IL PADRE DI REBECCA

REBECCA - FANTASMI E NON


ieri mi hai soffiato nell'orecchio destro, piccola Rebecca. ho avvertito la tua presenza a rovescio di come si avverte quella dei fantasmi.tu ci credi ai fantasmi? (domada a trabocchetto...).beh, in ogni caso... il loro soffio e' gelido. il tuo invece e' stato tiepido. sei un fantasma al contrario. un sogno, credo.ma un sogno potente devi essere. perche' se ieri soffiavi oggi gia' mi parli. sento piano la tua voce. chissa' a che frequenza. ma capisco le risposte che mi dai.cosa succedera' quando avro' consapevolezza di te, tanto da sentirti fare domande?adesso per esempio immagino tu stia pensando... ma questo non doveva parlarmi del verbo "gestire" e della reincarnazione?cosa succedera' quando ti sentiro' incalzare con queste richieste?oggi e' stata una giornata luminosa. ho dormito dalle 14 alle 16 sul divano in Stazione Termini, al cem. svenuto dalla stanchezza. incubi. ma poi e' stato bello svegliarsi. a novembre, quando c'e' questo sole sopra al giallo delle foglie, amo lavorare e consumarmi da insonne. vedrai... e' un piacere sottile quello di consumarsi splendendo. come e' vero che l'aria della mattina ha un altro sapore quando si vive la notte invece di dormirla.mi manca tua madre. non e' un dolore. e' che non sono completamente felice se non sto con lei.