il mondo di galatea

Secessione Totale


Egidio Guidon è, in fondo, un brav’uomo. Un metro e novanta per un centinaio di chili, non credo che abbia mai fatto in vita sua nulla di più illegale che parcheggiare in divieto di sosta e niente di più eroico che mandare al diavolo il vigile che gli elevava contravvenzione dopo essersi ben accertato che non potesse più sentirlo. L’unica sua pecca è una maniacale, pignolissima e, lui mi perdonerà, assolutamente italica, litigiosità. Guidon - lo conosco da vent’anni almeno - è un rompiballe di natura. Se c’è un pretesto per attaccar briga, si butta nella mischia come un bulldog ; se il pretesto non c’è, ha il fiuto di un setter per trovarlo. Fino a qualche anno fa questa sua caratteristica si estrinsecava, al massimo, nelle assemblee di condominio ; il giorno che fondarono la Lega si trasformò in un progetto politico, e lì cominciarono i dolori. Eletto in consiglio comunale, si presenta regolarmente in camicia verde e fazzoletto in tono. Interviene su tutto, e su qualsiasi argomento - dal regolamento sui parchimetri alle spazzature - la conclusione è che tutti i guai sarebbero risolti se il Nord si staccasse da Roma. Ma per lui non è solo l’Italia un concetto superato : non solo il Paese andrebbe diviso, ma anche il nostro paese comincia ad essere troppo grande per i suoi gusti. Da una quindicina di giorni mi tormenta perché, a suo dire, la frazione di Piva (diecimila persone, quasi metà paese più che una frazione) non è tenuta in considerazione dovuta dal palazzo. “Spendono tutti i soldi per il centro - tuona al bar dove mi ha trascinato per mostrarmi lo scempio - e qui niente. La gente è stufa di pagare le tasse e non avere niente in cambio. Qui non c’è soluzione : o cominciano a fare i lavori, oppure l’unica cosa è farci un comune per contro nostro !” Già me lo vedo, fazzoletto verde al collo, Timberland e fucile da caccia poggiato sul poderoso ventre padano, bloccare la strada su un falso tanko militare, e poi dedicarsi ad alzare cavalli di Frisia. Ma ha ragione, in fondo. Se Secessione deve essere, tanto vale che sia totale ed indifferenziata, al motto di ognuno per sé e Dio per tutti. Se ogni soldato di Bonarparte aveva nello zaino una bastone di maresciallo, ogni vero padano ha il diritto di tenere sottomano il filo spinato per recintare, in futuro, almeno l’atrio del suo appartamento.