Modestia e Genialità

Dalle carte segrete del Duce (Tompkins P.)


Prima di procedere con una breve analisi sul libro in questione mi sembra doveroso spendere due parole riguardo all’autore.Peter Tompkins nato nel 1919 in Georgia trascorre buona parte dell’infanzia tra Roma e la Toscana per poi condurre gli studi universitari ad Harvard. Allo scoppio della seconda guerra mondiale torna in Europa come corrispondente (in ordine) de: “New York Herald Tribune”, Nbc e Cbs. Nel 1941 entra a far parte dell’Oss ossia l’attuale Cia.Durante lo sbarco delle truppe Usa a Salerno preparò il loro arrivo a Roma allestendo una rete di informazione tramite collegamenti nell’Italia settentrionale. Alla fine degli anni ‘40 torna in Usa e si occupa di giornalismo.Queste brevi righe per sottolineare il coinvolgimento diretto di Tompkins con l’esercito Usa.Il libro ha un costo di circa 20 €, ha una copertina solida di cartone ed è ben fascicolato tramite cuciture che lo rendono solido, l’impostazione grafica è semplice e i caratteri ben visibili. Lo si può acquistare presso la libreria Mondo Libri.L’autore in queste 382 pagine e 46 capitoli cerca di raccontare alcuni eventi accaduti durante il fascismo ispirandosi a documenti da lui rinvenuti nei National Archives di Washington e l’ho trovato molto interessante in quanto sottolinea alcuni aspetti più o meno volutamente trascurati per troppo tempo e che credo sia bene sottolineare in questa sintesi. La prima cosa molto interessante è senza dubbio l’appoggio per l’ascesa del duce avuta da esso, dalla loggia massonica .. (ripeto massoneria in quanto vorrei invitare i lettori ad approfondire questa argomento) di p.za del Gesù (gran maestro Roul Palermi (vedi anche legame fascismo-Chiesa)) che si occupò di rendere inerme Roma all’arrivo della famigerata marcia su Roma (anche il re era un Massone e infatti non proclamò lo stato d’assedio come invece voleva il ministro dell’interno). Aprendo una piccola parentesi ho trovato molto interessante anche il tributo offerto da Mussolini al gran maestro della Massoneria Giuseppe Garibaldi.Comunque sia poi nel corso degli anni il duce entrò in contrasto anche con la massoneria e la dichiarò illegale.Il libro poi procede per gran parte parlando della vergognosa parentesi del delitto Matteotti ricostruendo dettagliatamente quanto affermato da ogni personaggio coinvolto direttamente in questo omicidio, tuttavia mi pare che non si possa affermare con certezza un coinvolgimento diretto del Duce in questo omicidio, mentre sicuramente quello di alcuni gerarchi fascisti (Dumini, Rossi, Filippelli che poi ottennero vantaggi personali ricattando il duce.. Tuttavia è bene sottolineare che da questo episodio il duce ne trasse molti vantaggio in quanto Matteotti era un suo acerrimo rivale.A mio parere questa parte del libro sarebbe dovuta essere parte a se, cioè l’autore avrebbe potuto scrivere un libro solo riguardo a questo delitto e alla vita di Matteotti visto che ai potenziali lettori può sfuggire che gran parte di questo libro parli di Matteotti e non di Mussolini.L’autore inoltre mette in risalto anche i vari vantaggi economici ottenuti dal duce e dal re dalla compagnia petrolifera americana Sinclair Standard Oil come ricompensa per aver ottenuto alcune concessioni sul territorio italiano. Altri favori Furono fatti dal duce agli industriali che lo appoggiarono e in questa ottica l’autore legge le bonifiche delle paludi fatte durante il ventennio in alcune parti d’Italia cercando di sminuire tuttavia l’utilità di tali opere…. (Nella prima repubblica invece spesso si è dimenticati dell’utilità delle opere pubbliche favorendo invece solo i vantaggi personali di alcuni politici (vedi le così dette cattedrali nel deserto!!).L’ultima parte invece cerca di ricostruire gli ultimi istanti del Duce che fu praticamente consegnato ai partigiani dai tedeschi stufi di questo personaggio ingombrante. Tuttavia il duce voleva essere processato dal popolo italiano (l’unico attore secondo lui col pieno diritto di farlo) in quanto era certo di poter dimostrare di aver provveduto a salvare la penisola italica da ben altre sventure durante la repubblica di Salò tramite il suo ruolo, mal digerito dallo stesso, ma che gli fu imposto dai tedeschi. Una volta in mano ai partigiani il Duce, sempre secondo l’autore, fu rapito e giustiziato dagli Inglesi per poter così nascondere il coinvolgimento del loro primo ministro Churchill da alcune oscure vicende che lo vedevano legato al Duce. Queste vicende erano documentate nei carteggi personali del Duce, carteggi che nelle numerose coppie fatte dal duce sparirono tutte dalla circolazione finendo proprio in mano agli inglesi… L’unica cosa certa che si può affermare è il tentativo di creare un esercito comune: Inglese, tedesco, italiano etc etc da porre nei Balcani per fermare l’avanzata Sovietica…(Ci furono anche 2 incontri segreti tra i due nei pressi di Brescia). Tuttavia giustamente l’autore si chiede se questo fatto sia sufficiente a giustificare l’accanimento di Churchill nel voler recuperare tutti i carteggi del Duce…. e In questa ottica va letto anche l’uccisione della Petacci “colpevole” di sapere troppe cose. Solo in un secondo momento i partigiani trovarono i cadaveri del Duce e della setacci e decisero allora di simulare la loro uccisione.Molto interessante è anche l’ultima pagina del libro che riporto in alcuni stralci:“Con la morte del Duce, le vecchie eminenze grigie –compreso il cardinal Gasparri- che lo avevano scelto come braccio secolare della Chiesa al fine di tenere sotto controllo l’Italia (…) tornarono senza remore ai massoni di piazza del Gesù che per primi avevano abbracciato e voluto il fascismo. Così i fili della congiura massonica intessuti dalla curia romana sulle sponde del Tevere (…)tornarono a intrecciarsi sul telaio della storia(…) Un esempio fu Pippo Naldi, legato a Giolitti prima della Prima guerra mondiale, finanziatore del popolo d’Italia di Mussolini, tra i fondatori del Corriere Italiano di Filippelli – la cui fuga in Francia cercò di favorire- agente della Sinclair Oil, rifugiatosi in Francia inseguito da un mandato di cattura per la bancarotta del banco adriatico di cambio, direttore generale di una società petrolifera francese e di una società di prodotti chimici, spuntato infine a brindisi nel 1943 con Badoglio( Massone pure lui) e Vittorio Emanuele III nel regno del Sud, dove si fece una nuova carriera, amico dei servizi segreti di Churchill.Questi reduci e nuovi cospiratori verrebbero manovrati da uno dei successori di Raoul Palermi, il venerabile Licio Gelli, gran maestro della loggia segreta P2, l’elenco dei cui membri divenne pubblico solo dopo che la polizia ebbe fatto irruzione nella sua villa di Arezzo (…)”Concludendo ho trovato questo libro estremamente interessante perché oltre a far riflettere su quanto successo fa riflettere su quanto sta succedendo in questo periodo quindi secondo me si deve prestare attenzione a quanto accade per mano dei così detti partiti trasversali che vanno al di là degli schieramenti politici; e perché ancora una volta dimostra quanto sia impossibile analizzare correttamente la storia in quanto vittima di archivi segreti e falsità.Buona lettura!