia latente del putinismo. Rimuovendo le ragioni pubbliche della sua guerra: Putin in Russia l'ha presentato come un conflitto anticomunista, contro i bolscevichi, è curioso che oggi un comunista possa appoggiarla".
"La costruzione rossubruna pesca nella 'grande guerra patriottica', ma quella è la rivendicazione dell'URSS come grande potenza, non come paese socialista. Poi certo che i nazisti in Ucraina ci sono, certo che il nazionalismo ucraino esiste, ma nello sciovinismo russo vediamo fenomeni simili, penso ad esempio a Dugin che rivendica la morte agli ucraini. Dopodiché aggiungo a scanso di equivoci che siamo per i diritti di autodeterminazione delle popolazioni russofile del Donbass, ma come lo si esercita questo diritto con delle truppe di occupazione in casa propria?".
"Un bonaparte reazionario ai vertici di un apparato statale verticalizzato, capo di una grande borghesia erede della grande burocrazia staliniana, che ha dato vita a un gruppo monopolistico e capitalistico enorme: le prime 15 imprese del Paese hanno in mano il 51% del PIL".
"Lo è come per noi lo è la Cina, con la differenza che la seconda ha in corso uno sviluppo economico enorme, e può ambire a sottrarre l'egemonia mondiale agli Stati Uniti. La Russia è meno solida sul piano economico ma eredita una forza militare estesa che ora sta utilizzando con una politica neozarista. Sarà pure vero che la Russia vuole contenere la NATO ma allo stesso tempo cerca di inserirsi nelle debolezze degli USA, non solo in senso difensivo, ma attivamente in mezzo mondo, penso alle milizie Wagner in giro per il mondo".
"È anche uno dei nostri slogan, ma non il solo. Russia e NATO si contendono il controllo imperialistico dell'Ucraina, seppur con metodi diversi, per noi quindi il né-né significa contrapposizione al potere capitalistico su entrambi i fronti. Non abbiamo nulla a che spartire al PD e ai partiti borghesi che oggi rivendicano il riarmo, le politiche di guerra e il maccartismo. Né siamo a favore delle sanzioni perché sono un meccanismo di guerra all'interno di questo imperialismo che poi ricade soprattutto sulle popolazioni".
"Perché la NATO in mezzo c'è, le politiche del FMI in Ucraina che hanno tagliato le spese sociali sono quelle di oppressione imperialistica occidentale. Se poi si aprisse un confronto aperto tra NATO e Russia, noi ci sposteremmo in una posizione di disfattismo bilaterale".
"L'Ucraina è una nazione che ha subito un'oppressione prima zarista e poi staliniana, per noi è del tutto naturale la propria difesa, il principio di autodeterminazione non è in discussione ed è coerente con la nostra storia politica. Un diritto che difendiamo indipendentemente dal governo Zelensky, del quale siamo in opposizione, ma un principio è un principio".
"La resistenza è tale se ha a disposizione delle armi, la mitologia assolutista della non violenza si pone al di fuori della realtà e della lotta tra oppressi e oppressori. L'invio è funzionale ad impedire che l'Ucraina passi dall'influenza dell'imperialismo russo a quello occidentale, ma la resistenza ha diritto a utilizzare ogni arma difensiva possibile. Poi ricordiamo che se ostacoli i bombardamenti o i carri armati le vite le salvi. In Parlamento voteremmo no all'invio di armamenti, però il diritto a usarle c'è tutto".
"Come PCL abbiamo un'organizzazione di riferimento, il Partito Operaio Rivoluzionario russo, che ha invitato a scioperare contro la guerra e ha tenuto una propria manifestazione a Mosca in occasione [dell'anniversario, ndr] della fondazione dell'Armata Rossa poco prima dell'inizio del conflitto. Viceversa il Partito Comunista di Zjuganov ha votato i crediti di guerra e le misure restrittive in corso, inoltre ha espulso propri dirigenti che erano critici rispetto all'appoggio della guerra".
"Se si pensa al rossobrunismo, sicuramente si sviluppa come malapianta dal ceppo dello stalinismo e tutte le tendenze di questo tipo hanno il mito di Stalin. Storicamente comunque Lenin rivendicava il principio di autodeterminazione, anche eventualmente come separazione, dei popoli dell'Unione Sovietica. Contrariamente a Stalin. Noi oggi pensiamo che 'se vuoi la pace, prepara la rivoluzione', una citazione di Karl Liebknecht, nel senso che la rivoluzione e il rovesciamento del capitalismo è la condizione di una pace durevole e giusta". Matteo Pucciarelli
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