Affinché sia detto..

Il Vero


Termine di Vero: Reale, effettivo, autentico, genuino, naturale  (ed. Garzanti) Concetto base: Tutto l’esistente è vero, reale, autentico, genuino, naturale, perché esso È ciò che È in tutte le sue proprietà e manifestazioni naturaliI minerali, le piante, gli animali sono veri perché non possono essere altro che se stessi L’uomo è vero, tutt’ora, solo come animale e questa sua caratteristica è uguale a tutta la sua specie, indistintamente; varia solo la sovrastruttura mentale che ogni singolo uomo, gruppo etnico, razza si addossa, dalla fase primitiva a quella cosiddetta evolutaAl suo inizio l’uomo era vero, ma non sapeva di esserlo; con lo sviluppo delle sue capacità mentali egli ha scoperto sia il proprio vero, ma anche il non vero, il falso, e tutto ciò che di negativo ne è conseguito Attraverso i sensi l’uomo può vedere, udire, toccare, odorare e assaporare le cose che stanno al di fuori di lui, o vi provengono, quindi entra in contatto prima con l’altro, con il tu; perciò egli vede la pagliuzza nell’occhio dell’altro prima di vedere la trave nel proprio, e prima di potersi formare il concetto della finalità delle cose e di se stesso, l’uomo deve risolvere ciò che sta intorno a lui, sia per la costante paura di eventuali pericoli, dell’ignoto e di forze più grandi di luiQuando l’uomo ha scoperto le estensioni dei suoi sensi, le prime armi per attaccare o difendersi, i primi arnesi per procurarsi il necessario alla sua sopravvivenza, le prime furbizie tattiche per prevenire o aggirare i pericoli, le prime supremazie su ciò che era più debole di lui, egli ha cominciato a perdere il suo vero, perché si è proiettato fuori da se stesso per entrare nella sfera concettuale, sempre relativa, in una vita parallela, perdendo il suo riferimento con l’assoluto. Oggi: Fino ad un certo punto il pensiero era finalizzato all’azione, in linea con essa; con lo sviluppo della mente e le sue potenzialità, questa ha preso il sopravvento sul corpo, relegandolo a semplice contenitore Oggi la mente funziona solo come un computer collegato a una presa, quella del corpo, e tutta la personalità di questo corpo viene compromessa da ragionamenti distaccati da lui, paralleli, o virtuali intorno ad esso; il corpo è solo veicolo del pensieroLa grande fuga dal corpo inizia già nell’infanzia, quando comincia l’autonomia del pensiero, le prime bugie, i piccoli sotterfugi, le fantasie che portano lontano dall’Io reale; il seguito è una corsa a voler essere altro da se stesso: la recitazione, la cura nell’apparire, gli status symbol, i falsi totems sociali, la sopravvalutazione della cosiddetta cultura, astratta e, con fughe in avanti oltre i confini del sensibile, fino a prospettarsi un Padreterno a propria immagine e somiglianza + x, invece di trattenere almeno un piede per terra e rapportare l’esterno a se stesso, misurandolo con il proprio naturale vero e risolvendosi nella comprensione di essoL’uomo già non abita più nel suo corpo, egli è fuori di sé; vive in un meta-mondo, in cui si dibatte fra concetti, in una gratuita sovrastruttura speculativa, da cui fa ritorno solo quando il corpo si trova in sofferenza e costringe la mente e riunirsi a luiVivere nel vero invece dà il giusto peso e valore all’esistenza e rientra nella economia della persona come indispensabile strumento di precisione, sia nel suo esistere, nell’Essere, nel suo sapere di Essere, nel suo continuare ad Essere, nel suo sapere perché Essere, in ogni suo dare e ricevereTutto ciò che l’uomo inventa all’infuori dal vero è cultura di morte, perché conduce fuori strada, dà dimensioni errate e va, quindi, contro l’uomo stesso, porta l’uomo a vivere contro se stessoL’uomo che impone il non-vero con la prevaricazione, il potere, il denaro, è una non-persona che anziché ammirata ed emulata va svuotata di consistenza; egli vince solo con il raggiro, ma è una vittoria letale per sé e per gli altri; chi vende il falso sa di se stesso, e che non vada fiero perché significa che con il vero non avrebbe ottenuto altrettanto, quindi il suo valore come persona è pericolosamente nulla. Il Peccato Originale è il non-vero, il non-essere, ed appartiene solo