Creato da Luce_nel_cammino il 11/01/2007

ALZA I TUOI OCCHI !

...e troverai la Luce che ti accompagnerà nel tuo grande Viaggio

GESU' CONFIDO IN TE

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AREA PERSONALE

 

MARIA MADRE DI DIO E MADRE NOSTRA

 

MISTERI GAUDIOSI

(lunedì e sabato)

1) L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine.
2) La Visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta.
3) La Nascita di Gesù.
4) La Presentazione di Gesù al Tempio.
5) Il Ritrovamento di Gesù nel Tempio.

 

MISTERI LUMINOSI

(giovedì)

1) Il battesimo nel Giordano
2) Le nozze di Cana
3) L'Annuncio del Regno di Dio
4) La Trasfigurazione
5) L'Eucaristia

 

MISTERI DOLOROSI

(martedì e venerdì)

1) L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi
2) Gesù flagellato alla colonna
3) Gesù coronato di spine
4) Il viaggio al calvario di Gesù carico della croce
5) La crocifissione e morte di Gesù

 

MISTERI GLORIOSI

(mercoledì e domenica)

1) La resurrezione di Gesù
2) L’ascensione di Gesù al cielo
3) La discesa dello Spirito Santo
4) L’assunzione di Maria Vergine al cielo
5) L’incoronazione di Maria Vergine

 

PADRE PIO

immagineL'ARTEFICE DELLA MIA CONVERSIONE

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Prega, spera, non agitarti, l'agitazione non serve a nulla, Dio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera. (p.Pio)

 

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Come un valzer la tua parola gira nei nostri cuori….
Sembra il girotondo del mondo,
che circonda ogni popolo….
Le stelle che dèsideri portavano,
ora lodano te con la loro luce….
Il tuo capo circondano!con i loro dodici colori….
Sei tu sola! la nostra Signora……
Dolce sposa del Signore!
Dolce gioia di un bambino….
Nella gloria nata….
Nell’Amore inchiodato….
O!vergine Maria, madre del mondo….
O!Gloriosa Regina….
Dedico a te questa mia umile poesia.

da Felix72

 

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PAROLE DI SAGGEZZA

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Geremia 17,7-8

Benedetto l'uomo che confida nel Signore
e il Signore è sua fiducia.
Egli è come un albero piantato lungo l'acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi;
nell'anno della siccità non intristice,
non smette di produrre i suoi frutti.

 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

 

RI-ECCOMI

Post n°211 pubblicato il 19 Novembre 2016 da Luce_nel_cammino
Foto di Luce_nel_cammino

Ciao a tutti,

sono passati quattro anni da quando ho scritto l'ultimo post.

Ma ora, avendo conosciuto un cerchio di anime meravigliose durante un seminario sugli angeli, ho pensato di riaprire questo blog per dare spazio alle testimonianze di come Dio, gli angeli e i Santi toccano le nostre vite.

Chiunque può commentare se lo desidera.

Vi aspetto.

(Luce nel cammino)

 
 
 

RIECCOMI

Post n°210 pubblicato il 22 Settembre 2012 da Luce_nel_cammino

Questa notte a San Giovanni Rotondo ci sarà la commemorazione del transito alla Casa del Padre di San Pio da Pietrelcina, l'artefice della mia conversesione e quella di molte altre persone.

In questa notte uniamoci in preghiera ai tanti fedeli devoti di Padre Pio, preghiamo per la nostra continua conversione che sia sempre più conforme alla Parola di Dio.

Se vi fa piacere potete scrivere qui sotto le vostre preghiere di intercessione con la consapevolezza che lui le ascolterà tutte e certamente riuscirà a strappare qualche grazia al Signore:

 

 
 
 

LA PREGHIERA CHE GESù CI HA INSEGNATO

Post n°209 pubblicato il 21 Novembre 2009 da Luce_nel_cammino

 
 
 

