Il nostro calcio

Pronti, attenti, via!


Sono tutti pronti! Scarpe allacciate, calze e parastinchi a posto, la "panchina" ha già indossato la tuta con sopra le casacche, il mister si aggira nervosamente per lo spogliatoio e per mascherare la tensione, fissa qualche giocatore e sorride. Si aspetta solo che il delegato Uefa dia l'ok per l'ingresso in campo. C'è tensione, attesa, emozione e speranza. Poi si entra. Lentamente e in fila dietro ai portabandiera ed alla quaterna arbitrale. Ci si dispone, nessun saluto e nessuna monetina. C'è silenzio. La "panchina" è tutta in piedi, vicini, spalla contro spalla, si cerca il contatto. I giocatori in riga, fronte alla tribuna centrale ed alle autorità, si stringono, si abbracciano, alcuni portano il braccio destro all'altezza del cuore. Poi il silenzio è rotto dalle note dell'inno nazionale. Di colpo la calma apparente, lascia spazio all'emozione, un brivido mi attraversa la schiena, scopro di avere la pella d'oca e quasi tremo. Cerco un pò di lucidità ed inizio a fissare i giocatori. Alcuni guardano il cielo, altri ci fissano, altri ancora, agitano le gambe nervosamente.... Tutti sono concentrati! Quando la musica termina, tutti si muovono, si caricano, si incitano, si danno pacche sulle spalle.... Non so se vinceremo la partita. So che tutti sono emozionati, concentrati, carichi e pronti. Hanno il fuoco dentro e occhi di tigre. Daranno il massimo, questa è l'unica certezza.