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50 anni della Scuola "Giovanni Pascoli" di Cicciano. Intervista alla prof. Lilly De Martino, docente di cinquant'anni fa


Gentile professoressa Forino (nella foto risalente proprio all’anno scolastico 1960-61)) stiamo festeggiando il 50° compleanno della nostra scuola ed abbiamo pensato a lei come “memoria storica” della nascita della Scuola Media (oggi secondaria di 1° grado) “Giovanni Pascoli”.- Qual è il suo primo ricordo di quei tempi? Durante i suoi anni d’insegnamento nella nostra scuola media quanti presidi si sono succeduti, ne ricorda il nome? - Si trattava di una piccola scuola, formata da due sole sezioni distinte per sesso. Le classi erano poco numerose. - Dove era situata la Scuola Media in quel periodo?- La scuola era nello stesso caseggiato in cui oggi ha sede il Comune, in piazzetta San Barbato. Era un edificio fatiscente, provvisorio. - Ricorda quando è stata spostata in Piazzale Italia?- A metà degli anni ’70 abbiamo finalmente avuto la nuova sede.- Lei ha insegnato anche in quella sede?- Sì, ho insegnato anche lì.- Come mai è stata intitolata a Giovanni Pascoli?- Se non ricordo male, già la scuola media privata che aveva sede in via Concezione, esistente prima dell’istituzione di quella statale, era intitolata a Giovanni Pascoli. Comunque non ricordo una particolare motivazione, penso sia sta una scelta d’elezione.- Lei quale disciplina insegnava, qual è stato il suo percorso e quando ha poi smesso di insegnare?- Arrivai a Cicciano dopo aver insegnato Lettere ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino. Pur di avvicinarmi a casa accettai di insegnare Francese. Potei farlo perché in gioventù ho vissuto per alcuni anni a Bruxelles, dunque ero in possesso dei titoli per farlo. Successivamente ho sempre insegnato Lettere, sia alle scuole medie che al Liceo Scientifico “Enrico Medi “ dove, in seguito, ottenni il passaggio di ruolo.- Che ricordo ha del primo preside, il professor Antonio Alderisio?- Era una persona esigente ma comprensiva. Pretendeva molto ma sapeva anche quando fermarsi. Era particolarmente attento al contatto con le famiglie. Era una bella persona!- Quanti colleghi di allora ha ancora modo di incontrare?- Di quei primi anni non incontro più nessuno, perché erano in maggioranza provenienti da Napoli. Tuttavia li ricordo con piacere perché ci fu un piacevole scambio di esperienze che allargò le vedute di tutti.- Ci sono alunni della nostra Scuola diventati “famosi” che lei ricordi?- Famosi proprio no, ma molti sono diventati professori, un’alunna oggi è farmacista e poi ci sono due presidi, la vostra preside, la professoressa Ciccone e il professor De Lucia, preside a Baiano.- Quindi lei si ricorda della nostra preside? - Certo, era una ragazza seria ed impegnata.- - Io ho conosciuto solo il preside Alderisio ed il preside Fontana, una persona un po’ timida e triste, forse per le vicende personali. - Gli alunni di quei tempi erano diligenti, educati, studiosi o, come accade oggi, ve ne erano di tutti i tipi?- Gli alunni erano più tranquilli rispetto ai ragazzi di oggi. Almeno per quanto ne sento dire, oggi sono un po’ meno diligenti. Molti ragazzi provenivano da una scuola elementare che li preparava bene, qualunque fosse la loro provenienza sociale, tutti uscivano con una preparazione adeguata.- Scuola a parte, quanto è cambiata Cicciano in questi 50 anni?- Moltissimo, anche dal punto di vista urbanistico. Ci sono molte nuove costruzioni, ad esempio prima via Marconi era del tutto inesistente, era un terreno privato. A Cicciano non c’erano neanche le fognature, quando pioveva molto era drammatico. C’erano dei ponticelli di ferro che venivano tirati fuori per oltrepassare quello che chiamavamo “o’ lav”. Allora i Regi Lagni in caso di pioggia straripavano invadendo le strade del paese. A ben pensarci   tutte queste innovazioni hanno reso Cicciano più caotica.  - L’arrivo delle famiglie che hanno abitato la GESCAL come ha cambiato il paese?- Certamente c’è stato un c  ambiamento. Bisogna dire che le abitazioni della GESCAL sono state assegnate a famiglie disagiate, a volte “particolari”, ma non dobbiamo lasciarci trascinare dal pregiudizio, si tratta di un quartiere popolare, non di un ghetto. Anzi mi sento di dire che ci vivono anche molte persone perbene.- Ma torniamo al mondo della scuola. Oggi, come negli anni ’60, a scuola si utilizzano di nuovo i voti. Secondo lei è stato un passo avanti o un ritorno al passato?- Penso che il passaggio intermedio al giudizio sia stata una conquista, in quanto il giudizio dà un quadro più completo dell’allievo, ma col tempo ci si è formalizzati su alcuni termini, trasformando il giudizio in quello che era il voto. Per intenderci il sufficiente è diventato 6 e l’ottimo 10. Se il voto fosse trattato per quello che è sarebbe utile anche per indicare i ragazzi negli studi futuri, invece spesso i genitori scelgono per i figli la scuola più vicina e non quella verso cui il figlio ha una naturale predisposizione.- In quei tempi era costoso frequentare la scuola?- Agli inizi lo Stato distribuiva qualche libro di testo gratuitamente, poi niente altro.- In definitiva la scuola, secondo lei, ha fatto dei passi avanti con le diverse riforme che si sono susseguite nel corso degli anni?- Io sono convinta che la scuola di oggi è meglio di quella di prima. Oggi è più democratica e, se fatta bene, è veramente formativa. Le grandi conquiste sono state l’eliminazione della classista scuola di avviamento e l’istituzione dei Decreti Delegati, perché la partecipazione delle famiglie è importantissima.- Poiché lei da sempre è stata una persona impegnata nel campo del sapere, non posso pensare che oggi abbia abbandonato i suoi interessi. Di cosa si occupa ora?- Io dirigo l’UNITRE di Cicciano, un’associazione molto bella nata come Università della Terza Età e con il passare degli anni divenuta Università delle Tre Età, data l’elevata partecipazione di giovani. Si tratta di un’associazione altamente democratica in cui predichiamo e pratichiamo l’uguaglianza, il rispetto reciproco, la solidarietà. Diamo la possibilità a tutti di aprirsi ad ambienti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi. Il bello è che anche le donne di una certa età, poco abituate a questo tipo di associazione, si sono adattate. Non faremmo giustizia all’UNITRE, però, se non mettessimo in risalto un altro aspetto. I soci di qualunque provenienza culturale siano, partecipano molto volentieri alle gite ed ai viaggi, viaggi che hanno sempre una destinazione di interesse culturale. Non solo, ma il venerdì precedente ad ogni gita il nostro incontro culturale è dedicato alla presentazione dei luoghi che saranno visitati il giorno dopo, presentazione sempre di grande spessore in quanto tenuta dal professor Raffaele D’Avanzo, appassionato studioso di Storia dell’Arte e, questo del venerdì, è veramente un’occasione di crescita culturale per tutti, anche per soci che, vuoi per ragioni economiche, vuoi per ragione di mentalità ancora provinciale, non hanno avuto la fortuna di frequentare la scuola oltre, al massimo, la quinta elementare.- Professoressa, nel salutarla le chiedo solo se le va di concludere questa intervista con un saluto o un augurio alla nostra scuola “Pascoli”.- Certo che mi va, e quale migliore augurio i quello tipico delle nostre parti: “auguri, scuola Pascoli, pe’ cient’ ann!”                                               Intervista a cura di Angelo Rainone (III F)