Il club dei lettori

Erzsébet Bàthory, di Simona Gervasone


 
VALUTAZIONE MEDIA ATTUALE: 10SCHEDE PERVENUTE:1) Barbara Risoli  - VOTO: 10 - S_L_A: Molto soddisfatto -Commento: Ma chi è la Gervasone? Qui su aNobii il suo libro ha 4 o 5 presenze. A questo punto la domanda non è più chi è, piuttosto perché?Chiunque sia, tanto di cappello. Questo romanzo è prima di tutto documentato, rasenta la storicità o forse è proprio storico perché ciò che viene detto è vero, lo so per certo conoscendo la figura terribile della Bathory da tempo. Ma lasciamo perdere l’elogio alla conoscenza dell’autrice, ciò che la Gervasone sa fare è incollare alle sue pagine e… alla fine incollare al muro con un pugno allo stomaco che è un macigno in caduta libera su persona supina da cento metri di altezza: uno scempio della sensibilità che solo chi ama questo genere può sopportare ed io sono tra quelli. L’autrice è sublime nelle descrizioni cruente sino al disgusto, nel dettaglio che inorridisce, nelle situazioni nefande, come se dipingesse uno splendido paesaggio primaverile, con la naturalezza orribile e richiesta dall’horror. Nulla da dire sullo stile e, visto che conosco la casa editrice, non ha subito alcun editing (come scritto sul sito della stessa a lettere cubitali senza false promesse), tutta farina del suo sacco, ogni colpa e ogni merito vanno a lei che, al contrario di molti esordienti o quasi, ha dimostrato di aver curato il proprio lavoro, di avere, per intenderci, lavorato. Quindi, quei due o tre errori di mera battitura manco li vedo personalmente. La Gervasone è una che ad occhio spende giorni e forse notti per perfezionarsi, nel rispetto fondamentale che probabilmente porta al lettore che, lo ridico, è colui che paga per un prodotto.Nel dettaglio, la storia è una delle più terribili dell’intera Storia dell’umanità e ciò che sconvolge è proprio la veridicità degli venti, il sapere che non c’è ombra di dubbio sul fatto che la contessa sanguinaria sia realmente esistita. Mentre su certi personaggi terrificanti aleggia sempre una specie di mistero/speranza che le cose non siano andate proprio così, sulla Bathory non c’è possibilità di appello. Se la Gervasone ci ha messo del suo è stato solo per licenza ‘poetica’, ma la sostanza purtroppo non cambia di molto. La donna in questione è senza anima, senza coscienza, senza sentimenti, egoista sino al paradosso, feroce, spietata, abominevole e nascosta dietro il velo fittizio dell’esteriorità, vittima di se stessa Ma la Gervasone se ne fa un baffo e non la giustifica, piuttosto ne sottolinea la follia celata e la fa condannare giustamente dal lettore sino alla fine, la fa odiare, la fa passare esattamente per quello che è stata, non dà spazi, non dà niente, non ne vuole fare un’eroina, non le cuce il vestito della leggenda perché con ritmo e potenza narrativa la butta in pasto al giudizio estremo dei posteri, che siano noi, ed anche i posteri la condannano. I personaggi di contorno, pur realmente esistiti anche quelli, sono dichiaratamente delineati con la fantasia dell’autrice e crea questa cornice sconvolgente con una maestria paurosa, è il caso di dirlo. Non dico altro, il libro merita d’essere letto, in assoluto, anche se è severamente vietato ai minori, alle persone sensibili ed ai cardiopatici. Infine, preciso che io sono una lettrice di una lentezza vergognosa, per cento pagine ci metto settimane… la Gervasone mi ha fatto bere le sue 220 pagine circa in 24 ore.Ma la domanda resta: ma chi è la Gervasone? Lo voglio sapere.