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Post N° 239


Caravaggio e Orazio Flacco
Q. Orazio Flacco, Epistole I 4Albio, Albio,critico sereno delle mie satire,che fai a Pedio?Lasciami pensare:scrivi forse poesieda far dimenticare Cassio Parmense,o vai per boschi a ritemprartisilenzioso come uno smemoratoche si perda a considerareciò che è degno o no d'uomini civili?Tu non eri cosí avvilito un tempo:gli dei ti diedero bellezza,ricchezze, e l'arte di goderne.Cos'altro potrebbe augurarel'affetto di una nutriceal figliolo che si cresce in seno?d'avere buon senso,di poter dire ciò che pensa,di godere favori, credito e salute,di vivere decentementecon qualche quattrino in tasca.Fra speranza e affanni,fra timori e rabbia,immaginache l'alba di ogni giornosia l'ultima per te:le ore che seguirannoe non speravi piútutte un incanto.Ma se vuoi riderevieni a trovarmi:sono grasso e lustro,la pelle curata a dovere,un porco, un porco epicureo.