Il cuore muove tutto

Lingua e pennello


   Lei sta pensando alla sua lingua su di lui ma non la pensa come la lingua di un rettile che scivola fuori saettando velocemente. La pensa come a una penna. Si, come a una penna. Scrive e traccia con inchiostro di saliva i suoi brividi sulla pelle. E’ testarda questa penna, perché esplora, scivola leggera, magari inciampa in una piega. Poi, riprende il suo alfabeto che solo lui e lei, in quel momento, conoscono. Grafia segreta in cui ogni ricciolo, ogni asta, ogni curva è in grado di regalare un’emozione. Sintassi lenta, sussurrata, primitiva, sprovvista di una grammatica eppure dotata di regole.     Lui sta pensando invece che la sua lingua può diventare un pennello, dalle setole morbide. Disegna all’interno delle gambe di lei l’opera di un artista cieco che si muove sicuro ma leggero seguendo l’istinto e l’odore. Riconosce la sua fragranza, la segue, la cerca, l’assaggia e, con quello, ricaricato il pennello di un nuovo colore, ancora dipinge, imprimendo tratti sempre più marcati sulla tela, formando un quadro che solo poco alla volta svela il suo disegno.     La lingua è il filo che Arianna dona al suo Teseo. Lo guida nel labirinto di un corpo offerto ma non per questo accessibile e pronto. Teseo diventa l’eroe paziente di quel corpo e imprime sulla tela la sua firma per poi riavvolgerla con cura.