Affinché sia detto..

MA QUALE LIBERTA'?!


Ma quale Libertà ? Di libertà se ne parla tanto, per motivi personali, sociali, culturali, politici, ma in fondo essa significa soltanto il desiderio di ciascuno di fare ciò che vorrebbe in quel dato momento, sia che la pressione provenga da stimoli fisici, emotivi, o mentali, secondo la nostra atavica pulsione animale, insomma, e ci irritiamo, a diritto o a dovere, con chi o cosa ci ostacola. Ikaro, per esempio, avrebbe tanto voluto volare, ma nonostante l’ingegno delle ali posticce non ha funzionato, e noi voliamo solo con l’aiuto di un più praticabile ritrovato tecnologico; che piacere tuffarsi nelle acque fresche, ma dopo massimo due minuti dobbiamo riemergere; quante voci mediocri e forzate vorrebbero cantare all’opera, ma quella voce che hanno non basta; quanta disciplina per raggiungere quei volteggi aggraziati dei ballerini classici, ma sempre e subito a terra devono tornare; quanta voglia di accontenare gli schiribizzi della nostra mente volubile, ma troppo spesso ci facciamo solo del male.Perché la libertà non esiste per la natura, essa tiene ogni essere vivente vincolato alla propria condizione e anche all’interno di questa vanno rispettate le sue regole, mancando alle quali si è sempre in più o meno grave difetto. Oltrettutto, la libertà è comunque circoscritta, nel tempo e nello spazio, per cui essa finisce per l’uno laddove inizia quella dell’altro, sia per l’uomo che per l’animale o la stessa natura, e anche qui bisogna rispettare le regole della convivenza; poi, nessuna cosa può occupare contemporaneamente e di diritto il posto di un altro, oppure scegliersi il tempo della propria esistenza. Libertà perciò non potrà mai essere disordine, sregolatezza, arruffamento, prevaricazione o inganno, bensì la nostra unica libertà è quella di accettare e com-prendere la nostra reale condizione, il nostro posto e i limiti delle nostre possibilità, e dare per avere rispetto, com-prensione e responsabilità per se stessi, per chi o cosa ci circonda. Altrimenti succede come nel traffico: se non si rispettano le norme per la circolazione accadono incidenti più o meno gravi, che tolgono poi altra libertà a chi ne rimane coinvolto. L’uomo invece, nella sua inguaribile imbecillità, non fa altro che legarsi mani e piedi nell’abusare delle proprie capacità e possibilità e invadendo campi non consentiti, non solo a proprio danno, ma anche per togliere ogni forma di libertà al prossimo illudendosi di aumentarne la propria. Ma ogni forma di potere, di possesso, di costrizione inflitta o subìta, ogni affetto morboso, ogni eccesso, oppure ogni cosa data o ricevuta nel momento sbagliato è mancanza di libertà. Come accettare, e addirittura difendere e diffondere, gesti e programmi di cosiddetta ‘libertà’ come la malafede, la corruzione e sistemi mafiosi fin dentro i governi senza che ciò sollevi gli animi di benpensanti e senza indurre a contrastare attivamente queste tendenze?! Se almeno i più o meno labili credenti rispettassero i Dieci Comandamenti!Con quanta facilità e faciloneria si passa invece alla schiavitù, propria o del prossimo, sia uomo, animale, o ambiente!Tutte le cosiddette civiltà, compresa la nostra, poggiano su un sistema piramidale, con un piccolo vertice che, per illuminato che sia, vanta sempre un grande corpo di uomini comunque sottomessi.-Schiavo è certamente da sempre chi va in cerca di vizi anche letali, ma-schiavo è oggi chi non può soddisfare il proprio diritto naturale alla copertura delle necessità  primarie senza il ricatto del denaro, del lavoro forzato, dell’accattonaggio psicofisico e senza dover passare attraverso ingiustificati filtri istituzionali, sociali, politici, culturali,-schiavo è chi non è libero di condurre la propria esistenza secondo i dettami  naturali   della specie, -schiavo è chi non può essere se stesso e non può vivere secondo il proprio buonsenso,-schiavo è chi deve sempre solo eseguire quanto altri hanno pensato e deciso per lui,-schiavo è chi non può liberarsi delle ingiustizie, dell’artificio, delle manipolazioni,-e schiava è certamente la donna, la quale insieme ai suoi figli ancora non ha una propria voce e viene tutt’ora interpretata, impropriamente, dall’uomo maschio. L’essere umano è libero, e civile, soltanto quando può gestire e gestisce i propri diritti/doveri naturali, nella onesta comprensione di sé, degli altri io e di quant’altro lo circonda; la donna è libera quando può essere altrettanto se stessa, biologicamente, affettivamente e ragionevolmente, secondo un suo parametro specifico reale, così come assegnatole dalla natura e non da sovrastrutture estranee al suo essere.Conviene rientrare nella nostra ‘libertà’ reale, a dispetto dei troppi predicatori di libertà! Mamma Ge