Modestia e Genialità

Chi ci difenderà da noi stessi?


Prendendo spunto dalle dichiarazioni apprese poco fa dalla tv dell’assessore ai servizi sociali di Brescia dr. Fabio Capra che a margine di alcune dichiarazioni sul barbaro omicidio di Mompiano,ed evidentemente estese pure agli ultimi avvenuti per mano di extracomunitari, ha citato gli omicidi di Suor Maria Laura Mainetti di Chiavenna ad opera di tre ragazza italiane e quello dei coniugi Donegani ad opera del nipote bresciano Guglielmo Gatti; vorrei esprimere alcune considerazioni. Queste dichiarazioni sono un po’ l’emblema della cultura che si sta diffondendo del voler sempre giustificare o per lo meno “sminuire”gli “errori commessi da altri” accostandoli a “nostri errori”.Questa tendenza francamente mi lascia un po’ perplesso e la ritengo inaccettabile per una società moderna, aperta al dialogo e all’integrazione come la nostra: che esempio e linee guida possiamo dare ai “nuovi ospiti” se ancor prima di accoglierli abbiamo pronte migliaia di scuse per giustificare ogni loro azione?Mi pare che il troppo buonismo ci abbia portati al paradosso di doverci difendere da noi stessi. Un omicidio è un fatto gravissimo, vergognoso e inaccettabile, forse va capito, sicuramente non va tollerato e anzi va fermamente condannato indipendentemente da chi l’ha commesso: la vita ha un valore sacro e inviolabile. Per combattere il senso di smarrimento e di insicurezza oramai diffuso il Governo deve celermente intervenire a garantire la certezza della pena per chi delinque e non con strani giochini trasversali quali l’indulto, che con la scusa di risolvere il problema carceri, ha rimesso in libertà migliaia di delinquenti.Il sovraffollamento delle carceri va affrontato diversamente, partendo dalla radice. Analizzando i numeri della popolazione carceraria si scopre che buona parte di essa è costituita da cittadini extracomunitari che con tutta probabilità sono stati attratti a venir da noi con la “speranza-promessa” di una vita migliore e che invece son finiti nelle patrie galere.Con quale senso di umanità possiamo permettere a esseri umani di arrivare da noi senza essere in grado di offrire loro le condizioni per una vita decente? Premetto che a mio modesto parere è primario garantire una vita decorosa e dignitosa alla nostra gente e in seguito studiare una seria politica dell’immigrazione volta a rispettare l’equilibrio tra esigenze del Paese e capacità d’accoglienza, Francia e Olanda dovrebbero pur insegnarci qualcosa. Credo sia giunta l’ora di dire basta alla solidarietà pelosa di stato mossa solamente da interessi economici e da contributi pubblici; la classe dirigente deve seriamente iniziare a prendere in considerazione i timori e le ansie del popolo, ad osservare e rispettare gli equilibri che hanno permesso il nostro secolare progredire prima che questo processo di arretramento culturale, morale ed economico diventi inarrestabile.BsOg  31/08/2008