Il Nuovo Profeta

Sul Dare (III giorno)


Allora uno di quelli che era ricco disse:Mi consenta, Maestro, ci parli del Dare.Ed egli rispose:Dare è un verbo irregolare della prima coniugazione, transitivo..Ma quegli lo interruppe:Ma no, Maestro, intendevo del Dare nel senso dell’azione.E il Maestro disse:Ah, in quel senso lì. Beh, Dare è una bella cosa, non c’è dubbio. Tutti quanti sono costretti a dare qualcosa di sé, è la vita di comunità che lo impone. Però io vi dico, state attenti: in realtà date poco quando date dei vostri beni. Perché è quando donate voi stessi che voi donate veramente.E a quel dire essi manifestarono il proprio stupore.Ed egli riprese:Cosa sono i vostri beni se non degli oggetti che tenete ben stretti nel timore che qualcuno ve li possa ciullare da un momento all’altro, temendo fra le altre cose che possiate averne bisogno in un domani?E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo prudente che sotterra gli ossi nella sabbia uniforme, mentre segue i pellegrini diretti alla città santa?A quelle parole, i presenti si guardarono negli occhi. E uno di quelli che si chiamava Cosimo Zappalà, si fece avanti  e disse:E che minchia vuol dire?E il Maestro rispose:Intendo dire, che cos’è la paura del bisogno, se non il bisogno stesso?Ma nessuno di quelli seppe rispondergli.Forse che non è il terrore della sete, quando pieno è il pozzo, nient’altro che sete insaziabile?Ma quelli ancora non si raccapezzavano.Bih, ho capito. Allora: avete presente quando vi scappa che proprio non ce la fate e avete paura di farvela addosso? Ecco, in quei momenti la paura di evacuare è voglia stessa di farlo, o no?Vi sono pesone che si trattengono, e persone che non sanno trattenersi.Così pure vi sono persone che donano poco di quello che hanno, e persone che donano tutto quel poco che posseggono.Vi sono persone che danno con gioia ed in quella gioia sta la loro ricompensa.E persone che danno con rimpianto, ed in quel rimpianto sta la loro pena.Perciò, figlioli, non siate mai stitici nel dare, me sempre e ovunque donate, donate e donate.Allora uno di quelli disse:Maestro, la maggior parte di noi è indigente. Come facciamo a donare se non abbiamo manco i soldi per pagarci l’abbonamento del Palermo?E il Maestro rispose:Ma cosa volete tenere per voi? Tutto ciò che è vostro un giorno sarà di altri. Presto tutti voi morirete, chi di morte naturale, chi messo sotto da un tir, chi in preda a dolori lancinanti causati dalle radiazioni seguite allo scoppio di una centrale nucleare, e via discorrendo. Quindi date oggi, così che il momento del dare sia vostro, e non dei vostri eredi.A quel dire tutti si toccarono le vergogne davanti, e chi non poteva per ragioni anatomiche toccò quelle del proprio compagno o del proprio vicino.Dopo di che, il Maestro continuò:A proposito di Dare, miei cari fratelli. Volevo giusto chiedervi di fare un’offerta per la ricostruzione della cappel.. fratelli.. FRATELLI.. ASPETTATE, EHI..