IL PADRE DI REBECCA

REBECCA - ATTESA

....shhhhhhhhhhhh....

REBECCA - APNEA

quando alla sera tolgo le cuffie, ho l'udito attutito. il rumore di fondo che chiamiamo silenzio, a quel punto, s'e' fatto grasso. e si mangia lo spazio agli altri suoni e rumori.

la voce e' un suono o un rumore?

paradossalmente si fa il silenzio intorno. e mi sa che e' sempre cosi' quando suoni. si, piu' suoni piu' si fa silenzio.

mi sembra di navigarli questi giorni, piccola Rebecca. in apnea. onda dopo onda. corrente dopo corrente. il mare nelle orecchie.

ieri con zio G abbiamo parlato di te. ma lui non lo sapeva che parlavamo di te.

zio G e' di quelle cose che non cambiano mai.

anche se io non ci credo che ci siano cose che non cambiano mai.

e' quello che ti spiegavo giorni fa, ricordi? a proposito della rivoluzione...

ecco, amore mio... tutto cambia, necessariamente. puoi solo cercare che non cambi in peggio.

REBECCA - UN SEGRETO

piano piano diventerai donna e ti vedrai bambina.

REBECCA - COMPITI

sogna piccola Rebecca. con gli occhi spalancati e il cuore tenero aperti all'uragano. tutto il resto sara' compito mio.

REBECCA - OVUNQUE VOI SIATE

non e' difficile da capire... tu piccola Rebecca lo sai cos'e' l'ansia?

l'ansia e' una sorta di mal di stomaco che non ti fa stare bene. e non serve prendere nessuna medicina, quella tanto non passa.

ci sono medicine truffa. fanno sembrare che il male non ci sia... ma sono come il mantello sopra allo specchio. e visto che ci siamo... i medici che le spacciano si chiamano psichiatri, e sono come quelli che spacciano l'eroina e il tabacco. uguali.).

comunque...

tuo padre non riesce a dormire 4 notti di fila nello stesso posto. gli sale l'ansia. e anche quando ci riesce, la mattina si sveglia prima dell'alba. e non resta mai disteso sul posto dove ha passato la notte. mai.

quasi mai.

a tuo padre serve o una casa che gliela faccia passare l'ansia, o stare per strada.

sulla strada.

gran nebbia stanotte amore mio. ti piacera' la nebbia. e' silenziosa. la nebbia e' come una nuvola ferma sopra la terra.

evaporava, stanotte, dai palazzi grigi e distanti e dalle gru.

questo quartiere e' un cantiere aperto. questa citta' lo e'. io stesso lo sono.

fumavo e guardavo la collina, stanotte.

tu che ne pensi? ora comunque e' mattina.

e stamattina vorrei sollevarmi come la nebbia. e sparire con il primo raggio di sole.

stamattina vorrei asciugarmi e raggiungerti li' dove sei. ovunque tu sia.

ovunque lei sia.

REBECCA - TUA MADRE

ho gli occhi rotti e tua madre li ama.

ieri mi ha regalato un fiore.

REBECCA - REINCARNAZIONE E GESTIONE... FINALMENTE

ciao angelo mio. tu ci credi alla reincarnazione? (domanda a trabocchetto...).

io si, te lo confesso.

in una vita precedente devo essere stato un emule di Napoleone, probabilmente. o un bottegaio. comunque qualcuno che centellinava le proprie azioni negandosi ogni emozione. lo devo essere stato fino all'esasperazione, tanto che in questa vita ci sono arrivato con le tasche piene del controllo. della gestione.

dio... c'ho provato eh... c'ho provato ad essere centellinatore e negoziante. ma e' stato inutile.

la costipatezza degli anni passati dietro a qualche bancone si sta sfogando nel corso di questa fase del ciclo vitale.

in questa vita sono uragano. ingovernabile.

come faro' con te? non so. se lo sapessi, del resto, sarei ancora quel bottegaio napoleonico, no? voglio che tutto fluisca. che tutto esploda. voglio l'afa del garbino e poi il gelo del turbine balcanico.

e tu? tu cosa vuoi? cosa vorrai per te?

un ombrello da farti strappare? un riparo sicuro? un volo in caduta libera? il mio amore?

gestire. ti diro', e' un bel verbo. dona l'illusione del controllo. della riservatezza. dona tranquillita' apparente.

