De chirico ed il "naso"
Il naso, sede dell’olfatto, a metà tra occhi e bocca.
Come l’unione tra cielo e terra.
L’organo nel quale tutti gli odori vengono elaborati e poi deposti nella mia
memoria che li rimanda a me, violentemente, a rievocare sensazioni e
luoghi.
Il profumo silvano dell’erba bagnata, il profumo salmastro del mare,
il profumo fragrante del pane, il profumo atavico del sesso.
Tutti profumi indimenticabili ed incancellabili, profumi amati,
profumi che mi riportano in albe solitarie e in tramonti mai passati.
L’allegoria rappresentata è per me un passaggio obbligato
per ricondurmi all’onirico profondo del mio essere dove tutto si fonde
e dove non esistono regole, dove tutto è lecito e dove nell’angolo
sperduto della mia anima trovo me stessa pigramente abbandonata in volo.
In volo su un’acqua trasparente dove posso adagiarmi e non avere paura.
Il sogno e la realtà sono talvolta distanti tra loro ma quando
si compenetrano creano un amplesso di sensualità e passione impareggiabile.