Affinché sia detto..

Donna... in famiglia


Donna... in famigliaNella nostra cultura si accede alla famiglia previo matrimonio, civile o religioso; comunque da un contratto vincolante per regole sociali e simboli spirituali, che spesso si sostituiscono alla sana unione per affinità naturale tra due persone di sesso opposto.Il matrimonio è quindi una istituzione umana e sociale, e, come tutte le istituzioni, esso è oggi poco credibile perché sono poco credibili gli esseri umani. Che il matrimonio sia anche un sacramento è solo un’aggiunta qualitativa all’unione. Di fatto, ogni unione tra due persone è tanto più profonda quanto più ne sia onesta e convinta l’esperienza per i componenti, e tanto meno essa potrà essere cancellata più da alcuno, nemmeno volendo dagli stessi interessati. Quei matrimoni che si possono sciogliere legalmente sono quelle unioni cosiddette di moda, prive di spessore umano e morale e quindi irresponsabili, tanto più se da queste unioni sono nati dei figli con il loro pieno diritto di avere entrambi igenitori naturali accanto a sé.Da qui, però, ad accettare ancora tradimenti fondamentali, dislivelli di presenza e responsabilità, sfruttamento e sopraffazione di varia entità, tutt’ora usuale nella concezione maschile del matrimonio, oggi sarebbe più che mai un martirio superfluo, un falso umano e un pessimo esempio per gli stessi figli nel protrarre un domicilio coatto contro la dignità delle persone coinvolte.Il matrimonio, con tutta la sua implicazione di valori e presenza umani, per l’uomo maschio diventa presto un peso, un freno alla sua libertà fisica e mentale, ma nei millenni nessuno hai mai chiesto quanto pesasse alla donna che in questa unione ha sempre portato il peso maggiore in assoluto.Se, quindi, questa istituzione deve conservare le sue caratteristiche di unione tra due persone, di mutuo soccorso e di riferimento basilare per i figli, allora anche il maschio vi dovrà finalmente essere presente, più che in ogni altra sua attività secondaria. In caso contrario oggi la donna potrebbe anche rifiutare sia il matrimonio, sia i figli, e ciò non tanto per un egoismo contrario alla sua indole, ma per un rifiuto naturale e consapevole verso la inconsistenza di un rapporto atavicamente travisato. In ogni caso, non c’è vera unione a due e presenza umana laddove non ci sia potenzialmente posto per tre, vale dire: per i figli e il prossimo.Le unioni di fatto sono scorciatoie per un rapido consumo soggettivo di voglie sessuali, senza tanto scodinzolare attorno a formalismi di vecchia data e quindi una forma autoreferenziale e privata; per la fretta e la scelta sommaria si evita il contratto sociale del matrimonio che tutela i diritti dei componenti, e se, senza valutazione più profonda, tanto facile è stare insieme, tanto facile diventa il lasciarsi. Stiamo dimenticando che l’unione tra due persone non è una ‘consumazione al bar’ o un rapido rapporto come tra cani in strada tra le macchine, ma un pilastro cui affidare le sorti nostre e dei nostri figli, di quei figli che di genitori così volatili non sanno proprio cosa farsene e non trovano radici nella propria esistenza.Le unioni omosessuali non sono previste dalla natura se non come deriva, perché non hanno alcuna funzione nel continuare la specie, e sono solo un fugace accomunamento di due miserie personali. Tanto meno sono esempi per figli propri o adottivi.A seguire:  Donna madre ...Mamma Ge