MESSAGGIO PER TUTTI

Post n°207 pubblicato il 17 Aprile 2009 da Luce_nel_cammino

Ciao cari fratelli e sorelle, mi voglio scusare con tutti voi che in questo periodo mi avete scritto messaggi e al quale non sempre ho risposto, sono stata assente dal blog per motivi di tempo e perchè è un periodo che la mia mente è occupata da mille cose, allora arrivo alla sera che sono veramente sfinita e cerco di rilassarmi sedendomi sul divano davanti ad una tv che comunque non mi dà soddisfazioni se non qualche fiction sulla storia di qualche personaggio storico o di qualche santo, tipo la storia di santa Bakita che avevo sentito nominare il giorno in cui è stata proclamata santa da Papa Giovanni Paolo II, ma la cui vita non conoscevo affatto. Devo dire che questa santa mi ha colpita e mi ha emozionata per la sua bontà, per la sua dolcezza, per la sua pazienza, per la sua misericordia verso coloro che le facevano del male sia fisico sia morale e per la

sua carità verso il prossimo.  

Esempio di cristiana perfetta, la sua stessa indole  la spingeva a ricalcare gli insegnamenti cristiani, Gesù ce l'aveva dentro ma non lo conosceva, e quando finalmente l'ha conosciuto ha trovato in Lui lo scopo della sua intera esistenza: amare Dio e amare il prossimo, anche quello che ti odia. Lei diceva che le persone non sono cattive, ma si comportano così perchè hanno una grande sofferenza nel cuore. Solo amandoli si riesce a trasformare la loro vita e lei c'è riuscita riuscendo ad intenerire anche i cuori più induriti.

Ero partita con un post di scuse per la mia assenza, e non so perchè mi sono ritrovata a parlare di santa Giuseppina Bakhita, forse è stato il modo di riaprire il mio blog per proseguire nell'intento iniziale..... spero di avervi fatto cosa gradita e vi saluto tutti con un grande abbraccio.

(Luce nel cammino) 

 
 
 

AVERE FIDUCIA IN DIO

Post n°202 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da Luce_nel_cammino

Salmi 26

1 Di Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
2 Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
3 Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
4 Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
5 Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora,
mi solleva sulla rupe.
6 E ora rialzo la testa
sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici d'esultanza,
inni di gioia canterò al Signore.
7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
8 Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco.
9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
10 Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
11 Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.
12 Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza.
13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

 
 
 

MATTEO 11,28-30

Post n°198 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da Luce_nel_cammino

Questa Parola che Gesù rivolge a tutti coloro che si sentono in questa condizione, dà una grande parola di speranza: i pesi della vita con Lui al fianco e con Lui che ci aiuta a portarli, diventano più dolci e più leggeri. Grazie Signore che partecipi alla nostra vita quotidiana.

28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi,
e io vi ristorerò.
29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,
che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per le vostre anime.
30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Ringraziamolo con questo Salmo:

Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore; mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.
Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.

 
 
 

Post N° 196

Post n°196 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da Luce_nel_cammino
 

"Il cuore è una ricchezza che non si vende,

 non si compra,

 ma si regala".

(Proverbi)

 
 
 

San Francesco d'Assisi Patrono d'Italia

Post n°195 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da Luce_nel_cammino
 

 

Preghiera semplice attribuita a S.Francesco che vale la pena di imparare a memoria e recitarla tutti i giorni :

Signore, fa' di me uno strumento della tua pace:
Dove c'è odio, io porti l'amore.
Dove c'è offesa, io porti il perdono.
Dove c'è discordia,io porti l'unione.
Dove c'è l'errore, io porti la verità.
Dove c'è dubbio, io porti la fede.
Dove c'è disperazione, io porti la speranza.
Dove ci sono le tenebre, io porti la luce.
Dove c'è tristezza, io porti la gioia.
Oh divino Maestro, che io non cerchi tanto
Di essere consolato,
quanto di consolare.
Di essere compreso,
quanto di comprendere.
Di essere amato, quanto di amare.
Infatti:
Dando, si riceve
Dimenticandosi, si trova comprensione.
Perdonando, si è perdonati.
Morendo, si risuscita alla Vita.
                