all’uomo; non è l’aver mangiato dall’albero della conoscenza che porta l’uomo alla morte ma l’abuso di essa; Se l’uomo vuole sopravvivere come specie, deve tornare al suo Vero, consapevolmente Vero. Cosa fare:I tuoi nemici più grandi sono la paura, quella fisica del pericolo, del dolore e della morte, poi, quella psichica dell’abbandono, della carenza di affetto, della mancanza di accettazione e considerazione da parte del prossimo, della solitudine, e anche i molteplici condizionamenti che l’uomo si è autoapplicato, etnici, culturali, religiosi, dai quali è impossibile liberarsi, tanto meno da soli, e nemico è sempre ancora quel divario tra il corpo e la mente, l’uno con la sua lenta costrizione fisica e l’altra con la sua volatile leggerezza e incalzante presenza e tentazioneLa paura dell’esistenza si vince aprendosi alle meraviglie della natura, alle sensazioni gratificanti, ai sentimenti genuini verso persone e cose, a quella speranza che va oltre le nostre forze, nel giusto uso della nostra mente in simbiosi con il nostro corpo e all’accettazione delle cose più grandi di noi (fin dove sono più grandi di noi)La tua sostanza non rimane invariabile, ma si modifica a seconda della tua capacità di com-prendere ciò che ti sta attorno e delle tue reazioni verso di esso, accettando o scartando, e avrai sempre la forma della tua sostanza; di te la gente vede prima di tutto ciò che appare e poi ti giudica dalle tue azioni, per cui ci vuole coerenza tra il dire e il fare se vuoi aver il rispetto degli altri, perché ognuno ha dentro di sé il senso del vero e riconosce automaticamente il non-vero, sia quando lo dà come quando lo riceve, sebbene spesso si lasci incantare da forme non-vere ma accattivanti alle quali non sa sottrarsi per inesperienza (giovani) o ignoranza (incolti) o dipendenza (psicolabili, costretti o furbi), oppure per una atavica mancanza di coraggio o di autostima, e anche mentre sa di usare il suo non-veroLaddove tu non sei sicuro di volere, fare o accettare, ascolta il tuo vero, istintivo e reale, perché esso non è solo la tua misura personale, ma anche quella genetica della tua specie che nei suoi valori primari non ha distinzione; perciò, quando ti si presenta il non-vero, rapportalo al tuo vero e avrai la misura di ciò che hai di fronte;Se accetti il non-vero, ti immetterai su una traiettoria casuale dalla quale non sempre o con fatica si riesce a ritrovare la cosiddetta retta via, quella traiettoria più breve tra due punti, diritta ed economica; se invece resti nel tuo vero, le tue scelte connesse ad esso non avranno ripensamenti e pentimenti; candidi come colombe, vigili come serpenti!Ti accorgerai che molti libri sono pieni di saggezza e che molte menti eccelse dicono il vero, ma poi che gli stessi uomini che scrivono e parlano molto raramente sono altrettanto veri; ma il logo fai quello che dico e non fare quello che faccio non si addice all’uomo vero, anzi, fa cadere tutta la sua faticosa costruzione come un castello di sabbia, perché significa che egli non ha compreso fino in fondo ciò che pretende di affermare oppure che non ha il coraggio di Essere ciò che asserisce; questo è il nefasto potere dei predicatori che rivolgono verità labbiali ad altri, con x-finalità, ma mai a se stessiLa tua mente, quindi, sia in linea con il tuo corpo, con le tue parole ed azioni, che essa rifletta il tuo vero, non solo come onestà mentale ma come essenza umana che si traduce in ragionamento; ciò che dirai o mostrerai agli altri di te stesso non sia celato per paura o raffazzonato per mancanza di riflessione, ma sia frutto mediato della tua misura in ogni qui ed ora; non il tuo corpo deve seguire astrazioni non in linea con te stesso, restando appeso a mezz’aria in balia di un concetto vacuo, ma ogni concetto deve se vale concretizzarsi in linea con il tuo corpo e la tua EssenzaInvece di partire per sterili crociate cerca sempre di com-prendere ogni concetto ed azione sotto tutti i loro aspetti e per tutta la sua portata, secondo la tua capacità di valutazione, perché con essa tu devi convivere ed evitare di soffrire; si parla di economia della persona, la tua.Che il coraggio ti accompagni sempre!     Mamma Ge