Il mondo di Leo
L'uomo più potente è quello che è padrone di se stesso
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Post n°174 pubblicato il 01 Aprile 2014 da umegh1
Una delle più grandi opere compste da Seneca sono le lettere a Lucilio, i cosidetti dialoghi del filosofo con il suo amico Lucilio, ricco governatore della Sicilia, convinto epicureo. Un'opera stimolante per ogni uomo moderno che cerchi nelle pagine di un libro e nella pausa di una buona lettura, un viatico per le difficoltà, le angosce e i dubbi del vivere quotidiano. leggere queste lettere significa mettersi in corrispondenza con un Romano illuminato, umano, tollerante, che aveva raggiunto le più alte vette e al tempo stesso conosciute le bassezze della vita. E' uno Zenone che parla con la dolcezza di Epicuro e il fascino di Platone. La prima lezione che Seneca ci dà e che non si può essere saggi in tutto. Noi siamo frammenti dell'infinito e momenti dell'eterno. Continuando dice: Dio è la provvidenza che vigila su ogni cosa è negazione della casualità e del disordine; e la causa prima di una infrangibile catena di causa ed effetti; è il Fato che guida chi vuole e trascina chi si oppone. Parla con fiducia di una vita al di là della morte, ma altrove chiama l'immortalità un bel sogno; dice che la morte è un "non esistere" ma poi, sulla scia di Platone definisce il corpo l'involucro dell'anima, una mente in continua ricerca della verità. |
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