                                       S. Francesco

 
 
 

FESTA DEI NOSTRI ANGELI CUSTODI

Post n°194 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da Luce_nel_cammino
 

 

San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorso sul salmo 90, 12

« Ecco io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato » (Es 23,20)

      « Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi » (Sal 90,11). Quale rispetto questa parola deve suscitare in te, quale fervore deve fare nascere, quale fiducia deve ispirarti! Il rispetto a motivo della loro presenza, il fervore a motivo della loro benevolenza, la fiducia a motivo della loro vigilanza... Sono dunque lì, accanto a te, non solo con te ma per te. Sono presenti per proteggerti, per soccorrerti. Che cosa renderesti al Signore per quanto ti ha dato? (Sal 115,3). A lui solo dobbiamo rendere gloria e onore per tale soccorso; lui in prima persona ne ha dato loro l'ordine. «Ogni dono perfetto» (Gc 1,17) non può venire che da lui. Ma non possiamo per questo mancare di riconoscenza nei confronti degli angeli, a motivo della grandissima carità con la quale obbediscono e del grandissimo bisogno che abbiamo del loro aiuto.

Siamo dunque pieni di riconoscenza per tale vigilanza da parte loro, amiamoli in cambio e onoriamoli quanto possiamo, quanto dobbiamo... In Dio amiamo i suoi angeli consapevoli che saranno un giorno i nostri coeredi e che fino a quel momento il Padre dispone e ordina che siano per noi delle guide e degli educatori. Infatti «fin d'ora siamo figli di Dio» benché questo non sia stato ancora rivelato (1 Gv 3,2), poiché siamo ancora dei bambini sottomessi a degli intendenti e a degli educatori, e sembriamo per ora non differire in nulla dai servi.

Eppure per quanto piccoli siamo e per quanto lunga e pericolosa sia la strada che resta ancora da percorrere, cosa avremmo da temere sotto una così buona custodia?... Gli angeli sono fedeli, sono saggi, sono potenti; cosa dovremmo temere? Seguiamoli soltanto, attacchiamoci a loro, e rimarremo sotto la protezione del Dio del cielo.


 
 
 

ESEMPIO PER TUTTE LE MOGLI E MADRI

Post n°193 pubblicato il 27 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

Santa Rita è una delle Sante più amate oggi, oggetto di una straordinaria devozione popolare, perché amata dal popolo che la sente molto vicina per la sua stupefacente "Normalità" dell'esistenza quotidiana da Lei vissuta, prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana. La venerazione per questa piccola suora di Cascia non accenna a diminuire, anzi s’intensifica con il tempo, accompagnata da guarigioni, conversioni, profumi e altro ancora.

A Santa Rita la vita non le risparmiò nulla:

  • Giovanissima fu data in sposa ad un uomo iroso e brutale col quale ebbe due figli, tuttavia con il suo tenero amore e passione riuscì a trasformare il carattere del marito e a renderlo più docile.
  • Santa Rita condivise la dura vita della gente del suo piccolo borgo.
  • Il marito fu assassinato.
  • Ella però non si abbandono al dolore, alla disperazione, al rancore o al desiderio della vendetta, anzi riuscì in modo eroico a sublimare il suo dolore attraverso il perdono degli assassini del marito. Si adoperò instancabilmente per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo cosi la spirale di odio che si era creata.
  • Entrò in convento e lì visse gli ultimi 40 anni di vita in assidua contemplazione, penitenza e preghiera, completamente dedita al Signore.
  • Santa Rita, 15 anni prima di morire, ricevette la singolare "spina" di quella piaga che le si stampò dolorosa sulla fronte, che incessantemente le procurò i terribili dolori e le sofferenze inaudite della coronazione di spine.
  • La Sua fu una vita segnata dalla croce, sopportò il morso del dolore che le stringeva l'anima e le lacerava le carni perché comprese la sapienza della Croce. Tramutò cosi il dolore in una incredibile espressione di amore che dona senza chiedere e lo trasformò in una forza travolgente di elevazione spirituale. Divenne quell'amore che loda Dio nonostante le sofferenze: in una forma più pura e più alta della carità.

    Santa Rita diffuse la gioia del PERDONO immediato e generoso, della PACE amata e per questo perseguita come bene supremo, dell'AMORE fraterno intenso e sincero, della estrema FIDUCIA in Dio piena e filiale, della CROCE portata con Cristo e per Cristo. Ella ci esorta quindi a fidarci di Dio perché si compiano in noi i disegni divini.

