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Il mondo di Leo

L'uomo più potente è quello che è padrone di se stesso

 

 

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Tratto dalle lettere a Lucilio...(libro secondo)

Post n°178 pubblicato il 01 Luglio 2014 da umegh1

So che hai molto coraggio; anche prima che temprassi il tuo spirito con insegnamenti salutari e utili per superare le avversità della vita, eri già piuttosto soddisfatto del tuo atteggiamento di fronte alla sorte e ancor più lo sei ora dopo averla affrontata con decisione e aver provato le tue forze; in queste non si può mai confidare con sicurezza finché non si presentino numerose, e talvolta incalzanti, difficoltà da ogni parte. Così si sperimenta il coraggio vero, che non è sottoposto all'arbitrio altrui: è la prova del fuoco. Un atleta non può combattere con accanimento se non è già livido per le percosse: chi ha visto il proprio sangue e ha sentito i denti scricchiolare sotto i pugni, chi è stato messo a terra e schiacciato dall'avversario e, umiliato, non si è perso d'animo, chi si è rialzato più fiero, dopo ogni caduta, va a combattere con buone speranze di vittoria. Quindi, per continuare con questo paragone, molte volte ormai hai subito l'assalto del destino; tu, però non ti sei arreso, ma sei balzato in piedi e hai resistito con maggior fermezza: il valore, quando è sfidato, si moltiplica. Sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano effettivamente, Lucilio mio, e spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà. Ti raccomando solo di non essere infelice anzitempo: le disgrazie che hai temuto imminenti, forse non arriveranno mai, o almeno non sono ancora arrivate. Certe cose ci tormentano più del dovuto, certe prima del dovuto, certe assolutamente senza motivo; quindi, o accresciamo la nostra pena o la anticipiamo o addirittura ce la creiamo.

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Commenti al Post:
occhi_digatta
occhi_digatta il 02/07/14 alle 22:25 via WEB
Mio caro Leo leggo con grande piacere le parole di questo meraviglioso tratto di un passato, deduco molte verità...le avversità sono solo sfide della vita, viene imposta come fermezza dell'assurdo voler dell'inconscio, qual che siano i lividi di ogni caduta non deve spaventare anzi fortificare ogni maledizione caduta dal ciel, e se il tormento ci attanaglia la paura non deve competere con il cuore, giammai tal gesto deve compromettere l'avversario a render giustizia vi è solo un via tortuosa...la coscienza Scusa ma è di getto...un abbraccio stellare...le stelle parlano di notte. Grande amico mio.
 
 
umegh1
umegh1 il 03/07/14 alle 20:10 via WEB
Ciao Serenella, quante verità nelle parole di Seneca, la strada della vita è lunga e tortuosa e non priva di pericoli. A volte il destino ci mette a dura prova, ma tutto questo è fatto secondo un disegno ben definito, serve a forgiarci per gli accadimenti futuri. Solo colui che sarà padrone di se stesso affronterà con determinazione gli ostacoli della vita. Buona serata amica mia...un abbraccio...Leo.
 
Cherrysl
Cherrysl il 05/07/14 alle 16:28 via WEB
E' vero, il coraggio maggiore lo si trova quando siamo stati messi a terra e schiacciati perchè spesso le avversità non si superano con l'uso della forza, ma anche resistendo, tollerando finchè arriva il momento del riscatto. Le ferite e i lividi più gravi sono quelli interiori...a volte ci temprano, altre volte ci lasciano più impauriti. Sono però d'accordo sulla seconda parte di questa lettera in cui si dice che non serve aver paura anzitempo di quello che potrà essere, perchè si finisce solo con l' essere spaventati dalla nostra stessa paura
 
 
umegh1
umegh1 il 05/07/14 alle 20:59 via WEB
Ciao Serenella, nessuno ne esce illeso dai colpi inflitti dal destino, non posso che confermare, le ferite più gravi e indelebili sono quelle interiori, l’importante è rialzarsi e proseguire senza paura. Questo mi ricorda un pensiero di Platone in una delle sue più grandi opere, “l’anima”; l’anima preesistente all’uomo nel cui corpo è stata imprigionata dopo la “caduta” dall’iperuranio, vive sulla terra un’avventura difficile, ricca di significato, continuamente nostalgica del suo “paradiso perduto”. Quindi il “transito” terreno non è altro che un percorso obbligato, dove l’anima non aspira ad altro che alla liberazione del vincolo corporeo. Il più grande pensatore ateniese è del parere che la prima e suprema cura dell’uomo dovrebbe essere quella dell’anima. Lieta serata…..Leo.
 
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