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"Io, tennista d'altri tempi"Roberta Vinci, sconfitta dall'ucraina Bondarenko, è una delle ultime interpreti del gioco d'attacco: "A Roma mi va sempre male, sento troppo la pressione" di PAOLO ROSSI
Roberta Vinci ROMA - L'avventura romana è già terminata per alcune tenniste azzurre, e tra queste vi è Roberta Vinci. Ha perso con l'ucraina Kateryna Bondarenko (sorella di Alona), ed è fuori dal torneo. Molti spettatori erano sinceramente dispiaciuti: "è stata eliminata l'ultima ricamatrice", ha detto un signore sulla cinquantina, nostalgico d'altri tempi. La sua osservazione è tecnica, vuol dire che Roberta Vinci non appartiene alla categoria del 'power tennis'. La tarantina che s'allena a Palermo è una giocatrice d'attacco, che usa le volèe, sa stare a rete. "Ringrazio gli spettatori per la stima e l'affetto, ma a Roma mi va sempre male. Sento la pressione e gioco male". Per questo non è riuscita a praticare il suo serve and volley? "Anche per questo. Non sentivo la palla". E quando non c'è feeling.... "Puoi darmi tutti i consigli di questo mondo, come ha fatto il mio coach, ma eseguirli è un altro discorso". Lei è una specie in estinzione, nel tennis. "Che vuol dire?". Che trovare qualcun'altra che esegua il rovescio ad una mano, che attacchi la rete, che faccia le smorzate è cosa rara, ormai. "Eh sì, questo è vero. Si gioca in altro modo". Si picchia la palla. "Questo è il trend d'insegnamento, ma da molto tempo". Ma attaccanti si nasce o si diventa? "La verità? Si nasce". Non è questione di formazione? "Anche, ovviamente. Però o ce l'hai nel sangue, o niente". E lei decise d'attaccare."Proprio così, già in tenera età". E cosa si prova, nel correre e giocarsi il punto in qualche secondo? "Un azzardo. Una scommessa. Un'emozione, come la mia stop volley". Proprio a Roma si sono visti giocatrici che, davanti ad un pallonetto, hanno arretrato la posizione per non rischiare. Ma perché? "Per paura. Paura di sbagliare. Paura di essere passate. Forse paura delle proprie insicurezze. Non so, andrebbe valutato". Resta il dato di fatto. "Certo, oggi si preferisce restare a fondo campo e tirare forte". Eppure, dopo aver tirato a 150 kmh, fare un passo avanti faciliterebbe la conquista del punto. E' anche una questione geometrica. "Teorie, in campo poi succede altro". Ultima cosa: cosa prevede nel futuro? Ci saranno altre Navratilova, altre Vinci? "Ho paura di no. Ma qualcuna che vorrà rischiare ci sarà sempre, vedrete". 4 maggio 2009