    La forza di Santa Rita sta nella capacità di parlare ad ogni cuore, di partecipare a tutti i nostri problemi. Per quanto ti possa sentire infelice, rivolgiti con fiducia a Lei che non mancherà di trasformare le tue preghiere in suppliche ardenti e gradite al Signore. La Sua intercessione è cosi potente che il popolo devoto la chiama "Santa dei casi impossibili, avvocata dei casi disperati".

    Santa Rita prosegui in questo cammino entusiasmante alla scoperta di questa umile donna che col suo esempio è ancora oggi la nostra grande maestra. Chiediamogli che interceda per le nostre tribolazioni, i bisogni e le angosce, ma innanzitutto che ci insegni l'accettazione della sofferenza senza compromessi, la capacità di perdonare di cuore e ci spinga a fissare il pensiero e il cuore in Dio "affinché tra le cose mutabili del mondo i nostri cuori siano fissi là dove c'è la vera gioia"

 
 
 

Post N° 192

Post n°192 pubblicato il 23 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

23 Settembre


San Pio da Pietrelcina

«Farò più rumore da morto che da vivo»
 
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo:
«Maria è tutta la ragione della mia speranza».
Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità.
 
«Esiste una scorciatoia per il Paradiso?», gli fu domandato una volta.
 
«Sì», lui rispose, «è la Madonna». «Essa è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni».
Esortava sempre i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e ad imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l'umiltà,la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità.
«Vorrei avere una voce così forte – diceva - per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna».

Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu:
«Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario».
 
 «Questa preghiera – diceva Padre Pio – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l'esplosione della nostra carità».


Perché tanta devozione per questo san Francesco del sud?
Padre Raniero Cantalamessa, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini e Predicatore della Casa Pontificia dal 1980, lo spiega così:
 
«Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d'Assisi - è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l'amore».

Piccola preghiera di Padre Pio che faccio anche mia:
 
Il mio passato, o Signore, alla Tua Misericordia,
il mio presente al Tuo Amore,
il mio avvenire alla Tua Provvidenza...

Grazie Padre Pio per tutto quello che hai fatto e che fai per la mia famiglia.

(Luce nel cammino)


 
 
 

Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità

Post n°191 pubblicato il 22 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

« Fate attenzione a come ascoltate »

Ascolta in silenzio.

Perché se il tuo cuore trabocca di mille cose, non puoi sentirvi la voce di Dio.

Ma dal momento che comincerai ad ascoltare la voce di Dio nel tuo cuore pacificato, esso si riempirà di Dio.

Questo chiede molti sacrifici.

Se pensiamo, se vogliamo pregare, dobbiamo prepararci. Senz'indugio.

Si tratta qui soltanto delle prime tappe verso la preghiera.

Se non le compiamo con determinazione, non giungeremo mai all'ultima tappa, che è cioè la presenza di Dio.

Per questo l'apprendistato della preghiera deve essere perfetto fin dall'inizio: ci mettiamo in ascolto della voce di Dio nel nostro cuore;

e, nel silenzio del cuore, Dio comincia a parlare.

Poi, dalla pienezza del cuore sale ciò che la bocca deve dire. Qui si opera il congiungimento.

Nel silenzio del cuore, Dio parla e non hai nulla da fare se non ascoltarlo.

Poi, quando il tuo cuore è entrato nella pienezza perché si trova pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione, pieno di fede, spetta alla tua bocca pronunciarsi.

Ricorda, prima di parlare, che è necessario ascoltare e solo allora, dal fondo del tuo cuore illuminato, potrai parlare e Dio potrà ascoltarti.


 
 
 

Post N° 190

Post n°190 pubblicato il 21 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

