Creato da lagazzella4 il 22/12/2011

Contromano

Storie sul filo del rasoio

 

La lettera

Post n°20 pubblicato il 08 Gennaio 2012 da lagazzella4
 

Voglio stare con te, poiché tu sei non solo nella mia testa ma anche nel mio cuore.
Tu esisti, sei una realtà e ne prendo atto.
Mia Passione,
tutto quello che è successo in questi mesi, non è che solo l'inizio di un percorso.
Ti sei ritrovato da solo, abbandonato, per una firma che non hai voluto apporre.
La vita di questo palazzo, dove anche le stanze più segrete hanno occhi e orecchie, è fatta da atti e misfatti.
Tutto è un vortice di tradimenti, complotti, accordi, accondiscendenze.
Se va bene ti allontanano, se va male ti sopprimono.
Ciò che ho fatto per te, consapevolmente, con le armi che ho a disposizione e senza destare particolari sospetti, l'ho fatto perchè credo che le tue capacità non siano minimamente in dubbio.
Come un fiume sotterraneo, ho agito nel più segreto dei modi per portare acqua al tuo mulino.
Perchè, stavolta, una firma in modo occulto, l'ho messa io.
Ma se è vero ciò che dicono di te e cioè che sei un demonio, allora la mia anima è già dolcemente dannata.
Tua per sempre, Camille.
Parigi, 4 aprile 1654
 

 
 
 

Coincidenze...Prove tecniche di avvicinamento (quinta puntata...)

Post n°19 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da lagazzella4
 

Certo che quando ti metti in testa qualcosa sei peggio di un treno in corsa inarrestabile. Alla faccia della timidezza cara ma mia Gazzella.

Ma io sono timida! Anche imbranata a volte...

Vedi, il giorno che arrivò per la conferenza, andai io a prenderlo in stazione. Mi sentivo sulle spine, mi sentivo un blocco allo stomaco e avevo paura che qualcosa potesse andare storto.

La precisione era d'obbligo, visto il tipo anche i dettagli erano importanti.

Finalmente lo vidi arrivare, il trolley e la valigetta del computer al seguito. Ci stringemmo la mano e le solite domande di rito. Mi sentivo così schiacciata dalla sua personalità che mi sembrava di dover sopportare un peso troppo grande.

Qualche giorno prima avevo preso una storta e avevo anche male alla caviglia, ragion per cui mi scusai per non potergli togliere almeno un peso dalle mani.

Lui sorrise a denti stretti e disse che non importava e mi chiese come era avvenuto l'incidente. Gli raccontai brevemente la storia mentre si andava veloci verso la metro.

Dopo qualche minuto si fermò e ignorando tutto ciò che aveva sentito e infischiandosene del mio dolore mi porse la sua valigetta dicendo seccamente: Ora questa la porti tu!

Era pesante, e la mia caviglia urlava vendetta; mi feci carico del bagaglio e camminai dritta e imperterrita nonostante il dolore. Lui guardava e ogni tanto sorrideva.

Mi disse che gli avrei dovuto ricordare alcune cose, come se fossi la sua segretaria. Io? Ma dico scherziamo? Ero furiosa e lui lo percepiva benissimo.

Presa dalla situazione, sbagliai pure la direzione della metro! Oddio che figura, ora mi dilanierà come fa di solito con chi sbaglia. Invece...Invece nulla! Mi disse con voce pacata che dovevo solo mettermi a mio agio!

Ma che fa provoca? Rigira il coltello nella piaga? Si stava divertendo e più notavo il suo atteggiamento, più io mi sentivo nuda davanti a lui!

Finalmente arrivammo al parcheggio dove avevo lasciato la mi auto, pagai il ticket, salimmo a bordo ma, nel momento in cui dovevo convalidare il pagamento, non trovavo più il tesserino. Altro errore imperdonabile. Sorridendo, mi disse un'altra volta che dovevo soloo stare tranquilla, che non c'erano problemi. Scese dall'auto e si mise  a cercare il tesserino. Non avevo parole, indossai gli occhiali da sole pensando di potermi coprire almeno un pò lo sguardo angosciato.

Trovato il tesserino, finalmente iniziammo il viaggio.

Pensavo: Ma chi ci sta con questo per trenta minuti di fila in macchina? Volevo scappare.

Ecco che scappi ancora Gazzella...sei divertente però!

Ruppe il silenzio dicendo che doveva finire di scrivere un articolo entro sera e che quindi dovevo trovargli un posto tranquillo per dieci minuti prima dell'inizio della conferenza.

