Degas e Garcia Lorca: la grazia e la carnalità.
Amor delle mie viscere, viva morte,invano aspetto tue parole scrittee penso, con il fiore che appassisce,che se vivo senza di me voglio perderti.Il vento è immortale. La pietra inertenon conosce l'ombra né la vita.Cuore interiore non ha bisognodel miele gelato che la luna versa.Ma ti ho sopportato. Tagliai le mie vene,tigre e colomba sulla mia cinturain un duello di morsi e di gigli.Calma, dunque, con parole la mia folliao lasciami vivere nella mia serenanotte dell'anima ormai per sempre oscura.