21 Settembre


San Matteo
Apostolo ed evangelista


Matteo, di professione esattore delle tasse, fu chiamato da Gesù ad essere uno dei dodici apostoli; la tradizione cristiana, fin dal 200, lo ritiene autore del primo vangelo. A lui si dovrebbe quindi la redazione dell'omonimo Vangelo in cui lo stesso viene chiamato anche Levi o il pubblicano.
Diversamente dagli altri tre evangelisti, il vangelo di Matteo non è scritto in greco ma in lingua «ebraica», secondo gli scrittori antichi; quasi sicuramente si tratta dell'aramaico, allora parlato in Palestina. Matteo ha voluto innanzitutto parlare ai cristiani di origine ebraica e ad essi è fondamentale presentare gli insegnamenti di Gesù come conferma e compimento della Legge mosaica.
Di continuo egli lega fatti, gesti, detti relativi a Gesù con richiami all'Antico Testamento, per far ben capire da dove egli viene e che cosa è venuto a realizzare. Il vangelo di Matteo diventa libro di tutti dopo la traduzione in greco e la Chiesa ne fa strumento di predicazione in ogni luogo.
Solitamente viene raffigurato anziano e barbuto ed ha, come emblema, un angelo che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo; spesso ha accanto una spada simbolo del suo martirio.
  
Levi, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell'epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all'erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il 1° comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l'immagine dell'imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l'imperatore.
Gesù «Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Egli alzatosi, lo seguì.» (Mc 2,14)
Matteo tenne un banchetto: «Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?" Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". (Mc 2,15-17)
Gesù lo scelse come membro del gruppo dei dodici apostoli, e come tale appare nelle tre liste che ci hanno tramandato i tre vangeli sinottici: Matteo 10,3; Marco 3,18; Luca 6,15. Il suo nome appare anche negli Atti dove si menzionano gli apostoli che costituiscono la timorosa comunità sopravvissuta alla morte di Gesù. «Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo.» (At 1,13)
Secondo alcune tradizioni, Matteo sarebbe morto in Etiopia. Le sue reliquie sarebbero state portate in Campania, nella Diocesi di Capaccio. Ritrovate, sotto i Longobardi, furono portate il 6 maggio 952 a Salerno, di cui Matteo é il Patrono, dove sono attualmente conservate nella cripta della cattedrale.
San Matteo è anche il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, contabili ed esattori.


Significato del nome Matteo : «uomo di Dio» (ebraico).


 
 
 

18 settembre 2008

Post n°189 pubblicato il 18 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

San Giuseppe da Copertino
Sacerdote francescano

Protettore degli studenti durante gli esami.

