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Ma come si allena il dribbling?


Si parla tanto della necessità di riscoprire l'arte di saltare l'uomo, che gli allenatori di settore giovanile, troppo presi dal risultato e dal tatticismo, avrebbero inibito. Sono d'accordo. Quando chiedo ai miei colleghi, o conoscenti (allenatori, giornalisti, appassionati) come fare praticamente per raggiungere questo obiettivo, iniziano i miei dubbi...
E' vero che molti allenatori di settore giovanile pensano più a tattica e risultato, ma per migliorare il dribbling non è sufficiente proporre situazioni di uno vs uno nelle varie forme. Anzi, a volte si esagera in senso opposto. Alcuni mi dicono: "io li obbligo a dribblare!". Davvero pensiamo che si possa ottenere un apprendimento con un obbligo? Per me questo concetto è deleterio. Io penso che sia più importante curare l'aspetto tecnico individuale, dando al giocatore la possibilità di poter saltare un avversario, poi attraverso step progressivi, (dal semplice al complesso) "lavorare" sulla sua autostima e fiducia. I giocatori devono inizialmente sentirsi in grado di poter fare qualcosa, altrimenti dopo aver fallito più volte, non rischieranno ulteriormente. Poi diventa importante lavorare sulla capacità di fare scelte, sulla assunzione di responsabilità. Si, perchè un uno contro uno può essere vinto anche con un passaggio attraverso il quale si supera un avversario... Allora, saper scegliere tra dribblare o passare, diventa fondamentale per ottenere un giocatore di qualità. Alleniamo mai questo tipo di situazione? o ci limitiamo all'uno contro uno? Ma se vengo chiuso all'angolo cosa succede? Se il difensore recupera palla cosa succede? se salto l'avversario cosa succede? Le situazioni classiche mi sembrano ormai inadeguate per allenare questi fondamentali aspetti, si sa già tutto, da dove arriva l'avversario, da dove parte, cosa farà... ma in partita non è così!