Va bene anche questo pensai. Ormai sai che ubbidisco, nonostante tutti ti ubbidisco!

Squillò il mio cellulare, una, due, tre volte. Alla quarta il mio "capo" si gira, prende la mia  borsa e dice: non ti spiace se rispondo io vero?

(Cosa? Tu ficchi le mani dentro la mia borsa e rispondi all mio cellulare? )

Risposi: sei molto gentile, fai pure!

Tanto ormai aveva deciso di farlo e non potevo certo, o non volevo(?) deluderlo.

Ma lui non rispose, si limitò a chiudere la chiamata.

Il mio telefono squillò ancora e ancora e poi ancora e lui ogni volta la stessa cosa, fin quando esclamo: Ormai il tuo cellulare è mio, lo sai vero?

Più che un sorriso il mio doveva sembrare una smorfia, interrotta dall'ennesima telefonata. Questa volta secco disse: Questa volta rispondi tu! Ma tieni conto che stai guidando, magari rallenta un pò!

Che viaggio! Mi sembrò un'eternità!

Arrivati a destinazione, mi ricordai di fare tutto ciò che mi aveva chiesto. Ne fu compiaciuto e mi rimise in mano la pesante valigetta. Ma al primo gradino, ecco, inciampai davanti ad una ventina di persone. Sì proprio così, inciampai. A quel punto, finalmente disse che poteva salire lui il suo bagaglio.

Com'è buono lui, molto buono!

Dopo la conferenza, andata benissimo, si andò tutti a cena. Mi volle accanto a se.

Mangiava lentamente, beveva con gusto e dialogava amabilmente con tutti ma, il suo braccio sfiorava insistentemente il mio. Non mi tirai indietro, quel contatto che poco alla volta divenne continuo, mi piaceva e molto anche. Osservavo le sue mani, piccole e curatissime, sentivo la sua voce e mi piaceva la sua cadenza che lasciava trasparire le sue origini.

Ci stavamo studiando nonostante la presenza di molta gente. Arrivammo anche a sfiorarci le dita, intrecciandole tra di esse, durante un brindisi.

Mi lasciò dicendo: Hai organizzato tutto in modo perfetto. Mi sei piaciuta. Chiamami quando vuoi, sarò lieto di tornare.

Mi baciò sulle guance, stringedomi la mano, ma stavolta la sua stretta era diversa. Sembrava un battito di cuore che racchiudeva in se un messaggio ben preciso...

 

continua...

 

 
 
 

Tango

Post n°18 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da lagazzella4
 

La sala è vuota,

il fumo è denso,

balliamo!

Danziamo questo tango,

ritmato e rosso.

Le mie gambe, toccano

le tue, lunghe e robuste.

La tua mano stringe dolcemente

la mia nuca.

Inarco la schiena, tenuta solo

dal tuo braccio.

Distendo la gamba,

poi la attorciglio alla tua.

Sguardi incrociati,

la punta della mia scarpa,

scivola sul liscio pavimento.

Occhi negli occhi.

Il sudore bagna la tua fronte,

il desiderio, la mia.

Stringimi e sentirò, ancora,

il tuo fiato sul mio collo.

Passione! Rossa passione,

intrisa di dolore e sensualità.

I nostri visi, talmente vicini,

si sfiorano, sentiamo le labbra

toccarsi, scambiandosi lo stelo

spinoso di una rosa.

Una goccia di sangue, scivola, come una lacrima.... Casquet

 
 
 

S'ella mi trova...

Post n°15 pubblicato il 04 Gennaio 2012 da lagazzella4
 

<< Io mi sono ingannato fino ad oggi sopra la mia figura;

s'ella mi trova, al contrario di me,

un uomo di straordinario fascino.

M'accollerò, costi quel che costi, la spesa d'uno specchio.>>

 

Dal "Riccardo III" 

 

 
 
 

Coincidenze: Il Contatto (Quarta puntata)

Post n°14 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da lagazzella4
 

Ti rendi conto che facendo così stai usando la tua posizione a fini personali?

Certo, ma mica sto rubando e poi, scusa tanto, ma il fine giustifica i mezzi e in questo caso il fine è doppio perchè oltre al dovere ci mischio anche il piacere che non fa mai male.

