Post n°2 pubblicato il 27 Settembre 2012 da cloeblog
dacia maraini la grande festa
leggetelo, parla di morte ma non compare mai la parola lutto. OGNUNO STA SOLO NEL CUOR DELLA TERRA TRAFITTO DA UN RAGGIO DI SOLE: ED E’ SUBITO SERA mi ha fatto pensare a questa poesia di quasimodo.
Quando non sarò più ’ in nessun dove e in nessun quando, dove sarò, e in che quando? paradiso o inferno. in una fredda tomba. Per l’autrice sono magnifiche costruzioni letterarie. il paradiso è un luogo astratto e gerarchico. La divisione medioevale fra buoni e cattivi risulta noiosa e prevedibile. “MI ATTIRANO DI PIU’ LE COSMOGONIE AFRICANE, CHE VEDONO IL LUOGO DEI MORTI MOLTO VICINO AGLI SPAZI FAMILIARI BEN NOTI AI VIVI”…”IL CAVO DI ALCUNE PIANTE DALLA CORTECCIA RUGOSA..IL BAOBAB COME CASEGGIATO GREMITO DI ANIME CHIACCHIERINE”…NEI PANTANI..NEI NIDI DI CERTI UCCELLI RAPACI…” La morte di Alberto, per i suoi lettori MORAVIA, per la MARAINI, Alberto, la colpisce come un un pugno in pieno petto…un tradimento del tempo, che chiudeva una porta, che sarebbe dovuta restare aperta….uno sgambetto che mi mandava a terra mentre mi sentivo sicura camminando tranquilla su una strada piana. Convinta che sarebbe morta prima di lui, certa della sua eternità. Ricorda la Callas timida e sfacciata come possono esserlo le bambine che si sono trovate ad entrare, scalze e ignoranti, nel mondo dorato delle feste da ballo, dei principi azzurri. Non voleva vederla la sorella YUKI…e racconta Giuseppe… Trova lieve consolazione nelle storie che colmano squarci di dolore..solo le storie ci aiutano a sopravvivere ai nostri morti. È il mondo dell’immaginazione che aiuta a sopravvivere. Un libro che parla di morte ma non compare mai la parola lutto….la rielaborazione del vissuto legato alla persona cara è affidato alla costruzione di un mondo immaginifico… vivono attraverso i ricordi: “nel giardino dei pensieri lontani” . incontra la sorella Yuki, il padre Fosco, Alberto Moravia, Giuseppe Moretti – l’ultimo compagno scomparso prematuramente per una malattia crudele.
bellissimo |
se fossi presidente se fossi il presidente la mia bibbia sarebbe la costituzione 35 ore settimanali e il lavoro per tutti scioglierei camera e senato regioni ecc...svelerei i nomi delle oligarchie che ci governano in europa e nel mondo. la democrazia di fatto è un'oligarchia. inutile è il parlamento e il falso federalismo... aria pulita, macchine elettriche e stop all'inquinamento a governare basterebbero 100 persone... non sarebbe una dittatura ma un governo dei giusti i partiti politici sono finiti... il lavoro sarebbe garantito a tutti in base a titolo di studio, attitudini personali e talento il crocifisso solo in chiesa grazie aule libere da crocifissi e preghiere..ricordo male o alle elementari eravamo costretti a recitare la preghiera all'inizio e alla fine delle lezioni? stato laico ora di religione soppressa lotta alle mafie potenziamento di mezzi pubblici elettrici..bicilette e aria pura anche a roma nell'ora di punta scuola e sanita' pubblica i ricchi devono pagare le tasse i poveri no. i populisti a casa processerei per crimini contro l'umanita chi ha la responsabilita' politica dei respingimenti in mare aperto dei migranti come chi affama i poveri pensionati e i giovani senza lavoro la multiculturalita' da raggiungere come il PIL in positivo a casa gli arroganti, i populisti, i razzisti e chi ha perso di vista il bene pubblico che gli architetti tornino a progettare citta' belle... gli artigiani, gli operai, impiegati pronti a svolgere compiti dove l'uomo è al centro piu' tempo da dedicare ai nostri figli, alla vita all'aria aperta, imparare ad osservare il cielo piuttosto che ascoltare oroscopi per radio mentre si va a lavoro, tornare a casa dopo 12 ore, scoprire tuo figlio cresciuto senza te. con amico un pc o un televisore rendersi conto di cosa facciamo parte e non essere meri spettatori di progarmmi idioti a sera quando si è stanchi alzare gli occhi al cielo e sentirsi parte dell' universo, del pianeta terra, rispettare se stessi e tutto quello che ci circonda.. e se fimisse tutto come è iniziato? nel momento della morte rimpiangerei quel giorno in cui il capo mi ha chiamata per tappare un buco mentre ero gia in macchina per portare mia figlia a gaeta per giocare con le onde del mare, e ho avuto paura di dire no, per non perdere il sostentamento di fine mese, non avere frequentato l'accademia d'arte a firenze, avere solo lavorato e conoscere il miei figli quando il sistema che mi ha sfruttato poi mi ha gettato. |