gestire. ecco, tutto voglio meno che gestire.

stasera comunque guardo sfinito il mondo. e mi chiedo come si fa a pensare di conoscerlo. e come si puo' desiderare viverlo al pari di una poesia imparata a memoria?

sara' cosi'. sara' in altro modo. sara'.

amore mio, noi siamo. ecco cos'e'. noi siamo gia'. e non saremo mai piu' come adesso.

guadiamoci negli occhi dunque. e riconosciamo le persone e le cose per quello che sono. senza paura. ogni fiore vive nel momento in cui l'annusi e profuma. non c'e' un attimo da perdere.

stasera amore mio ti canto una vecchia canzone di Francesco De Gregori, uno dei preferiti di zia A. la senti? la sto biascicando sottovoce. che' sono giorni che canto, e la voce di tuo padre e' un po' stanca.

dai, aiutami tu...

...e' troppo tempo amore / che noi giochiamo a scacchi / mi dicono che stai vincendo e ridono da matti. / ma io non lo sapevo / che era una partita / posso dartela vinta e tenermi la mia vita...

REBECCA - SEGRETO PER SEGRETO (PASTO CRUDO)

ciao piccolo angelo mio. tu abiti il mio mondo grazie alla forza che hai scelto di avere. e ogni giorno mi scegli come io scelgo te. e con la nostra scelta costruiamo il mondo nostro. il mondo che e' mio e tuo.

diamone un'idea stasera, ti va? diamone una visione. diamone saggio, esempio, dimostrazione.

dimostriamo che la vista e' solo uno dei tanti sensi e che sappiamo parlare senza parole.

tuo padre e' stanco. non di inseguirle, le parole, che' lui sta seduto... e' stanco piuttosto del flusso continuo che l'investe.

domani dormirai tutto il giorno sul mio petto. staremo in silenzio.

ma adesso regaliamo due segreti, ti va?. uno tu ed uno io.

"la coscienza non e' rielaborazione. non e' una ribollita. la coscienza e' l'attimo di connessione. il lampo. un pasto crudo. soggetto e verbo. dopo lo squarcio, la coscienza puo' solo andare in lento decadimento."

"il pensiero e' adattamento, rimozione. razionalizzazione. logica. produzione di realta' alternative. quello che e', contro quello che dovrebbe essere. il mondo e' pieno di sabbia da scavare per nasconderci la testa."

ridi? anche io... chissa' chi, leggendo, sapra' capire qual e' il segreto che hai regalato tu e quale quello che ho regalato io...

ps grazie piccola Rebecca di avermi scelto. domani dormiremo tutto il giorno in silenzio. e sogneremo insieme tua madre.

REBECCA - SEGRETI

non sei piu' cosi' lontana da doverti scrivere...

oggi ne abbiamo approfittato per scambiarci segreti.

REBECCA - FANTASMI E NON

ieri mi hai soffiato nell'orecchio destro, piccola Rebecca. ho avvertito la tua presenza a rovescio di come si avverte quella dei fantasmi.

tu ci credi ai fantasmi? (domada a trabocchetto...).

beh, in ogni caso... il loro soffio e' gelido. il tuo invece e' stato tiepido. sei un fantasma al contrario. un sogno, credo.

ma un sogno potente devi essere. perche' se ieri soffiavi oggi gia' mi parli. sento piano la tua voce. chissa' a che frequenza. ma capisco le risposte che mi dai.

cosa succedera' quando avro' consapevolezza di te, tanto da sentirti fare domande?

adesso per esempio immagino tu stia pensando... ma questo non doveva parlarmi del verbo "gestire" e della reincarnazione?

cosa succedera' quando ti sentiro' incalzare con queste richieste?

oggi e' stata una giornata luminosa. ho dormito dalle 14 alle 16 sul divano in Stazione Termini, al cem. svenuto dalla stanchezza. incubi. ma poi e' stato bello svegliarsi. a novembre, quando c'e' questo sole sopra al giallo delle foglie, amo lavorare e consumarmi da insonne. vedrai... e' un piacere sottile quello di consumarsi splendendo. come e' vero che l'aria della mattina ha un altro sapore quando si vive la notte invece di dormirla.

mi manca tua madre. non e' un dolore. e' che non sono completamente felice se non sto con lei.