Affinché sia detto..

DONNA E RELIGIONE


Donna e religione La donna, a differenza dell’uomo, vive nel primario, nel tempo reale, nell’assoluto, e nessuno più di lei è vicino al mistero della Creazione; essa è per suo figlio e per tutta la sua famiglia sostegno e guida anche spirituale, e per le sue pene reali, tradotte in tante candele accese, essa necessita del conforto di un Dio vero, di una religione tangibile, di una Chiesa presente. La donna è la fedele più fedele della Chiesa, ma essa non rientra nel grande discorso né religioso, né ecclesiastico, non ne riceve diritto di presenza se non come fedele ospite o religiosa ‘serva’, e non vi trova riconoscimento come donna, soggetto umano e sociale.Con l’enciclica sulla donna, la Chiesa ha almeno cessato di perseguitare costei come ‘creatura del diavolo’, senza accettarla però ancora come co-protagonista nelle decisioni vitali riguardanti quella parte dell’umanità che le appartiene, cioè se stessa e i figli che tutt’ora sono solo i suoi.La Chiesa monolitica, maschile, forse non deve tenere conto dei cambiamenti sociali, e intrapersonali, avvenuti negli ultimi decenni: che il metro umano è oggi accresciuto in virtù di possibilità mai prima esistite, come dimostrano la biologia nel suo complesso, la medicina, la tecnologia... e che di pari passo anche i valori umani e morali si stanno di fatto autoampliando.La donna è coinvolta direttamente in questo cambiamento, in quanto essa è oggi presente anche senza intercapedine maschile, ed essa è la maggiore interessata ad una nuova chiarezza, personale e collettiva, per poter orientare se stessa, i figli e la sua famiglia. Essa vuole un dialogo, con l’uomo, laico e religioso, per com-prendere e partecipare alla vita sociale e religiosa della sua comunità di appartenenza.Il modo peggiore che la Chiesa possa adottare per tenere ancora esclusa la donna da un rapporto fondamentale di co-esistenza nella fede, nella carità e nell’amore di Cristo, è quello del tradizionale monologo a senso unico mai alternato, l’atteggiamento da casta, la riserva mentale, la acriticità del clero verso la vita reale e naturale, e il giudizio, improprio e unilaterale, anche offensivo, nei confronti della categoria femminile, senza considerare che in nessun momento storico è stato, come oggi, tanto facile sottrarsi alle imposizioni formali della Chiesa, tanto più se dietro alla sua forma non se ne avverte più la sua sostanza, quella svanita dietro personalismi, poteri molto laici, peccatori molto umani e davvero poco santi. Forse non è tanto importante che la donna salga o meno sull’altare per dire messa, ma è importante che essa possa richiedere con motivazione che un prete indegno o non meritevole ne debba discendere, perché altrimenti le ingiustizie si sommano e la sfiducia si dirama; donne no, ma omosessuali sì? Come può la Chiesa tollerare rapporti omosessuali all’interno delle proprie comunità? La Chiesa può mai essere un postribolo maschile o femminile? Se no, perché non far sposare onorevolmente i preti e le suore, o almeno non cacciare chi ha tendenze contrarie alle sue stesse prediche? La Chiesa come potere laico e finanziario? Ma non era proprio Gesù a cacciare i mercanti dalla chiesa? Essa stessa sta travisando la propria esistenza, e non bastano scenari e coreografie a ravvivare un sentimento religioso! Infine, per necessità di chiarezza di chi invece vorrebbe conservare la propria fede, forse sarebbe utile cambiare, dopo 2000 anni, un tempo biblico, di angeli senza sesso e diavoli con le corna, il modo di porgere e ricevere il messaggio di Cristo, pur sempre valido nella sua essenza; meno simboli, meno paradiso e più vita terrena, meno parole iperboliche e più azioni concrete, ciò, affinché si possa passare da un metacristianesimo alla comprensione più diretta di Cristo e del suo messaggio, e che una Chiesa fuori dal tempo non debba ridursi a semplice reperto storico.Mamma Ge