Arrivai a Roma la mattina presto. Era estate e c'era un caldo tremendo. Mi recai subito negli uffici della società, tanto sapevo che alle otto la telefonista sarebeb stata già lì ed io avrei approfittato dell'aria condizionata per rinfrescarmi un pò.

Quando di parla di coincidenze...

Arrivai al piano e mi diressi subito verso l'erogatore di caffè e bevande. Con mia sorpresa, avevano cambiato la zona pausa e quindi cercai di trovarla in quel labirinto di corridoi. restai di stucco, però, quando appurai che gli erogatori di bibite e bevande, il divanetto rosso e la zona lettura, erano stati piazzati esattamente davanti all'ufficio del...sì insomma davanti al suo ufficio. 

Pensai che da un momento all'altro sarebbe arrivato. L'idea di ritrovarmelo così vis a vis mi inquietò e allora, dopo aver bevuto un caffè, mi accomodai sul divano e mi misi a leggere il Sole 24 ore. 

Dopo oltre un'ora e mezza lui non arrivò e io scesi in sala riunioni. 

Ah ma ecco che scorgo la sua bella testolina in prima fila. Certo per lui prima il dovere e poi il piacere, deve essere puntualissimo e sempre il primo per poter criticare gli altri.

-Ma dico sempre a criticarlo? Se non fosse così non ti piacerebbe neanche. Così rigido, intendo!-

Uhmmm la rigida ero io, ma a fine riunione non so che m'è preso e l'ho fermato.

-Buongiorno Dott. X. Mi presento sono ...

Che diavolo stavo facendo?

-Ah buongiorno e benvenuta lei è la dott. che sta organizzando per me...ma credo sia meglio darci del tu!

Cosa? Ma che diavolo succede? 

-Sì, sto organzizzando il convegno e volevo definire la data con la sua, con la tua segretaria, ma non la vedo in giro, è per caso in ferie?-

-No è di sopra in ufficio, è arrivata dieci minuti fa, ha sbrigato per me delle faccende fuori da qui. Vieni seguimi andiamo insieme.-

Entrammo in ascensore e per fortuna che con noi entrò un altro dirigente o mi sarebbe pigliato un attacco d'ansia! 

Ah ah ah vedi che non morde? 

Non lo so ancora se morde...

Con passo molto rilassato lui camminava avanti e io dietro lo seguivo e lo guardavo. 

Entrammo nel suo ufficio. Era l'ufficio più strano che avessi mai visto! Tutti gli altri avevano mobili da ufficio, questo no! Questo sembrava una bancarella di Porta Portese. L'unica cosa di moderno che c'era lì dentro era il computer della segretaria che, non appena mi vide scatto sull'attenti con sorrisi e movimenti da gheisha.

Lui si sedette sulla sedia di fronte a noi e ci stava osservando. Avevo fatto bene a lasciare su gli occhiali da sole. Almeno nascondevo l'imbarazzo. 

Cominciammo a cercare una data adatta a far combaciare tutto e quando la trovammo, intanto lui non smetteva di guardarci lavorare, neanche quando gli squiollò il telefono, la segretaria si collegò al sito di Trenitalia per prenotare subito il biglietto.

Quando si aprì la schermata, non venne fuori nulla e Bianca, la chiamerò così, disse che per qual giorno non c'erano treni.

Subito io le dissi: Cara Bianca, forse non ci sono treni perchè non hanno ancora programmato gli orari per il 2012 - sorrisi deliziosamente!

Aveva sbagliato l'anno!

La poverina resasi conto dell'errore cominciò a tremare, ma tremare sul serio!

Lanciao un'occhiata a lui.

Davvero, non ho mai visto uccidere ferocemente con uno sguardo! La stava guardando e i suoi occhi si erano trasformati un due lanciafiamme senza un briciolo di pietà.

Avrebbe dovuto farmi paura, invece al contrario cominciai a godere mentalmente di quella situazione. E come se non bastasse, dissi a Bianca che se voleva un aiuto potevo darglielo tranquillamente e che ero molto brava ad organizzare questo tipo di cose, visto che era stato il mio mestiere per anni.

La stavo umiliando per godere di più dell'espressività di quei due occhi assassini.

A questo punto avevo acquisito una buona dose di sfacciataggine, tanto che quando mi congedai, mi avvicinai al mio Dott. e salutandolo lo baciai tre volte sulle guance.

E lui, che non avevo mai visto sorridere in diciassette anni, rilassò i muscoli facciali in un sorriso bellissimo.

Continua....

La Gazzella

 
 
 

 

 

 

 

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