NEL MIO MONDO

Post N° 203


Mi piace guidare. Mi da un senso di libertà. Radio accesa, la voce di un deejay in sottofondo o una canzone che canticchio con piacere. Mi sento padrona del mio mezzo, anche se riconosco di essere un po’ imbranata nel parcheggiare e di avere un pochino il piede pesante. Ma sono attenta alla strada, non mi trucco, non leggo il giornale, non rispondo al cellulare senza auricolare, non mangio, non bevo, mentre sono alla guida cerco di dedicare tutta la mia attenzione a quello che sto facendo e, soprattutto, agli altri automobilisti, pedoni, camionisti, ciclisti. C’è in giro di tutto.
Quelli che riescono ad andare con il tachimetro fissato a 30 km/h creando un certo disagio nel traffico locale, poiché non sempre si può superare. Quelli che considerano le frecce degli optional per indicare la direzione da prendere. Quelli che reputano i semafori degli strani oggetti che cambiano colore senza un motivo. Quelli che, con la doppia linea continua, in curva, trovano emozionante superare e trovarsi di fronte, nell’altra corsia, un’altra automobile che vorrebbe passare. Quelli che parcheggiano ovunque, davanti a cancelli, passaggi pedonali, posti per handicappati, in doppia o tripla fila solo perché gli risulta troppo faticoso camminare per 10 metri in più. Quelli che, attaccati al tuo paraurti, ti fanno gli abbaglianti per farli passare, non vedendo che davanti viaggiano tutti in una fila quasi compatta. Quelli che, quando vedono un pedone sulle strisce pedonali, sembrano accelerare forse pensando di giocare a bowling. Quelli che, da pedoni, ti sbucano fuori improvvisamente da una strada laterale ed attraversano senza prestare la minima attenzione al sopraggiungere dei veicoli. Quelli che, in autostrada, passano zigzagando da una parte all’altra o, addirittura, si mettono in corsia di emergenza perché reputano tutti gli altri degli imbecilli, dato che stanno fermi in coda. Piccoli, grandi esempi di educazione stradale.