ilpeloedilvizio

Post N° 279


Monet e D'Annunzio
LA SERA FIESOLANA Fresche le mie parole ne la serati sien come il fruscío che fan le fogliedel gelso ne la man di chi le cogliesilenzioso e ancor s'attarda a l'opra lentasu l'alta scala che s'anneracontro il fusto che s'inargentacon le sue rame spogliementre la Luna è prossima a le sogliecerule e par che innanzi a sé distenda un veloove il nostro sogno si giacee par che la campagna già si sentada lei sommersa nel notturno geloe da lei beva la sperata pacesenza vederla.Laudata sii pel tuo viso di perla,o Sera, e pè tuoi grandi umidi occhi ove si tacel'acqua del cielo!Dolci le mie parole ne la serati sien come la pioggia che bruivatepida e fuggitiva,commiato lacrimoso de la primavera,su i gelsi e su gli olmi e su le vitie su i pini dai novelli rosei ditiche giocano con l'aura che si perde,e su 'l grano che non è biondo ancórae non è verde,e su 'l fieno che già patì la falcee trascolora,e su gli olivi, su i fratelli oliviche fan di santità pallidi i clivie sorridenti.Laudata sii per le tue vesti aulenti,o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salceil fien che odora!Io ti dirò verso quali reamid'amor ci chiami il fiume, le cui fontieterne e l'ombra de gli antichi ramiparlano nel mistero sacro dei monti;e ti dirò per qual segretole colline su i limpidi orizzontis'incúrvino come labbra che un divietochiuda, e perché la volontà di direle faccia belleoltre ogni uman desiree nel silenzio lor sempre novelleconsolatrici, sì che pareche ogni sera l'anima le possa amared'amor più forte.Laudata sii per la tua pura morteo Sera, e per l'attesa che in te fa palpitarele prime stelle!