NEL MIO MONDO

Post N° 54


Ci sono parole che proprio non riesco a concepire,  parole che pur avendo significati simili, mi procurano sensazioni diverse quando le leggo o le ascolto. Fidanzata/o. Un brivido mi corre lungo la schiena. Mi riporta alla memoria la mia collega che ha dovuto farmi vedere l’anello ricevuto e che si pavoneggiava per il fatto di essersi fidanzata. Precedentemente, spesso litigava con il suo ragazzo proprio  perché non si decideva a comprarle il famoso anello. Ma è così importante mostrare un anello per dire che si è legati ad una persona da un sentimento forte? Mi sembra leggermente ipocrita, quasi un termine di facciata. Nel corso degli anni ho conosciuto varie donne il cui unico scopo nella vita era proprio quello di fidanzarsi e poi, magari, sposarsi. Nulla da dire in questo, ma avevo quasi l’impressione che questo passo potesse/dovesse essere compiuto a prescindere dalla persona con cui farlo. L’altro giorno ne parlavo con un amico e sono emersi altri termini utilizzati. Il mio uomo, la mia donna. Mi da l’idea di qualcosa di poco duraturo e di un certo senso di possesso dell’altro. Il mio partner. È un termine molto superficiale, per me, che mi procura un senso di distacco. Moroso/a è dialettale e si usa, come ragazzo/a, quando si è  giovani, per specificare che la persona con cui si esce è importante, ma  che si è ancora lontani dall’aver deciso se potrà essere vicino a noi per molto tempo. Mi piace, invece, il termine compagno/a. Mi fa sentire il desiderio di condividere con l’altro/a una parte importante della propria vita. Alla pari. Con amore, affetto. Viaggiando assieme sugli stessi binari.