Giuseppe da Copertino, al secolo Giuseppe Maria Desa, nacque a Copertino, presso Lecce, in una stalla (ancora esistente nel suo stato primitivo) il 17 giugno 1603. I suoi genitori furono Felice Desa e Franceschina Panaca. A sette anni iniziò la scuola, ma una grave malattia lo costrinse ad abbandonarla. Quando guarì, a 15 anni, si attribuì questo miracolo alla Madonna delle Grazie di Galatone (Lecce). Durante la malattia aveva pensato di farsi sacerdote francescano ma gli mancava, però, la dovuta istruzione. Nel 1625, all'età di 22 anni, i frati presero a cuore la situazione e lo ammisero nella comunità, prima come oblato, poi come terziario e finalmente come fratello laico. Addetto ai lavori pesanti e alla cura della mula del convento, Giuseppe, ben presto, espresse il desiderio di diventare sacerdote, sapeva appena leggere e scrivere, ma intraprese gli studi con volontà e difficoltà; quando dovette superare l'esame per il diaconato davanti al vescovo, accadde che a Giuseppe, il quale non era mai riuscito a spiegare il Vangelo dell'anno liturgico tranne un brano, il vescovo aprendo a caso il libro domandò il commento della frase: «Benedetto il grembo che ti ha portato», era proprio l'unico brano che egli era riuscito a spiegare.
Quando trascorsi i tre anni di preparazione al sacerdozio, bisognava superare l'ultimo e più difficile esame, i postulanti conoscevano il programma alla perfezione, tranne Giuseppe; il vescovo ascoltò i primi che risposero brillantemente all'interrogazione e convinto che anche gli altri fossero altrettanto preparati, li ammise tutti in massa, era il 4 marzo 1628. Per la seconda volta fra Giuseppe, superò l'ostacolo degli esami in modo stupefacente e fu ordinato sacerdote per volere di Dio.
Si definiva fratel Asino, per la sua mancanza di diplomazia nel trattare gli altri uomini, per la sua incapacità di svolgere un ragionamento coerente, per il non sapere maneggiare gli oggetti, ciò nonostante nel corso della sua vita ebbe tanti incontri con persone di elevata cultura, con le quali parlava e rispondeva con una teologia semplice ed efficace.
Un professore dell'Università francescana di S. Bonaventura di Roma, disse: «L'ho sentito parlare così profondamente dei misteri di teologia, che non lo potrebbero fare i migliori teologi del mondo».
Possedeva, in effetti, il dono della scienza infusa, nonostante che si definisse «il frate più ignorante dell'Ordine Francescano». Amava i poveri, alzava la voce contro gli abusi dei potenti. Ai compiti propri del sacerdote, univa i lavori manuali, aiutava il cuoco, faceva le pulizie del convento, coltivava l'orto e usciva umilmente per la questua.
Amabile, sapeva essere sapiente nel dare consigli ed era molto ricercato dentro e fuori del suo Ordine. Dopo due anni di terribile aridità spirituale, che per tutti i mistici è la prova più difficile a superare, a frate Giuseppe si accentuarono i fenomeni delle estasi con levitazioni; dava improvvisamente un grido e si elevava da terra quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria, nel contemplare un quadro della Madonna, mentre pregava davanti al Tabernacolo; una volta volando andò a posarsi in ginocchio in cima ad un olivo, rimanendovi per una mezz'ora finché durò l'estasi.
In effetti volava nell'aria come un uccello, fenomeni che ancora oggi gli studiosi cercano di capire se erano di natura parapsicologica o mistica. Il fatto storico è che questi fenomeni sono avvenuti in presenza di tanta gente stupefatta: Giuseppe da Copertino non era un ciarlatano né un mago ma semplicemente un uomo di Dio che opera prodigi e si rivela ai più umili e semplici.
Comunque frate Giuseppe costituì un problema per i suoi Superiori, che lo mandarono in vari conventi dell'Italia Centrale, per distogliere da lui l'attenzione del popolo, che sempre più numeroso accorreva a vedere il santo francescano.
Di lui si interessò l'Inquisizione di Napoli, che lo convocò per capire di che si trattasse e nel monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, davanti ai giudici, Giuseppe ebbe un'estasi; la Congregazione romana del Santo Uffizio, alla presenza del papa Urbano VIII, lo assolse dall'accusa di abuso della credulità popolare e lo confinò in un luogo isolato, lontano da Copertino e sotto sorveglianza del tribunale.Fu sballottolato da un convento all'altro, a Roma, Assisi (1639-653), Pietrarubbia e Fossombrone (1653-1657).
Il 9 luglio 1657 papa Alessandro VII mise fine al suo peregrinare da un convento all'altro, destinandolo ad Osimo dove rimase per sette anni fino alla morte, continuando ad avere estasi, a sollevarsi da terra e ad operare prodigi miracolosi.
Morì il 18 settembre 1663 a 60 anni; il suo corpo è custodito nella cripta del santuario, in un'urna di bronzo dorato.

Fu beatificato da Benedetto XIV il 24 febbraio 1753 e dichiarato santo da Clemente XIII il 16 luglio 1767.

 
 
 

8 SETTEMBRE - FESTA DELLA NATIVITA' DI MARIA

Post n°188 pubblicato il 08 Settembre 2008 da Luce_nel_cammino
 

Questa celebrazione, che ricalca sul Cristo le prerogative della Madre, è stata introdotta dal papa Sergio I (sec VII) nel solco della tradizione orientale. La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore. (Mess. Rom.) 

 

 
 
 
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ALZA I TUOI OCCHI AL CIELO E VEDRAI....... NUOVI ORIZZONTI TU SCOPRIRAI........
SENZA TIMOR APRITI A LUI, TI AMA COSI' COME SEI
                                                  
   
 

Tu stai chiamando a te questa generazione. 
Con il tuo amore e con la tua potenza, la tua gioventù verrà a te.
La nostra nazione vedrà la tua gloria e ogni occhio lo vedrà.
Mi stai chiamando a te Signor.....
Ci stai chiamando a te Signor.....

 

 

«Non temere, 
continua solo ad aver fede!»

(Marco 5,36)

 

“Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore.” (Isaia 41, 1-3)


 

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 La vita è un dono di Dio,
acclamiamo con gioia alla nostra vita
perché il soffio dello Spirito è in noi.
Vivi la vita perché sia 
a gloria di Dio

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(Luce nel cammino)

 

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